La Stele del Banchetto di Assurnasirpal II

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Joshua J. Mark
da , tradotto da Elisa Mion
pubblicato il 17 luglio 2014
Disponibile in altre lingue: Inglese
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Quando salì al trono nell'anno 884 a.C., circa, il sovrano Assurnasirpal II dovette far fronte alle numerose insurrezioni scoppiate in tutto l'impero neo-assiro. Represse senza pietà ogni rivolta, distrusse le città ribelli e, come monito per gli altri, impalò, bruciò e scorticò vivi tutti coloro che gli si erano opposti. Fortificò e rafforzò i suoi confini e poi li ampliò mediante campagne militari che riempirono il tesoro reale di ingenti bottini e tesori preziosi. Assicurato così il suo impero, Assurnasirpal II rivolse la propria attenzione alla sua antica capitale Aššur, che ristrutturò (come fece anche con Ninive e molte altre città durante il suo regno). Aššur era una delle città più prospere dell'Assira e fu la capitale dell'impero neo-assiro sin dal regno di Adad-nīrārī I (1307-1275 a.C., circa).

Ashurnasirpal II Wall Relief
Rilievo parietale raffigurante il sovrano Assurnasirpal II
Geni (CC BY-SA)

Dopo aver aggiunto i propri ornamenti ed essersi fatto promotore di ulteriori miglioramenti per la grande città, Assurnasirpal II ritenne che fosse giunto il momento di cambiarne lo status. Gli abitanti di Aššur erano molto orgogliosi della loro città e del loro prestigio come cittadini della capitale. Alcuni studiosi hanno proposto che Assurnasirpal II volesse invece una città completamente nuova, con una nuova popolazione che potesse chiamare sua, per elevare il suo nome al di sopra dei predecessori e governare su una popolazione interamente dedita a lui, piuttosto che con una devozione divisa tra il loro re e la loro città. Scelse le rovine della città di Kalḫu (nota anche con i nomi Caleh, Calah e, più tardi, Nimrud), già costruita durante il regno del sovrano Salmanassar I (1274-1245 a.C., circa) ma poi completamente trascurata e diventata, col tempo, assai fatiscente. Assurnasirpal II ne ordinò la completa ricostruzione, compresa quella di un nuovo grande palazzo, nella città che sarebbe diventata la capitale dell'impero neo-assiro al posto di Aššur.

La città ed il palazzo vennero completati entro l'anno 879 a.C., circa; a quel punto Assurnasirpal II organizzò una grande festa di inaugurazione alla quale parteciparono ben 69.574 persone e che durò dieci giorni. Per commemorare questo evento ed il completamento della sua nuova città capitale, ordinò che venisse effettuata l'incisione di una stele a ricordo del grande progetto edilizio e della festa inaugurale medesima. Questa stele è stata scoperta tra le rovine di Kalḫu nel 1951. Lo storico James B. Pritchard scrive:

Su un blocco in arenaria posto vicino alla porta della sala del trono all'interno del palazzo del sovrano Assurnasirpal II, presso la città di Calah, è stata rinvenuta nel 1951 una rappresentazione figurativa recante un'iscrizione (totale: 154 righe) dalla disposizione alquanto insolita. La parte superiore del blocco in arenaria ritrae il re all'interno di una nicchia quadrata, fiancheggiata da colonne inscritte ed istoriate, sotto una teoria di simboli divini disposti in modo irregolare. Il testo, a parte la sequenza stereotipata di titolature reali ed il riassunto a contenuto storico, riguarda principalmente la costruzione della nuova capitale Calah, il giardino reale e la festa per celebrare l'apertura del palazzo reale (99).

