Impatto della Rivoluzione Industriale Britannica

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Mark Cartwright
da , tradotto da Luciana Picciarelli
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Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Tedesco, Portoghese, Spagnolo, Turco
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Le conseguenze della Rivoluzione Industriale Britannica (1760-1840) furono molte, variegate e durevoli. La vita di chi lavorava nelle zone sia rurali che urbane cambiò per sempre a causa delle invenzioni di nuovi macchinari, del diffondersi delle fabbriche e del declino delle occupazioni tradizionali. Le innovazioni nei mezzi di trasporto e nelle comunicazioni resero la vita nel mondo post-industriale più stimolante, i ritmi più veloci e la gente più connessa di quanto lo fosse mai stata prima. I beni di consumo divennero disponibili per un più vasto numero di persone e, per la popolazione in continuo incremento, ci furono maggiori opportunità di occupazione. Il prezzo da pagare per il progresso fu spesso una vita di lavoro rumorosa, ripetitiva e pericolosa, mentre a causa della crescente urbanizzazione della Gran Bretagna, le città si espansero al punto di diventare sovraffollate, inquinate e infestate dalla criminalità.

Industrial Landscape by Kregczy
Paesaggio industriale di Kregczy
Edmund Kregczy (CC BY-NC-SA)

La Rivoluzione Industriale riguardò i seguenti aspetti:

  • Furono inventate tante nuove macchine che potevano realizzare i prodotti molto più velocemente di prima oppure potevano svolgere compiti completamente nuovi.
  • L’energia prodotta dal vapore era più economica, più affidabile e più veloce rispetto alle fonti tradizionali.
  • Furono create grandi fabbriche con conseguente aumento del lavoro e ci fu un boom soprattutto nella produzione di tessuto di cotone.
  • Fu possibile realizzare grandi progetti di ingegneria, come ponti in ferro e viadotti.
  • Le occupazioni tradizionali, come la tessitura a mano e il connesso giro d’affari delle diligenze, iniziarono a scemare fino a scomparire del tutto.
  • Il costo del cibo e dei beni di consumo diminuì poiché gli articoli erano prodotti in serie, così come diminuirono anche i costi relativi al trasporto.
  • Gli attrezzi a disposizione dei produttori e degli agricoltori furono migliorati.
  • Le industrie di carbone, ferro e acciaio si espansero rapidamente per fornire le materie prime e il combustibile necessari al funzionamento delle macchine.
  • Il sistema dei canali fu ampliato, ma successivamente ridotto.
  • L’urbanizzazione aumentò man mano che la manodopera si concentrava intorno alle fabbriche nelle piccole e grandi città.
  • Viaggiare in treno in modo poco costoso divenne possibile per tutti.
  • La domanda di manodopera specializzata, specialmente nel tessile, diminuì.
  • Aumentò la domanda di manovalanza non qualificata per azionare macchinari e lavorare nelle ferrovie.
  • Aumentarono la manodopera femminile e il lavoro minorile.
  • La sicurezza degli operai sul luogo di lavoro calò e la tendenza non si invertì fino agli anni ’30 del 19° secolo
  • Furono istituiti i sindacati per proteggere i diritti dei lavoratori.
  • Il successo della meccanizzazione portò anche gli altri paesi a sperimentare le proprie rivoluzioni industriali.

L’estrazione mineraria del carbone

L' estrazione dello stagno e del carbone ha una lunga storia in Gran Bretagna, ma l’arrivo della Rivoluzione Industriale segnò un’attività mineraria senza precedenti per reperire il combustibile necessario al funzionamento delle macchine a vapore che dominavano l’industria e i trasporti. La pompa a vapore fu inventata nel 1712 per drenare le miniere. Questo permise un’estrazione più profonda e quindi la produzione di carbone ebbe un notevole incremento. La macchina a vapore di Watt, brevettata nel 1769, permise lo sfruttamento della potenza del vapore per quasi tutto e poiché le macchine a vapore funzionavano con il carbone, l’estrazione mineraria si espanse grazie alla meccanizzazione che investì le industrie di ogni tipo. Questo fenomeno crebbe con la diffusione delle ferrovie dal 1825 e con l’aumento delle navi a vapore dal 1840. Nel frattempo il gas prodotto dal carbone veniva utilizzato per illuminare le case e le strade dal 1812 e anche come fonte di calore per le case private e le cucine. Il coke, cioè il carbone bruciato, era usato come combustibile nelle industrie di ferro e acciaio e quindi la domanda di carbone continuò ad aumentare man mano che la Rivoluzione Industriale si diffondeva.

