Le donne durante l'Impero mongolo

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Aldo Copetti
pubblicato il
X
translations icon
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Spagnolo

Le donne durante l'Impero mongolo (1206-1368) sbrigavano le faccende domestiche, affrontavano le avversità della vita nelle steppe assieme agli uomini ed erano in gran parte responsabili della cura degli animali, dell'allestimento degli accampamenti, dell'educazione dei bambini, della produzione e preparazione del cibo. Avendo in generale maggiori diritti rispetto ad altre culture contemporanee sia ad est che ad ovest della Mongolia, le donne potevano possedere o ereditare delle proprietà, erano coinvolte nelle cerimonie religiose e ricoprivano il ruolo di sciamano, e le mogli di grandi capi religiosi potevano esprimere la propria opinione durante le riunioni tribali. Molte donne mongole, vedove o madri di Gran Khan, hanno persino regnato come reggenti fino all'elezione di un nuovo Khan come sovrano dell'Impero mongolo, spesso per un periodo di diversi anni.

Wife of Yuan Emperor Yingzong
Moglie dell'Imperatore Yuan Yingzong
Unknown Artist (Public Domain)

Allestimento dell'accampamento

In quanto popolo nomade, tutti - uomini, donne e bambini - dovevano saper cavalcare bene ed usare l'arco per cacciare. Analogamente, uomini e donne erano di solito in grado di occuparsi dei reciproci compiti dal momento che in caso di morte di uno dei due, il coniuge superstite aveva l'onere di prendersi cura della famiglia e del suo gregge. Le donne erano responsabili sia dell'allestimento dell'accampamento che della sua smobilitazione, caricando le tende yurte e gli effetti personali della famiglia sui carri, che solitamente conducevano, e caricando gli animali da soma come i cavalli ed i cammelli.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement
In quanto esperte nella gestione degli accampamenti, le donne erano un elemento importante nella logistica, di vitale importanza per i combattimenti mongoli.

Vi era all'interno della yurta uno spazio dedicato agli uomini ed uno per le donne, i primi ad ovest e le seconde ad est dove si trovava lo spazio per cucinare (facilmente individuabili in quanto la posizione dell'ingresso era tradizionalmente rivolto a sud). La posizione stessa della yurta nell'accampamento (ordu) era importante all'interno dell'accampamento imperiale ed in quelli maggiori, in cui alla prima moglie spettava la tenda più ad ovest, alla più giovane quella ad est, ed alle concubine, ai bambini, ed ai servi lo spazio infondo.

In quanto esperte nella gestione di accampamenti, le donne erano un elemento importante della logistica, di vitale importanza per i combattimenti mongoli caratterizzati da unità di cavalleria veloci e leggere. Solitamente le principali forze di combattimento erano seguite da carovane molto più lente con rifornimenti e cavalli, spesso guidate da una sola donna.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Mongolian Yurt
Yurta mongola
Princeton University Art Museum (Public Domain)

Faccende domestiche

Le donne mongole si prendevano cura degli animali, raccoglievano il cibo, lo cucinavano e preparavano mentre gli uomini erano a caccia. Producevano formaggio, burro, essiccavano il latte cagliato, e dovevano prendersi cura del gregge mentre gli uomini erano a caccia, per periodi anche di diverse settimane. Le donne mungevano le pecore, le capre e le mucche mentre solo gli uomini si occupavano di mungere le giumente per produrre le bevande alcoliche che allora erano molto diffuse. Le donne erano coinvolte nel laborioso processo di sbattimento del latte in grandi sacche di pelle con l'uso di una pala in legno, un processo che richiedeva diverse ore, al termine del quale si otteneva il kumis, bevanda leggermente alcolica bevuta ancora oggi. Alle donne era concesso godersi il frutto del loro duro lavoro in quanto bere senza limiti pare fosse una norma sociale sia per gli uomini che per le donne senza alcuno stigma (anche se si aveva un certo onore). Le donne non erano escluse neanche dai rari banchetti che si tenevano quando diverse tribù nomadi si radunavano, per esempio, in occasione di incontri tra capi tribù per l'elezione di un nuovo leader o per celebrare compleanni importanti, matrimoni ed altre cerimonie.

Il matrimonio e la famiglia

Le mogli ricevevano una piccola parte delle proprietà del marito, che gestivano per poi affidArle al più giovane dei figli dopo la morte del padre.