Kalḫu continuò ad essere la capitale dell'impero neo-assiro dalla sua inaugurazione, nell'anno 879 a.C., circa, fino a quando il sovrano Sargon II la spostò nella sua nuova città di Dur-Šarrukin nel 606 a.C., circa. Dopo la morte di Sargon II, nel 605 a.C., circa, la capitale venne spostata dal figlio, il sovrano Sennacherib, a Ninive, dove rimase sino alla caduta dell'impero neo-assiro. Kalḫu continuò comunque ad essere una città molto importante per i re assiri anche dopo che non fu più la capitale dell'impero. I successivi sovrani dell'impero soggiornarono nel palazzo quando si recavano in visita della regione e la città continuò ad essere un importante centro amministrativo. Nel 612 a.C., circa, Kalḫu, Aššur, Ninive e tutte le altre grandi città degli Assiri vennero saccheggiate e bruciate da innumerevoli coalizioni di invasori: Medi, Babilonesi, Persiani ed altri. Le imponenti porte urbiche rivestite in bronzo, le travi in cedro del palazzo ed i templi che Assurnasirpal II si vantava di aver costruito sarebbero andati in fiamme nelle conflagrazioni del 612 a.C., circa, insieme ai frutteti che aveva ordinato di realizzare nella periferia della città ed ai giardini di cui egli stesso in persona fa menzione.

Ashurnasirpal II's Stela from Kurkh
Stele del sovrano Assurnasirpal II proveniente dal sito di Kurkh (odierna Turchia)
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Quella che segue è la trascrizione dell'iscrizione apposta sul blocco in arenaria precedentemente descritto da Pritchard e che poi è divenuto noto come la "Stele del Banchetto" del sovrano Assurnasirpal II. Viene qui integralmente riportata secondo l'edizione curata da James B. Pritchard ed inclusa nella sua stessa opera, The Ancient Near East, Volume II, che si concentra sull'analisi, la ricostruzione, la contestualizzazione e la lettura interpretativa delle più importanti evidenze testuali e dei più importanti documenti del Vicino Oriente antico.

I.

Questo è il palazzo di Assurnasirpal, il sommo sacerdote di Aššur, scelto da Enlil e Ninurta, il favorito di Anū e di Dagan, che è la distruzione personificata tra tutti i grandi dèi - il legittimo sovrano, il re del mondo, il re d'Assiria, figlio di Tukulti-Ninurta, grande sovrano, legittimo sovrano, re del mondo, re d'Assiria, che era il figlio di Adad-Nīrārī, allo stesso modo grande sovrano, legittimo sovrano, re del mondo e re d'Assiria - il valoroso guerriero che agisce basandosi sempre sui consigli ed i messaggi che gli ispirano fiducia in quanto forniti dal suo signore Aššur e che pertanto non ha rivali fra i sovrani delle quattro parti del mondo; il pastore di tutti i mortali, che non teme la battaglia ma la piena impetuosa che non ammette resistenza alcuna; il re che sottomette gli irremissibili e domina sull'intera umanità; il re che agisce basandosi sempre sui consigli ed i messaggi che gli ispirano fiducia in quanto forniti dai suoi signori, i grandi dèi, ed è per questo che egli ha conquistato personalmente tutti i paesi; che ha acquisito il dominio sulle regioni montane ed ottenuto il loro tributo; egli prende ostaggi, trionfa su tutti i paesi da oltre il Tigri al Libano ed il Grande Mare, ha portato alla sottomissione l'intero paese di Laqe e la regione di Sūḫu sino alla città di Rapīqu; ha conquistato personalmente la regione dalle sorgenti del fiume Sūbnat sino ad Urartu.

Ho restituito al territorio del mio regno le regioni ubicate nel passo che conduce al paese di Kirrūre fino a Gilsāni, da oltre il Piccolo fiume Zab (Zab Inferiore) sino alla città di Til-bāri che si trova a monte del paese di Zamua - da Til-ša-abtani a Til-ša-sabtani - anche Ḫirimū e Ḫarrūtu nella regione fortificata di confine di Babilonia (Karduniaš). Ho elencato come abitanti del mio regno i popoli che vivono nei territori che vanno dal passo del monte Babīte alla terra di Hašmar.