Coal Pits & Factories
Miniere di carbone & Industrie
Internet Archive Book Images (Public Domain)

C’erano quattro zone principali per l’estrazione del carbone: il Galles del sud, la Scozia meridionale, il Lancashire e il Northumberland. Per portare il carbone dove era necessario, il sistema di canali britannico fu implementato in modo significativo, dato che il trasporto via canale risultava essere il 50% più economico di quello stradale. Entro il 1830, “l’Inghilterra e il Galles avevano 3.876 miglia (6.237 Km) di canali interni, contro i 1,399 (2.251 Km) del 1760” (Horn, 17). Nel 1700 la Gran Bretagna produceva solo da 2,5 a 3 milioni di tonnellate di carbone, ma entro il 1900 questa cifra arrivò a 224 milioni di tonnellate all’anno.

CI FURONO VIOLENTE PROTESTE ALL’AVVENTO DELLA MECCANIZZAZIONE, SOPRATTUTTO DA PARTE DEI LAVORATORI DEL TESSILE.

L’industria manifatturiera

La macchina a vapore trasformò l’industria, in particolare uno dei settori più consistenti della Gran Bretagna: l’industria tessile. La filatura e la tessitura erano state attività svolte in casa da una o più famiglie, ma quando furono inventate una serie di macchine il modo in cui il cotone veniva pulito, filato e tessuto fu rivoluzionato. Questi dispositivi erano la navetta volante (John Kay,1733), la giannetta (James Hargreaves, 1764), il telaio ad acqua (Richard Arkwright, 1769), lo spinning mule (Samuel Crompton, 1779), il telaio meccanico (Edmund Cartwright, 1785), la ginnatrice (Eli Whitney, 1794), il telaio di Robert e il mule ad azione automatica (Richard Roberts, 1822-5). La meccanizzazione permise l’impianto di fabbriche tessili in cui le macchine, dapprima alimentate ad acqua e poi a vapore, funzionavano in modo più veloce ed economico di quanto fosse mai stato possibile con la lavorazione a mano. Entro la decade 1830 – 1839, il 75% dei cotonifici usavano il vapore e i tessuti in cotone rappresentavano la metà del totale delle esportazioni britanniche.

Ci furono violente proteste all’avvento della meccanizzazione, soprattutto da parte degli operai specializzati nel tessile. Nel periodo tra il 1811 e il 1816, i Luddisti, che prendevano il nome dal loro mitico leader Ned Ludd, distruggevano le macchine nelle fabbriche. Questi contestatori venivano trattati severamente e il reato di danneggiamento dei macchinari e della proprietà dei padroni delle fabbriche poteva condurre alla pena di morte.

Nonostante i disordini, grazie alla meccanizzazione furono create molte più opportunità di lavoro rispetto a quelle perse nelle industrie di vecchia data, soprattutto per le classi operaie. Nel 1830, un britannico su 80 lavorava in una delle più di 4000 fabbriche tessili sparse in tutto il paese. I nuovi lavori erano piuttosto diversi da quelli del passato. Gli operai delle fabbriche molto spesso dovevano svolgere compiti ripetitivi ed erano governati dall’orologio. In precedenza, i lavoratori spesso venivano pagati per un progetto specifico (lavoro a cottimo) e lavoravano secondo il proprio ritmo. Nel nuovo sistema della fabbrica, ogni operaio svolgeva solo una mansione in una catena che coinvolgeva molti altri operai. D’altro canto, la fabbrica assicurava paghe regolari, cosa molto apprezzata specialmente dai lavoratori agricoli stagionali.

Crompton's Spinning Mule
Lo spinning mule di Crompton
Pezzab (CC BY-SA)

L’agricoltura

L’industrializzazione in Gran Bretagna fu straordinaria, ma ciò non significò il declino dell’agricoltura. Al contrario le innovazioni e la meccanizzazione aiutarono a rendere l’agricoltura più efficiente che mai e quindi in grado di dar da mangiare ad una popolazione in continua crescita. Nel 1800, il 35% della totale forza di lavoro britannica era coinvolta nell’agricoltura e persino alla fine della rivoluzione Industriale, nel 1841, un britannico su cinque lavorava ancora nell’agricoltura e nell’allevamento. In Gran Bretagna le macchine compensavano il costo del lavoro relativamente alto e la tendenza della gente a lasciare la campagna per la città.

