Aquileia

Definizione

Donald L. Wasson
da , tradotto da Babeth Étiève-Cartwright
pubblicato il
X
translations icon
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Portoghese, Serbo, Turco
Roman Ruins at Aquileia (by Zumzum~commonswiki, Public Domain)
Rovine romane di Aquileia
Zumzum~commonswiki (Public Domain)

L'antica città di Aquileia era situata vicino all'estremità nord del Mare Adriatico, a ovest della provincia romana dell'Illiria. La posizione strategica della città ebbe un ruolo cruciale nell'espansione della Repubblica romana, fungendo da cuscinetto contro le possibili invasioni delle tribù germaniche a nord. Come colonia dotata di importanti strutture portuali, Aquileia permise ai Romani di sfruttare sia le vicine miniere d'oro sia l'abbondante ambra della regione.

A nord della colonia si trovava il territorio indipendente del Norico. Sotto l'imperatore romano Augusto (27 a.C. - 14 d.C.), nel 16 a.C. sarebbe diventato una provincia romana. Sebbene il Norico controllasse alcune rotte minori attraverso le Alpi, la sua posizione a sud del Danubio e le abbondanti riserve di ferro e oro erano di gran lunga più preziose per la Repubblica, consentendo la nascita di scambi commerciali tra il Norico e l'Italia nord-orientale, in particolare Aquileia. Come cuscinetto e centro di commercio, la città sarebbe diventata una delle città più grandi e ricche dell'Impero romano, diventando la capitale della Venetia e dell'Istria.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Una regione gallica

Quando i Galli furono espulsi nel 181 a.C., i Romani stabilirono una colonia ad Aquileia per proteggere e sfruttare le risorse della zona.

A nord e a nord-est della penisola italiana, molto più a ovest di Aquileia, si trovava la Gallia Cisalpina e Transalpina. Durante la prima e media Repubblica romana, l'area non era considerata parte dell'Italia, che si estendeva solo ai piedi degli Appennini. La Gallia cisalpina comprendeva l'area che va dalle pianure del Po agli Appennini, mentre la Gallia transalpina si estendeva oltre le Alpi verso nord. Anche se le fonti variano, inizialmente la Gallia cisalpina era la patria degli Etruschi; tuttavia, le tribù celtiche provenienti dal nord delle Alpi - tra cui gli Insubri e i Senoni - si trasferirono gradualmente nell'area e, alla fine del IV secolo a.C., gli Etruschi erano stati completamente espulsi, consentendo così ai Celti (Galli) di compiere occasionali incursioni nel territorio italiano.

Intorno al 390 a.C., i Celti ebbero il coraggio di spingersi più a sud e di saccheggiare la città di Roma. Tom Holland, nel suo Rubicon, scrisse che "un'orda barbarica aveva fatto irruzione senza preavviso attraverso le Alpi, aveva messo in fuga un esercito romano in preda al panico e aveva invaso Roma" (234). Anche se sporadiche incursioni continuarono nel III secolo a.C., nel 225 a.C. Roma riuscì a sconfiggere gli invasori gallici a Talamone, una città situata sulla costa dell'Etruria tra Roma e Pisa. Resisi conto dell'importanza e del potenziale della regione, i Romani intrapresero una campagna di tre anni, conquistando Mediolanum (Milano) nel 223 a.C.. Ulteriori tentativi di spostarsi verso nord furono sventati dal comandante cartaginese Annibale nella Seconda guerra punica (218-201 a.C.), dove molte tribù celtiche si schierarono con Annibale. Dopo la sua sconfitta, Roma continuò la sua incursione nella regione, stabilendo colonie a Cremona e Placentia (Piacenza).

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Sotto dominio romano

Nel 186 a.C., la regione di Aquileia era ancora controllata dai Galli transalpini che regolavano i viaggi attraverso le Alpi Giulie. Quando i Galli furono espulsi nel 181 a.C., i Romani vi stabilirono una colonia per proteggere e sfruttare le risorse della zona. Anche se spesso saccheggiata dalle tribù vicine in guerra, l'importanza di Aquileia come importante crocevia fu riconosciuta sia da Giulio Cesare (100-44 a.C.) sia dal suo successore Augusto. Come roccaforte militare, è talvolta indicata come Roma Secunda o Seconda Roma, in quanto centro di rifornimento per l'esercito romano. Durante il decennio in cui Cesare si allontanò da Roma per conquistare la Gallia e condurre una campagna in Britannia, Aquileia servì come quartier generale invernale. Nel suo libro La conquista della Gallia, scrive della sua preparazione a combattere gli Elvezi. Oltre alla creazione di due nuove legioni, "il comandante romano [Cesare] si affrettò a tornare in Italia, dove... richiamò dai loro cantoni invernali intorno ad Aquileia le tre che costituivano il suo stabilimento originario in queste contrade" (7).