Aššur, il grande signore, mi ha scelto e ha pronunciato, con la sua bocca santa, il seguente verdetto sul mio dominio mondiale: Assurnasirpal è il re la cui fama è potere!

Ho ripreso in mano la città di Calah con la mia saggezza, la conoscenza che mi ha dato Ea, il re delle acque sotterranee, ho rimosso la vecchia collina di macerie; ho scavato sino al livello dell'acqua; ho costruito una nuova terrazza che misurava dal livello dell'acqua al bordo superiore ben 120 strati di mattoni; su di essa ho eretto come sede reale e per il mio divertimento personale 7 bellissime sale coperte di bosso, rovere e frassino provenienti dal paese di Māgan, cedro, cipresso, terebinto, tarpi'u e travi di mehru; ho rivestito le porte in cedro, cipresso, ginepro, bosso, rovere e frassino provenienti dal paese di Magan con bande in bronzo; le ho appese alle porte; le ho circondate con chiavistelli decorativi di bronzo; per proclamare le mie gesta eroiche ho dipinto i loro muri (dei palazzi) con una vivace vernice blu e narrando di come ho marciato attraverso le catene montuose, i paesi stranieri ed i mari, le mie conquiste in tutti i paesi; ho fatto produrre mattoni smaltati dal color del lapis lazuli e li ho incastonati nel muro sopra le porte urbiche. Ho fatto venire genti dai paesi su cui detengo il dominio, quelli che sono stati conquistati da me personalmente, cioè dal paese di Šūhi quelli della città [...] da tutta la terra di Samu'a, dai paesi di Bit-Samāni e Kirrūre, dalla città di Sîrqu che è al di là dell'Eufrate, e da molti abitanti di Laqe, della Siria e che sono sudditi di Lubarna, il sovrano di Ḫattina; li ho sistemati nella città di Calah.

Ho scavato un canale dal Grande fiume Zab (Zab Superiore); l'ho tagliato a questo scopo attraverso le montagne; l'ho chiamato Patti-Hēgalli ("Canale dell'Abbondanza"); ho prevveduto all'irrigazione delle pianure lungo il Tigri; ho piantato frutteti nella periferia della città, con ogni sorta di alberi da frutto.

Spremetti l'uva e la offrii come primizia in libagione al mio signore Aššur ed a tutti i santuari del mio regno. Poi dedicai quella città al mio signore Aššur.

Ho raccolto e piantato nel mio giardino, dai paesi attraverso i quali ho marciato e dalle montagne che ho valicato, gli alberi e le piante cresciuti da semi, ovunque li abbia scoperti, come, ad esempio: cedri, cipressi, alberi simmesāllu per i profumi, cipressi burāšum, alberi che producono mirra, cipressi dapranū, alberi che producono noci, palme da dattero, ebano, rovere e frassino provenienti dal paese di Māgan, ulivi, tamarindi, querce, alberi di terebinto tarpi'u, alberi che producono noci di luddu, alberi di pistacchio e corniolo, alberi di mehru, alberi di še.mur, alberi di tijatu, querce di Kaniš, salici, alberi di sadānu, melograni, susini, abeti, alberi di ingirašu, alberi di pere kamessēru, alberi di supurgīllu, alberi di fichi, viti, alberi di pere angāšu, alberi aromatici di sumlālu, alberi di titip, alberi di ḫip/butu, alberi di zansaliqqu, alberi palustri di mele, alberi di ḫambūqu, alberi di nuḫūrtu, alberi di ursīnu, alberi di kanaktu resinosi [ed altri]. Nei giardini di Calah gareggiavano tra loro in fragranza; i sentieri dei giardini erano ben tenuti, gli sbarramenti per l'irrigazione distribuivano l'acqua in modo uniforme; i suoi melograni brillano nel giardino del piacere come le stelle in cielo, sono intrecciati come l'uva sulla vite [...] nel giardino del piacere [...] nel giardino della felicità fiorivano come cedri.

II.