L’aratro oscillante (Joseph Foljambe, 1730), la macchina per la vagliatura (Andrew Rodgers, 1737), la macchina per la trebbiatura (Andrew Mieikle, 1787), la macchina per la mietitura (Cyrus McCormacK, 1834) e i mulini per la farina azionati a vapore trasformarono il raccolto e la produzione alimentare. Le macchine a vapore mobili erano usate per realizzare solchi di drenaggio e prosciugare le zone acquitrinose in modo da renderle utili per l’agricoltura. Con il sistema di recinzione molte terre comuni, furono utilizzate per l’agricoltura e l’allevamento. Gli attrezzi agricoli prodotti in serie erano più resistenti, più affilati e più durevoli di quelli fabbricati tradizionalmente, grazie alle nuove macchine che lavoravano il metallo. Gli scienziati svilupparono fertilizzanti più efficaci per aumentare il raccolto. Tutti questi miglioramenti permisero di abbassare il prezzo del cibo e molte più persone ebbero la possibilità di alimentarsi in modo più salutare, di conseguenza l’aspettativa di vita crebbe, soprattutto riguardo ai bambini.

Ci furono anche effetti negativi della Rivoluzione Industriale sul settore agricolo. Molti posti di lavoro andarono perduti, in particolare quelli stagionali, poiché gli agricoltori noleggiavano le macchine al momento del raccolto. Alcuni lavoratori danneggiavano le nuove macchine che li avevano privati del loro sostentamento, specialmente durante le Swing Riots del 1830-32. La terra divenne più preziosa, quindi i canoni di affitto furono aumentati, il che portò molti piccoli agricoltori ad abbandonare le fattorie.

La manodopera

Ci fu grande incremento del lavoro delle donne e dei bambini, particolarmente nelle fabbriche tessili. Una delle ragioni era che sia le donne che i bambini venivano pagati meno degli uomini, un’altra era che le donne e i bambini avevano le mani più piccole e spesso più abili nell’uso di alcune macchine. Tutti e tre i gruppi tendevano a lavorare con turni di 12 ore, finché questa pratica fu ridotta per legge a 10 ore (nel 1847). I bambini, mediamente, iniziavano a lavorare all’età di otto anni nelle miniere e nelle fabbriche, quindi “almeno la metà dei bambini in età scolare lavorava a tempo pieno durante la rivoluzione industriale” (Horn,’ 57). Nell’industria tessile, le donne costituivano metà della forza lavoro.

Luddites Smashing Textile Machines
Luddisti che sfasciano le macchine tessili
Unknown Artist (Public Domain)

La salute e la sicurezza dei lavoratori erano spesso una priorità bassa per i datori di lavoro, fino a quando furono istituite delle leggi che li obbligarono a prenderle in seria considerazione. Le malattie polmonari dovute alla polvere di carbone erano un problema comune per i minatori. Gli operai che lavoravano nell’ambiente umido delle fabbriche tessili avevano simili effetti negativi. Le fabbriche erano rumorosissime e molti lavoratori soffrivano della perdita dell’udito a vari livelli. Le lesioni da stress ripetitivo erano comuni, poiché gli operai svolgevano le stesse mansioni tutto il giorno, per sei giorni alla settimana. Venivano abitualmente maneggiate sostanze pericolose, come il piombo e il mercurio. Le macchine erano grandi, pesanti, con componenti che si muovevano velocemente ed erano soggette a guasti, tutto ciò poteva causare incidenti come la perdita di dita, arti o danni addirittura peggiori.

PER MOLTI, LA VISTA E IL SUONO DI UN TRENO CHE ATTRAVERSAVA LA CAMPAGNA ERANO IL RISULTATO PIU’ VISIBILE E IMPRESSIONANTE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE.

Governi in successione furono riluttanti in linea di principio a limitare gli affari dei proprietari perché temevano che interferire potesse nuocere alla crescita e all’economia della nazione. I lavoratori tentarono di agire in maniera collettiva per proteggere i loro interessi, ma i datori di lavoro e i politici opposero resistenza alla formazione dei sindacati. In verità il governo li bandì tra il 1799 e il 1824. Tuttavia, a partire dal 1830, furono emanate leggi del Parlamento finalizzate a migliorare la protezione e le condizioni di lavoro delle classi operaie. Sindacati come l’Amalgamated Society of Engineers (costituita nel 1851) crebbero in importanza per garantire che gli avanzamenti nei diritti non andassero perduti.

