Artemide

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Federica Lomoro
pubblicato il
Disponibile in altre lingue: Inglese, Albanese, Francese, Spagnolo, Turco
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Artemis, Goddess of the Hunt (by Jan van der Crabben, CC BY-NC-SA)
Artemide, Dea della caccia
Jan van der Crabben (CC BY-NC-SA)

Artemide era la dea greca della caccia, della natura selvaggia e della castità. Figlia di Zeus e sorella di Apollo, era protettrice delle ragazze e delle giovani donne, e presiedeva alle nascite. Era una divinità molto venerata, e il suo luogo di culto più famoso era il tempio di Artemide ad Efeso, una delle Sette Meraviglie del mondo antico.

Nella mitologia greca, Artemide è la figlia di Zeus e Leto. Nata a Delo o Ortigia (vicino ad Efeso, nella Turchia occidentale), è la sorella gemella del dio Apollo. Quando aveva tre anni, il padre Zeus la fece sedere sulle sue ginocchia e le chiese cosa volesse ricevere in regalo. Consapevole del potere del padre, la giovane Artemide non fu timida nelle sue richieste, e rispose così (dando l’impressione di averci pensato su per un bel po’):

Concedimi la verginità eterna; tanti nomi quanti ne ha mio fratello Apollo; un arco con frecce come il suo; il compito di portare la luce; una tunica da caccia color zafferano dal bordo cremisi, che mi arrivi alle ginocchia; sessanta giovani ninfe degli oceani, tutte della stessa età, come mie damigelle; venti ninfe del fiume Amniso a Creta, che si prendano cura dei miei calzari e sfamino miei segugi, quando non sarò impegnata nella caccia; tutte le montagne del mondo; e infine, una città qualsiasi a tua scelta, una soltanto, perché intendo vivere la maggior parte del tempo sui monti.

(Dall’Inno ad Artemide di Callimaco, citato in Graves, 83)

Zeus, Leto, Apollo & Artemis
Zeus, Leto, Apollo e Artemide
Ophelia2 (Public Domain)

Avendo ricevuto doni come un arco d’argento forgiato dai Ciclopi, e un branco di cani da caccia da Pan, Artemide divenne dunque la dea della caccia e della natura selvaggia, signora degli animali. Per questo è associata agli animali selvatici (soprattutto i cuccioli), alle foreste e alla luna. Come dea della castità, del parto e della fertilità, Artemide Kourotrophos era la protettrice delle giovani donne, soprattutto delle future spose, che le dedicavano i loro vecchi giocattoli per simboleggiare la transizione verso l’età adulta e l’assunzione delle responsabilità di una moglie. Infine la dea, come abitante della natura selvaggia, era collegata ai confini e alle transizioni, sia in termini fisici che astratti. Per questo motivo, forse, i templi a lei dedicati erano spesso costruiti presso i confini degli insediamenti umani, oppure in luoghi dove il paesaggio mutava, come paludi o congiunzioni tra fiumi.

Mitologia

Si dice che la dea abbia ucciso il cacciatore Orione dopo che questo tentò di violentare Artemide stessa o una delle sue seguaci.

Artemide ha un ruolo marginale nella guerra di Troia narrata nell’Iliade di Omero, ed è descritta principalmente come la “dea arciera”, ma anche come “dea della caccia selvaggia” e “della natura selvaggia, signora delle creature”. Schierata con i troiani, guarisce Enea quando viene ferito da Diomede. Esiodo, nella sua Teogonia, la descrive spesso come “Artemide che scoccava frecce”.

Ma un episodio degno di nota, agli inizi della guerra di Troia, coinvolge direttamente Artemide: il salvataggio di Ifigenia, figlia di Agamennone. Il re aveva irritato la dea uccidendo uno dei suoi cervi sacri. Come punizione, Artemide richiamò la bonaccia sulla flotta achea, e solo il sacrificio di Ifigenia l’avrebbe convinta a lasciar spirare un vento favorevole per le navi verso Troia. Agamennone offrì in sacrificio la figlia, ma Artemide fu mossa dalla pietà all’ultimo momento, e sostituì la ragazza con un cervo, nominando Ifigenia sacerdotessa presso il suo santuario in Tauride.

Statue of Artemis from Mytilene
Statua di Artemide da Mitilene
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Altri racconti su Artemide, tuttavia, la mostrano in una luce molto meno indulgente. Si dice che uccise il cacciatore Orione, dopo che questi tentò di violentare la dea o una delle sue seguaci. Artemide trasformò Callisto, una componente del suo seguito, in un’orsa dopo che questa giacque con Zeus: egli in seguito trasformò Callisto e suo figlio Arcade nelle costellazioni dell’orsa maggiore e minore (non prima però che Arcade avesse fondato la stirpe degli Arcadi). La dea usò il suo arco per uccidere senza pietà le sei (in alcune versioni, sette) figlie di Niobe, che si era vantata di avere la capacità di generare più figli di Leto. Il cacciatore Atteone, che osò vantarsi di essere il più grande cacciatore o, in un’altra versione, spiò Artemide che faceva il bagno in un laghetto nella foresta, fu tramutato in cervo dalla dea; venne poi fatto a pezzi dal suo stesso branco di 50 cani da caccia. Infine, Artemide inviò un enorme cinghiale a devastare Calidone, dopo che la città aveva rifiutato di offrirle i sacrifici rituali. Una illustre squadra di eroi formata da Teseo, Giasone, i Dioscuri, Atalanta e Meleagro fu radunata per catturare ed uccidere il cinghiale, in onore di Artemide. Dopo una spedizione durata a lungo, Atalanta e Meleagro alla fine riuscirono ad uccidere la belva.