Ho eretto a Calah, il centro della mia signoria, templi come quelli di Enlil e Ninurta che prima non esistevano; vi ho ricostruito i seguenti templi dei grandi dèi: i templi di Ea-šarru e Damkina, di Adad e Šala, di Gula, Sîn, Nabû, Bēlet-nāthi, Sibittu e di Ištar-Kidmuri. In essi ho posto i sacri piedistalli di questi miei divini signori. Li ho decorati splendidamente; li ho coperti con travi in cedro, ho costruito grandi porte in cedro, le ho rivestite con bande in bronzo, collocandole nei loro vani. Ho disposto nelle loro porte delle rappresentazioni figurative in bronzo splendente. Ho reso sontuose le immagini delle loro grandi divinità protettrici con oro rosso e pietre lucenti. Li presentai con gioielli in oro e molti altri oggetti preziosi che avevo ottenuto come bottino di guerra.

Ho rivestito d'oro e di lapis lazuli il santuario interno del mio signore Ninurta, ho collocato a destra e a sinistra di esso oggetti in bronzo, ho posto sul suo piedistallo feroci draghi-Ušumgāllu in oro. Ho celebrato la sua festa nei mesi di Šabaṭu ed Ulūlu. Ho predisposto per loro i materiali necessari per le offerte destinate ad essere sparse altrove e per le offerte di incenso, in modo che la sua festa nel mese di Šabaṭu fosse di grande effetto. Feci una statua di me stesso come sovrano, a mia stessa immagine e somiglianza, in oro rosso e pietre levigate e la posi davanti al mio signore Ninurta.

Riorganizzai le città abbandonate che durante il governo dei miei antenati erano diventate colline di macerie, e vi feci risiedere molte persone; ricostruii con il dovuto splendore gli antichi palazzi di tutto il mio regno; vi immagazzinai orzo e paglia.

Ninurta e Palil, che mi amano come loro sommo sacerdote, mi consegnarono tutti gli animali selvatici e mi ordinarono di cacciarli. Uccisi 450 grandi leoni; uccisi 390 tori selvatici dai miei carri scoperti con un assalto diretto, come ben si addice ad un sovrano; tagliai la testa a 200 struzzi come se fossero uccelli in gabbia; catturai 30 elefanti in trappole. Ho catturato 50 tori selvatici, 140 struzzi e 20 grandi leoni con le mie mani ed il mio bastone.

III.

Ricevetti cinque elefanti vivi come tributo dal governatore di Sūḫu, nella regione del Medio Eufrate, e dal governatore di Lubda (Assiria sud-orientale in direzione di Babilonia); essi erano soliti spostarsi assieme a me durante le mie spedizioni militari.

Organizzai mandrie di tori selvatici, leoni, struzzi, scimmie maschi e scimmie femmine e li feci riprodurre come greggi di animali domestici.

Aggiunsi territori al regno d'Assiria, molte genti al suo popolo.