Trasporti e comunicazioni

Per molti, la vista e il suono di un treno che attraversava la campagna rappresentavano il risultato più visibile e impressionante della Rivoluzione Industriale. I treni furono dapprima usati su brevi tratte nelle miniere. Nel 1825 il primo treno passeggeri viaggiò da Stockton a Darlington. La prima linea passeggeri intercity che collegava Liverpool e Manchester, trainata dalla locomotiva Rocket di Stephenson, fu aperta nel 1830; la linea ebbe un tale successo che permise alla ferrovia di diffondersi ovunque. I treni rivoluzionarono anche il trasporto delle merci, dato che un singolo treno poteva trasportare 20 volte il carico di un barcone su canale e raggiungere la sua destinazione otto volte più velocemente. Questo consentì che i beni di consumo e le materie prime trasportate dai treni fossero più a buon mercato di prima.

Dal 1848 i passeggeri potevano viaggiare a da Londra a Glasgow in 12 ore, un viaggio che sarebbe durato molti giorni in diligenza. Entro il 1870 la Gran Bretagna aveva 24.000 chilometri (15.000 miglia) di linee ferroviarie. Le persone erano più interconnesse di quanto lo fossero mai state prima. Persino i meno abbienti potevano permettersi biglietti per gite a buon mercato, così anche le località di mare prosperarono. Un viaggio da Londra a Brighton in diligenza durava cinque giorni e costava £1,20 nel 1830; dieci anni dopo, lo stesso percorso in treno durava tre ore e costava 40 pence.

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A Gallery of 30 Industrial Revolution Inventions

The Industrial Revolution, usually dated from around the mid-18th century to the mid-19th century, brought an extraordinary array of inventions that...

Le aziende, specialmente i produttori alimentari, avevano ora la possibilità di raggiungere nuovi mercati precedentemente troppo cari o troppo lontani per la vendita di prodotti freschi. Non più limitati ai soli mercati locali, dove erano già ben conosciuti, i venditori investivano in pubblicità nelle animate stazioni ferroviarie di tutto il paese. Le ferrovie crearono decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. Il vapore era usato anche per alimentare le navi costruite in metallo, più veloci e più affidabili dei bastimenti che usavano solo le vele. Gli arsenali erano altri importanti fornitori di lavoro. La crescita dei trasporti alimentati a vapore perpetuavano il successo delle industrie del carbone, del ferro e dell’acciaio. Nel 1850 in Gran Bretagna furono prodotti 2,25 milioni di tonnellate di ghisa grezza, a fronte delle 70.000 tonnellate del 1786. Sheffield divenne il maggior produttore di acciaio al mondo; la città aveva cinque fabbriche di acciaio nel 1770, ma 135 entro il 1856.

Le ferrovie velocizzarono moltissimo le comunicazioni. I treni consegnavano giornali da una zona del paese all’altra in giornata e distribuivano lettere e pacchi in 24 ore. Le ferrovie ispirarono l’invenzione del telegrafo elettrico inventato nel 1837 da William Fothergill Cook (1806-1879) a Charles Wheatstone (1802-1875), cosicché i macchinisti potevano comunicare con le stazioni. Presto la gente poté inviare messaggi privati e anche i giornalisti usavano il telegrafo per contattare i loro uffici, in questo modo la consegna delle notizie fu significativamente velocizzata. Man mano che la Rivoluzione Industriale si diffondeva negli altri paesi europei e negli Stati Uniti, aumentarono le comunicazioni e le opportunità di viaggi. Le navi a vapore che attraversavano l’oceano e i cavi intercontinentali del telegrafo resero il mondo più connesso di quanto lo fosse mai stato prima.

Come in altri settori della Rivoluzione Industriale, nuove modalità di trasporto portarono delle conseguenze negative. I canali e le compagnie di diligenze iniziarono il loro declino. Alcune persone furono costrette a cedere la loro terra per consentire la costruzione delle linee ferroviarie. C’era più inquinamento dell’aria e più rumore e la campagna era rovinata da strade, ponti e gallerie costruite per permettere ai treni il percorso più diretto tra le destinazioni.

Gli effetti sulla società

La popolazione della Gran Bretagna balzò dai 6 milioni del 1750 ai 21 milioni del 1851. Il censimento del 1851 in Gran Bretagna rivelò che, per la prima volta, le persone che vivevano nelle città superavano quelle che vivevano in campagna. Con l’urbanizzazione la popolazione di città come Manchester, Liverpool, Sheffield e Halifax si decuplicò nel 19° secolo. I giovani avevano più opportunità di incontrarsi e di sposarsi prima e il tasso delle nascite salì rispetto alle società nelle aree rurali.