Caesar in Gaul
Cesare in Gallia
The Creative Assembly / SEGA (Copyright)

Dai tempi di Cesare fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Aquileia ebbe un ruolo importante ma ambiguo nella storia: fu assediata da imperatori caduti, da tribù germaniche e, infine, dagli Unni. Nel 68 d.C. l'imperatore Nerone (54-68 d.C.), con qualche aiuto, si suicidò, lasciando quattro comandanti romani a contendersi il trono e il controllo di un vasto impero. Il primo dei quattro, Galba (68-69 d.C.), fu ucciso dalla sua stessa Guardia Pretoriana; il suo successore, Otone (69 d.C.), si suicidò mentre il suo esercito cadeva sotto i colpi del suo successore Vitellio (69 d.C.). A Vitellio non restava che affrontare Vespasiano (69-79 d.C.), un comandante popolare e formidabile. Mentre Vespasiano si dirigeva verso Roma, il comandante romano Marcus Primus si schierò a favore di Vespasiano e con le sue legioni danubiane marciò in Italia, assediando Aquileia e sbaragliando Vitellio a Cremona. Vitellio sarà infine sconfitto, torturato e ucciso a Roma.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Nonostante i sanguinosi eventi del 69 d.C., l'Anno dei Quattro Imperatori, il periodo tra Augusto e Marco Aurelio (161-180 d.C.) fu conosciuto come Pax Romana, un periodo di relativa pace e prosperità economica. Essa si concluse con la morte dell'imperatore-filosofo Marco Aurelio nel 180 d.C. e con l'ascesa del tanto criticato Commodo (180-192 d.C.). In questo periodo, una pestilenza stava devastando l'Impero e avrebbe causato la morte del co-imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.). Nel 167 d.C., le tribù germaniche del nord, i Quadi, gli Iazigi e i Marcomanni, approfittarono della situazione e attraversarono le terre a sud del Danubio bruciando Opitergium e assediando Aquileia. Per la prima volta dopo quasi tre secoli, i barbari erano in Italia. Aurelio armò gladiatori e schiavi, formò due legioni, Italica II e Italica III, e si mosse verso nord. Sebbene vi sia un certo dibattito, Aquileia servì come prima base per ciascuna legione. Per i cinque anni successivi, l'imperatore combatté contro i barbari, poi fece un ritorno trionfale a Roma.

La crisi del III secolo

Poco più di quattro decenni dopo, le legioni II Parthica e I Adiutrix si trovavano in Pannonia sotto la guida dell'imperatore Massimino il Trace (235-238 d.C.) per combattere i Germani e i Sarmati e prepararsi ad affrontare i Galli. Da Roma giunse la notizia che l'imperatore era stato detronizzato e che Gordiano I e suo figlio Gordiano II erano stati nominati co-imperatori in Africa; tuttavia, il loro breve regno sarebbe presto terminato grazie alla Legio III Augusta. Massimino e la sua legione marciarono in Italia per reclamare il suo trono, ma trovarono una decisa resistenza ad Aquileia e, dopo un tentativo di attraversare il fiume su un pontone, non riuscirono comunque a conquistare la città. Le pesanti perdite, la carenza di cibo e le malattie provocarono un abbassamento della disciplina e del morale. Soldati scontenti della Legio II Parthica e uomini della Guardia Pretoriana entrarono nella sua tenda e uccisero l'imperatore caduto e suo figlio. I loro corpi furono mutilati e le loro teste furono inviate a Roma. Pupieno (238) era stato nominato co-imperatore con Balbino dopo la morte di Gordiano II e di suo padre. Il compito iniziale di Pupieno era quello di respingere Massimino; tuttavia, quando seppe della morte dell'imperatore, marciò verso Aquileia dove il popolo gli aprì le porte. Le truppe di Massimino furono rimandate a casa. In seguito, Pupieno e il suo co-imperatore furono uccisi.