Quando Assurnasirpal, re d'Assiria, inaugurò il palazzo di Calah, un palazzo di gioia e costruito con grande ingegno, vi invitò Aššur, il grande signore e gli dèi di tutto il suo regno. Preparò un banchetto con 1.000 capi di bestiame ingrassati, 1.000 vitelli, 10.000 pecore da stalla, 15.000 agnelli - solo per la mia signora Ištar, 200 capi di bestiame e 1.000 pecore siḫḫu - 1.000 agnelli di primavera, 500 cervi, 500 gazzelle, 1.000 anatre, 500 oche, 5.000 oche kurku, 1.000 uccelli mesūku, 1.000 uccelli qaribū, 10.000 colombe, 10.000 colombe sukanūnu, 10.000 altri piccoli uccelli assortiti, 10.000 pesci assortiti, 10.000 jerboa, 10.000 uova assortite, 10.000 pagnotte, 10.000 boccali di birra, 10.000 pelli con vino, 10.000 recipienti a fondo appuntito con semi di su'u in olio di sesamo, 10.000 piccoli vasi con condimento sarḫu, 1.000 casse in legno con verdure, 300 contenitori d'olio, 300 contenitori di semi salati, 300 contenitori con piante miste di raqqūte, 100 con spezie kudîmmu, 100 contenitori con [...], 100 contenitori con orzo decorticato, 100 contenitori con gambi verdi di abahsînnu, 100 contenitori con birra mista fine, 100 melograni, 100 grappoli d'uva, 100 frutti misti di zamru, 100 coni di pistacchio, 100 con i frutti dell'albero di sūsi, 100 con l'aglio, 100 con le cipolle, 100 con i semi di kunīphu, 100 con [...] di rape, 100 con spezie ḫinḫinu, 100 con spezie būdu, 100 con miele, 100 con burro fuso, 100 con orzo arrostito, 100 con semi di su'u arrostiti, 100 con piante di karkartu, 100 con frutti dell'albero di ti'atu, 100 con piante di kāsu, 100 con latte, 100 con formaggio, 100 vasi con "miscela", 100 con grano arsūppu in salamoia, dieci ḥomārim di noci di luddu sgusciate, dieci ḥomārim di pistacchi sgusciati, dieci ḥomārim di frutti dell'albero di sūsu, dieci ḥomārim di frutti dell'albero di kabba-qūqu, dieci ḥomārim di datteri, dieci ḥomārim di frutti dell'albero di titip, dieci ḥomārim di cumino, dieci ḥomārim di saḫḫūnu, dieci ḥomārim di urianū, dieci ḥomārim di bulbi di andāḫḫsu, poi ḥomārim di piante di sisanībbe, (iv) dieci ḥomārim di frutti dell'albero di simbūru, dieci ḥomārim di timo, dieci ḥomārim di olio profumato, dieci ḥomārim di dolci sostanze odorose, dieci ḥomārim di [...], dieci ḥomārim di frutti dell'albero di nasūbu, dieci ḥomārim di [...], dieci ḥomārim di frutti dell'albero di nasūbu, dieci ḥomārim di cipolle zimzimmū, dieci ḥomārim di olive.

Quando inaugurai il palazzo di Calah offrii per dieci giorni cibo e bevande a 47.074 persone, uomini e donne, provenienti da ogni parte del mio impero, oltre a 5.000 persone importanti, delegati del paese di Sūḫu, di Ḫindāna, Ḫattīna, Ḫatti, Tiro, Sidone, Gurguma, Malīda, Ḫubuška, Gilzana, Kuma e Muṣaṣir, assieme a 16.000 abitanti di Calah di ogni condizione e status sociale, 1.500 funzionari di tutti i miei palazzi, in tutto 69.574 invitati da ognuno dei paesi, delle città e dei territori menzionati, compresi gli abitanti di Calah; inoltre ho fornito loro i mezzi per pulirsi e profumarsi. Ho reso loro i dovuti onori e li ho rimandati, belli, in ottima salute e felici, nei loro paesi, nelle loro città e nei loro territori di origine e provenienza.

Bibliografia

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Info traduttore

Elisa Mion
Archeologa, sin da bambina prova sincero e crescente interesse e fascino (se non vero e proprio Amore!) per le Civiltà, la Storia e l'Archeologia del Vicino Oriente antico. Nel 2022 si è laureata con lode in Archeologia del Vicino Oriente antico discutendo una tesi incentrata su Ninive (Iraq).

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

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Mark, J. J. (2014, luglio 17). La Stele del Banchetto di Assurnasirpal II [The Banquet Stele of Ashurnasirpal II]. (E. Mion, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-730/la-stele-del-banchetto-di-assurnasirpal-ii/

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Mark, Joshua J.. "La Stele del Banchetto di Assurnasirpal II." Tradotto da Elisa Mion. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 17, 2014. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-730/la-stele-del-banchetto-di-assurnasirpal-ii/.

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Mark, Joshua J.. "La Stele del Banchetto di Assurnasirpal II." Tradotto da Elisa Mion. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 17 lug 2014. Web. 05 dic 2024.