London Housing by Gustave Doré
Alloggi di Londra di Gustave Doré
Gustave Doré (Public Domain)

La vita era difficile nelle città che si erano sviluppate intorno alle fabbriche e ai bacini carboniferi. Molte famiglie erano costrette a condividere la stessa casa. “A Liverpool tra il 1840 e il 1849, 40.000 persone vivevano nei sotterranei, con una media di 6 persone per sotterraneo" (Armstrong, 188). L’inquinamento divenne un problema serio in molti luoghi. La scarsa igiene portò alla diffusione di malattie. Nel 1837, 1839 e 1847, ci furono epidemie di tifo e nel 1831 e nel 1849 di colera. Un’altra conseguenza dell’urbanizzazione fu la crescita della piccola criminalità. I criminali si sentivano più sicuri nell’anonimato sempre crescente della vita nelle città.

L’istruzione di molti bambini fu sostituita dalla giornata di lavoro, una scelta spesso fatta dai genitori per integrare un magro reddito familiare. C’erano delle scuole rudimentali e alcuni datori di lavoro fornivano un certo livello di istruzione, ma l’obbligo scolastico dai 5 ai 12 anni di età e le istituzioni necessarie per assicurarlo sarebbe arrivato solo nel 1870. I tassi di alfabetizzazione migliorarono in questo periodo grazie alla disponibilità di libri a buon mercato resi possibili dalle economie di scala derivanti dalle macchine per la fabbricazione della carta e dalle macchine tipografiche.

Il consumismo si sviluppò ora che le classi operaie potevano permettersi prodotti di massa. C’erano più negozi che mai per soddisfare la domanda e le scorte erano più interessanti, con beni esotici provenienti da tutto l’Impero Britannico. Si formò una classe media urbana, ma il divario tra coloro che erano in basso e chi stava in alto si allargò. Gli operai delle fabbriche, per esempio, possedevano poche abilità trasferibili e quindi erano bloccati al loro livello di lavoro. Nel passato un tessitore a mano avrebbe potuto risparmiare, forse per molti anni, per creare la propria azienda con i propri dipendenti, ma quel modo di salire la scala sociale ora diventava molto più difficile da raggiungere. Il capitale poteva aver sostituito la terra come indicatore di ricchezza, ma per la maggior parte delle persone, la Rivoluzione Industriale portò un diverso modo di vivere, non necessariamente migliore.

Domande e risposte

Quale fu l'impatto della Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna?

L'impatto della Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna fu notevole e multiforme. Le macchine alimentate a vapore e il sistema industriale portarono alla perdita del lavoro tradizionale specializzato, ma furono creati nuovi posti di lavoro non qualificati. Le industrie del carbone, del ferro e dell'acciaio si espansero velocemente. Ovunque furono costruite ferrovie e i beni di largo consumo diventarono più a buon mercato.

Quali furono i quattro effetti principali della Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna?

I quattro effetti della Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna furono: più donne e bambini lavoravano, l'urbanizzazione crebbe, l'alimentazione migliorò man mano che il cibo diventava più economico e più ampiamente disponibile e nelle città dove c'era scarsa igiene si diffusero le malattie.

Info traduttore

Luciana Picciarelli
Babeth ha insegnato inglese presso il British Council di Milano. Parla correntemente francese, inglese e italiano e ha 25 anni di esperienza nel campo dell'istruzione. Ama viaggiare e scoprire la storia e il patrimonio di altre culture.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è uno scrittore a tempo pieno oltre che ricercatore, storico ed editore. Altri suoi interessi riguardano l'arte, l'architettura, e la scoperta delle idee che le civiltà condividono. Laureato in filosofia politica, è direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2023, aprile 24). Impatto della Rivoluzione Industriale Britannica [The Impact of the British Industrial Revolution]. (L. Picciarelli, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2226/impatto-della-rivoluzione-industriale-britannica/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Impatto della Rivoluzione Industriale Britannica." Tradotto da Luciana Picciarelli. World History Encyclopedia. Modificato il aprile 24, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2226/impatto-della-rivoluzione-industriale-britannica/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Impatto della Rivoluzione Industriale Britannica." Tradotto da Luciana Picciarelli. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 24 apr 2023, https://www.worldhistory.org/article/2226/the-impact-of-the-british-industrial-revolution/. Web. 22 lug 2025.