Secondo tradizione, i matrimoni mongoli avevano l'obiettivo di cementare i rapporti tra clan e rafforzare alleanze. Infatti, era consuetudine sposare qualcuno al di fuori del proprio clan (esogamia) ed era comune anche il rapimento di donne da tribù rivali come mezzo per rafforzare il proprio clan ed indebolire l'altro. Gran parte dei matrimoni, tuttavia, erano organizzati per rafforzare dei legami già esistenti tra famiglie.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Gli uomini pagavano un tributo al futuro suocero oppure offrivano manodopera per ottenere la mano della sposa. Dato che gli uomini nomadi erano relativamente poveri, era usanza comune il rapimento della moglie con un'incursione, senza ricercare alcun beneficio politico. In matrimoni combinati più raffinatamente, la futura sposa tipicamente portava con sè una dote consistente in beni di valore come bestiame, gioielli, stoffe, servi, e possibilmente schiavi. La dote poteva essere 'pagata' nell'arco di diversi anni ed era in genere di valore inferiore a quanto lo sposo e la sua famiglia avevano versato per la sposa. La dote rimaneva di proprietà della sposa ed alla sua morte andava divisa tra i figli. Nella vita dei nomadi, sempre molto pratica, era possibile contrarre un secondo matrimonio tra le stesse due famiglie, per cui ognuna forniva uno sposo ed una sposa così da evitare la necessità di dover far fronte al pagamento per le spose. Le mogli ricevevano una piccola parte delle proprietà del marito, che gestivano per poi consegnarle al figlio minore alla morte del padre.

Tolui & Sorghaghtani
Tolui e Sorghaghtani
Unknown Artist (Public Domain)

Le donne si occupavano dei bambini e sembra abbiano svolto un ruolo attivo nel prendere decisioni per la famiglia, teoria supportata da fonti come The Secret History of the Mongols del XIII secolo nel quale si menzionano i discorsi fatti dalle mogli dei sovrani per incoraggiare e rafforzare la lealtà dei guerrieri verso i loro mariti. Un modo per promuovere la lealtà era l'ospitalità - intrattenendo la famiglia del marito, gli alleati, ed ogni visitatore - e ciò era responsabilità della moglie. Se un marito fosse morto prima della propria moglie, questa poteva essere 'adottata' da un giovane parente del defunto. Secondo la legge mongola, le donne potevano ottenere il divorzio e possedere delle proprietà ma non è verificabile quanto ciò avvenisse nella pratica. In caso di adulterio sia l'uomo che la donna erano giustiziati.

La società mongola era patrilineare, e la poligamia era comune tra quegli uomini che potevano permettersi più mogli e concubine. Tuttavia, una moglie era sempre eletta come principale o prima, ed era suo figlio ad ereditare le proprietà e/o la posizione nella tribù del padre. In quanto di solito ereditiero delle proprietà di famiglia, il figlio minore e sua moglie spesso vivevano con i genitori di lui. Le prime mogli di leader di una tribù rimaste vedove spesso facevano le veci del loro defunto marito alle riunioni tribali come il kurultai durante cui si decidevano i futuri sovrani.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Abbigliamento

Le donne mongole ottenevano il feltro pestando lana di pecora. Producevano poi materiale tessile dalla pelle degli animali e conciavano il cuoio. I tessuti e l'abbigliamento erano una delle importanti risorse di una famiglia ed erano spesso donati come regali e costituivano parte della dote di una sposa. L'abbigliamento di uomini e donne era piuttosto simile, in quanto entrambi indossavano indumenti intimi in seta o cotone, pantaloni, spessi stivali in feltro o pelle, ed un cappello conico in feltro e pelliccia con risvolti per le orecchie ed un orlo ripiegato all'insù sul davanti.

L'indumento più riconoscibile, ancora oggi vastamente utilizzato, era la vestaglia corta o deel. Questa lunga giacca era ripiegata e chiusa sul lato sinistro del petto (il risvolto sinistro viene sovrapposto al destro) con un bottone o un laccio posto appena sotto l'ascella destra. Alcuni deel avevano delle tasche e le maniche tipicamente scendevano solo fino al gomito. Lo strato più esterno del capo era di cotone o seta ed alcune versioni più pesanti avevano uno strato aggiuntivo di pelliccia o feltro o un'imbottitura di piume. Lo strato interno era tipicamente risvoltato verso l'esterno all'estremità delle maniche e all'orlo. Per coloro che potevano permetterselo, la giacca poteva avere delle finiture di pelliccia esotica al colletto e all'orlo. Si indossava poi una larga cintura di pelle decorata con elementi in metallo, le cui versioni femminili sono particolarmente decorative. In inverno veniva indossato un pesante cappotto di pelliccia o feltro sopra il deel.