Galerius
Galerio
Peter Roan (CC BY-NC-SA)

Sebbene l'Impero romano fosse stato diviso in due dall'imperatore Diocleziano (284-305 d.C.), fu riunito da Costantino I (306-337 d.C.). Dopo la sua morte, si svilupparono presto gelosie tra i suoi successori. Nel 341 d.C., Costantino II (337-340 d.C.), approfittando dell'assenza di Costante I (337-350 d.C.), invase l'Italia per affrontare l'esercito del fratello, ma le forze rimanenti di Costante tesero un'imboscata e uccisero Costantino II ad Aquileia. Nel 354 d.C., Giuliano (361-363 d.C.), un cugino, ottenne successi in Gallia e in Germania. Invidioso, Costanzo II ordinò al cugino minore di inviare il suo esercito in Oriente. Giuliano, naturalmente, rifiutò e marciò per incontrare Costanzo. Dopo che la città di Aquileia riuscì a resistere al suo attacco, Giuliano fu costretto a proseguire verso est lungo il Danubio, raggiungendo i Balcani. Tuttavia, non avrebbe mai affrontato il cugino in battaglia; Costanzo morì prima del loro incontro.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Distruzione da parte degli Unni

Mentre l'Impero romano d'Oriente prosperava, l'Occidente si avviava verso la sua definitiva caduta. Tuttavia, prima di cadere sotto le invasioni, verso il 476 d.C., dovette affrontare un altro avversario: Attila, il flagello di Dio. Dopo aver devastato i Balcani nel 451 d.C., Attila attraversò il Reno e saccheggiò la Gallia. Sconfitto a Chalons nella battaglia dei Campi Catalaunici (la sua unica sconfitta), assediò Aquileia e Milano. Gli aquileiesi furono costretti a fuggire dalla città e a rifugiarsi a Venezia.

Army of Attila the Hun
Esercito di Attila
The Creative Assembly (Copyright)

Una storia che sembra quasi mitica vede Attila e il suo esercito fuori dalla città di Aquileia, intenti a discutere se assediare o lasciare la città. Attila notò una madre cicogna con i suoi piccoli che nidificavano in una delle torri della città. La cicogna raccolse i suoi piccoli e volò via. Per Attila era un segno, un preannuncio, che indicava che una qualche catastrofe stava per colpire la città. Invece di andarsene, Attila e il suo esercito continuarono l'assedio e con la caduta della città si aprirono le principali vie d'accesso all'Italia nord-orientale. Ci sarebbe voluto del tempo prima che la città fosse ricostruita.

Domande e risposte

Qual è la storia di Aquileia?

Aquileia passò sotto il dominio romano nel 181 a.C., quando i Romani vi stabilirono una colonia per proteggere e sfruttare le risorse della zona. Come centro di commercio, la città sarebbe diventata una delle più grandi e ricche città dell'Impero Romano. Fu distrutta da Attila, l'Unno, nel 452 d.C., ma fu ricostruita e continuò a vivere nel Medioevo e oltre.

Quando fu fondata Aquileia?

Aquileia fu fondata come colonia romana nel 181 a.C.

Info traduttore

Babeth Étiève-Cartwright
Marco, diplomato in management arte cultura e comunicazione presso l'Università L. Bocconi, sta per ottenere una Laurea Magistrale in Beni archeologici, artistici e del paesaggio: storia, tutela e valorizzazione presso Ravenna (Unibo)

Info autore

Donald L. Wasson
Donald insegna Storia antica, medievale e Storia degli Stati Uniti al Lincoln College di Normal, Illinois. È sempre stato (e sempre sarà) uno studioso di storia, sin da quando incontrò per la prima volta la figura di Alessandro Magno. Il suo desiderio è quello di trasmettere tale conoscenza ai suoi studenti.

Cita questo lavoro

Stile APA

Wasson, D. L. (2023, agosto 17). Aquileia [Aquileia]. (B. Étiève-Cartwright, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-682/aquileia/

Stile CHICAGO

Wasson, Donald L.. "Aquileia." Tradotto da Babeth Étiève-Cartwright. World History Encyclopedia. Modificato il agosto 17, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-682/aquileia/.

Stile MLA

Wasson, Donald L.. "Aquileia." Tradotto da Babeth Étiève-Cartwright. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 17 ago 2023. Web. 24 apr 2024.