Il tempio di Artemide ad Efeso

Una famosa rappresentazione in marmo della dea si trova sul fregio orientale del Partenone, e la raffigura seduta fra Apollo e Afrodite.

Come dea della fertilità, Artemide Efesia era particolarmente adorata ad Efeso, nei pressi di quello che molti ritenevano il suo luogo di nascita, Ortigia. Qui il suo culto incorporò elementi orientali (presi in prestito da divinità come Iside, Cibele e la “Signora degli animali”), e i suoi simboli principali erano le api, la palma da dattero e il cervo. Il famoso tempio di Artemide ad Efeso (iniziato attorno al 550 a.C.) era grande quasi il doppio del Partenone di Atene, quando fu terminato dopo un secolo di lavori; era annoverato tra le Sette Meraviglie del mondo antico. Il tempio vantava 127 colonne, e i blocchi dell’architrave che le sovrastavano erano tanto pesanti, circa 24 tonnellate l’uno, che gli efesiani credevano che Artemide stessa avesse contribuito alla costruzione del suo tempio. Al suo interno era posta una gigantesca statua della dea, scolpita in legno di cedro. Oggi tutto ciò che resta del tempio sono le sue fondamenta e una triste colonna singola, assemblata con i resti recuperati dell’edificio.

Artemis of Ephesus
Artemide di Efeso
Carole Raddato (CC BY-SA)

Altri luoghi di culto

Altre località in cui si venerava Artemide erano i santuari a Braurone, nella Tauride, in Magnesia, a Perge e sull’isola di Delo, dove la dea nacque secondo alcune versioni del mito, e dove assistette alla nascita di suo fratello Apollo. A Braurone, sulla costa orientale dell’Attica, un tempio e una sorgente sacra furono in uso dall’VIII al III secolo a.C., e ospitavano riti di passaggio per giovani ragazze e future spose. Non è chiaro in cosa consistessero questi riti, ma le ceramiche dipinte destinate alle libagioni, rinvenute sul luogo, raffigurano ragazze che corrono e danzano. A Sardi, in Lidia (Turchia occidentale) si trovava il quarto tempio greco ionico più grande mai costruito, eretto attorno al 300 a.C. in onore di Artemide e successivamente restaurato dai Romani nel II secolo d.C: essi la veneravano col nome di Diana. A Sparta e Atene (dopo la battaglia di Maratona del 490 a.C.), Artemide fu onorata come Artemide Agrotera e riconosciuta come dea della guerra: a lei veniva sacrificata una capra prima delle battaglie degli spartani, mentre gli ateniesi gliene offrivano in sacrificio 500 ogni anno.

Rappresentazioni nell’arte

Artemide è rappresentata nell’arte greca antica principalmente come una bellissima vergine cacciatrice, con arco e faretra oppure con una lancia. Viene spesso accompagnata da un capriolo, un cervo o un cane da caccia, e alle volte indossa una pelle felina. Rappresentazioni più antiche enfatizzano il suo ruolo di dea degli animali, e la mostrano alata, con un uccello o un animale in ciascuna mano. Ad esempio, sulle maniglie del rinomato Vaso François (570-565 a.C.), regge una pantera ed un cervo da un lato, ed un leone dall’altro. In manufatti più tardi, ceramiche attiche a figure rosse o nere, è spesso rappresentata mentre regge una torcia.

Artemis
Artemide
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Una famosa rappresentazione in marmo della dea si trova sul fregio orientale del Partenone, dove la troviamo seduta fra Apollo e Afrodite assieme ad Eros (440 a.C. circa). La dea è mostrata mentre tira su la veste per coprirsi meglio, forse in riferimento alla sua castità. Un esempio più tardo, e forse più famoso, è la cacciatrice che afferra le corna di un capriolo, posa immortalata nel marmo da uno scultore romano che copiò un originale greco attribuito a Leocare (325 a.C. circa). Nota come Diane de Versailles, è oggi esposta al museo del Louvre a Parigi.

Artemide rimase d’interesse anche per i Romani, ed esiste una pregiata statua in marmo del II secolo d.C. della dea con l’arco pronto a scoccare, un cane da caccia ai suoi piedi, conservata ai Musei Vaticani di Roma. La dea ha una mezzaluna sulla fronte, a ricordare la sua lunga associazione con questo corpo celeste. Infine, l’associazione di Artemide con la fertilità, particolarmente enfatizzata ad Efeso, è rappresentata al meglio in una figurina di marmo proveniente da Efeso stessa, in cui la figura della dea appare ricoperta di piccole uova ed animali. Datata fra il 125 e il 175 d.C., è oggi esposta al Museo Archeologico di Selcuk, in Turchia.

Bibliografia

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Info traduttore

Federica Lomoro
Linguista e traduttrice, Federica è laureata in cinese e giapponese. Dalla Città Eterna all'Estremo Oriente, è sempre pronta a scoprire qualcosa di nuovo sulle antiche civiltà e sul modo in cui hanno plasmato il mondo in cui oggi viviamo.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2019, luglio 24). Artemide [Artemis]. (F. Lomoro, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-537/artemide/

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Cartwright, Mark. "Artemide." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 24, 2019. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-537/artemide/.

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Cartwright, Mark. "Artemide." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 24 lug 2019. Web. 04 ott 2024.