Mongol Clothing of the Imperial Court
Abbigliamento mongolo della Corte imperiale
smartneddy (CC BY-SA)

Gli uomini e le donne dell'elite si distinguevano indossando alcune piume di pavone sui loro cappelli. Uno dei pochi campi in cui le donne si differenziavano dagli uomini, e quindi riservato solo alle donne d'elite, era l'elaborato copricapo boqta con decorazioni fatte di perle e piume. Questo copricapo può ancora oggi essere osservato, per esempio, quando le donne kazake partecipano alle festività tradizionali. Sia uomini che donne indossavano orecchini, e le donne erano solite aggiungere decorazioni in metallo, perle e piume ai loro capelli.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Religione

La religione praticata dai mongoli includeva elementi di sciamanismo e gli sciamani potevano essere sia uomini (bo'e) che donne (iduqan). Gli indumenti indossati dagli sciamani spesso riportavano simboli come tamburi e teste di cavallo, rappresentazioni del guardiano e dello spirito protettore della popolazione mongola. Gli sciamani erano considerati in grado di leggere segni come le fratture nelle ossa delle spalle delle pecore, permettendogli di prevedere eventi futuri. Un'altra abilità sciamana era quella di poter alterare il meteo, in particolare di portare pioggia nelle spesso aride steppe. Gli sciamani potevano spesso fornire aiuto per problemi di salute e riportare spiriti travagliati al loro legittimo corpo. Le donne partecipavano anche di altre religioni praticate nell'impero come il taoismo, il buddismo tibetano, l'islam, talvolta anche presiendendo alle celebrazioni. Le donne imperiali potevano anche essere generose patrone di alcune religioni e delle loro istituzioni.

Donne mongole famose

Alan Goa

Alan Goa (Alan-qo'a) era la mitica madre del popolo mongolo che si diceva avesse insegnato ai suoi cinque figli che per prosperare avrebbero dovuto sempre restare uniti e supportarsi a vicenda. Per trasmettere questo messaggio, gli aveva dato una lezione di unità conosciuta come la Parabola delle Frecce. Alan Goa diede ad ogni figlio una freccia e gli disse di spezzarla; ogni figlio lo fece con facilità. Mostrò poi loro un fascio di cinque frecce che nessuno di loro riuscì a spezzare. Tristemente, i discendenti di Genghis Khan (r. 1206-1227) non avrebbero ricordato questa storia frammentando l'Impero mongolo in diversi khanati indipendenti.

Hoelun

Hoelun (Hoelun-Eke o Hoelun-Ujin) era la madre di Genghis Khan che fuggì con suo figlio nelle steppe selvagge dopo che suo marito, il leader tribale Yisugei, fu avvelenato da un rivale. Genghis, allora chiamato Temujin, aveva appena nove o dodici anni a quel tempo quindi non riuscì a mantenere la lealtà dei seguaci di suo padre. Come conseguenza, lui e sua madre furono abbandonati nelle steppe asiatiche, lasciati a morire. Tuttavia, la famiglia emarginata riuscì a procacciarsi del cibo e vivere dei prodotti della terra. The Secret History of the Mongols dipinge Hoelun come una donna forte in grado di riunire i propri bambini assieme e creare per loro una nuova vita, grazie a cui suo figlio riuscì a creare uno dei più grandi imperi del mondo.

Toregene

Toregene Khatun (Doregene-Qatun, r. 1241-1246), precedentemente moglie di principe dei Merkit Qudu, regnò come reggente dopo la morte di suo marito Ogedei Khan nel 1241. Mantenne il potere finchè un gran consiglio di leader mongoli elesse il successore di Ogedei, il figlio di Toregene Guyuk Khan, nel 1246. Il regno di Toregene non gode di buona considerazione tra le fonti contemporanee, ma queste ultime sono cinesi e quindi, di fatto, scritte da nemici o conquistati dai mongoli.

Coin of the Mongol Regent Toregene
Moneta della reggente mongola Toregene
Nyamaa (Public Domain)

Nonostante le venga riconosciuta una grande intelligenza, astuzia, e formidabili abilità politiche, viene fortemente criticata per la sua vessante politica tassatoria che incluse la privatizzazione della riscossione delle imposte per cui gli esattori fiscali potevano tenere tutto per loro stessi anche ben oltre quanto stabilito secondo accordo per il territorio sotto la loro supervisione. I profitti aumentarono ma a costo dello sviluppo di corruzione e di un sovraccarico per gli agricoltori. Altre critiche includono la sua (presunta) disposizione a dare troppo ascolto ai consiglieri musulmani vicini a lei (in particolar modo una schiava persiana di nome Fatima), e le sue manovre per rimuovere ogni ostacolo all'ascesa di suo figlio all'elezione a Khan. Toregene promosse inoltre legami diplomatici con vari principi ed elargì ricchi doni per aumentare la base di supporto di suo figlio, un processo che fu in grado di perseguire grazie alle sue tattiche dilatorie ed alla politica tassatoria. Deve essere morta da donna felice, decedendo nel 1246 d.C. poco tempo dopo che suo figlio Guyuk ebbe ottenuto il titolo di Gran Khan (r. 1246-1248 d.C.).

Sorghaghtani

Sorghaghtani Beki (Soroqoqtani, -1252) era una principessa Kereita divenuta prominente come vedova di Tolui (c. 1190 - c. 1294) e sorella di Begtutmish Fujin, vedova di Jochi, uno dei figli di Genghis Khan. Tolui era il minore dei figli di Genghis Khan e padre di Mongke Khan (r. 1251-1259) e di Kublai Khan (r. 1260-1294), ma morì a circa 40 anni; i suoi territori nella Cina settentrionale e la sua posizione tribale furono mantenuti da Sorghaghtani. La principessa potrebbe aver avvisato Batu Khan, leader di quella che sarebbe diventata l'Orda d'Oro e il khanato occidentale dell'Impero mongolo, dei piani di Guyuk Khan, Gran Khan a quel tempo, per attaccare Batu. Alla fine Guyuk morì prima che una simile campagna avesse inizio ma Batu avrebbe mostrato la sua gratitudine fornendo supporto al figlio di Sorghaghtani Mongke che fu eletto come successore di Guyuk.

Oghul Qaimish

Oghul Qaimish (Oqol-Qaimish, r. 1248-1251), era la moglie di Guyuk Khan, e quando egli morì nel 1248. per avvelenamento, regnò come reggente. Oghul ignominosamente rimosse, nel 1250, una delegazione di Re Luigi IX di Francia (r. 1226-1270), comunicando all'ambasciatore Frate Andrea di Longjumeau che sarebbe stato richiesto il pagamento di un ingente tributo se il suo Paese avesse voluto evitare la distruzione per mano dell'esercito mongolo. Il regno di Oghul ha poco che lo contraddistingua, ed ella rimase per lo più nel retroscena della politica. Una sua rilevante riforma consistette nell'aumento delle tasse alla classe contadina, dalla precedente norma basata sul versamento per ogni centinaio di animali all'irrealistica norma di pagamento per ogni dieci animali.

Oghul mantenne il potere fino al 1251 quando Mongke Khan fu eletto sovrano. Oghul fu infine fatta prigioniera, tenuta con le mani legate insieme da cinghie di cuoio, e poi esposta ad un processo pubblico da Mongke nel dicembre 1252 quando purgò tutte le parti dello Stato che considerava fedeli al precedente regime, in particolare al clan Ogedei. Al suo processo, Oghul fu spogliata dei suoi abiti ed accusata di essere troppo coinvolta nello sciamanismo perchè potesse perseguire il bene dello Stato ed, ancor peggio, colpevole di tradimento. Dichiarata colpevole, Oghul fu gettata nel fiume Kerulen avvolta in un sacco di feltro - un fato di solito riservato alle streghe secondo la giustizia mongola in quanto si credeva che il male non potesse scorrere attraverso l'acqua e potesse persino essere purificato da essa.

Info traduttore

Aldo Copetti
Studente di ingegneria edile-architettura presso l'Università di Napoli Federico II, in Italia. Appassionato di storia, cultura ed arte in tutte le loro forme.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2019, ottobre 30). Le donne durante l'Impero mongolo [Women in the Mongol Empire]. (A. Copetti, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1466/le-donne-durante-limpero-mongolo/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Le donne durante l'Impero mongolo." Tradotto da Aldo Copetti. World History Encyclopedia. Modificato il ottobre 30, 2019. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1466/le-donne-durante-limpero-mongolo/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Le donne durante l'Impero mongolo." Tradotto da Aldo Copetti. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 30 ott 2019. Web. 24 apr 2024.