Donne nell'Antica Grecia

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Mark Cartwright
da , tradotto da Luciana Picciarelli
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Le donne nell’antica Grecia avevano pochi diritti rispetto ai cittadini di sesso maschile. Non potevano votare, possedere terra, né ricevere eredità, il posto della donna era la casa e il suo scopo nella vita era allevare i figli. Questa è una descrizione generica e va ricordato che le nostre fonti sulla condizione delle donne greche nell’antichità sono incomplete e non sempre imparziali.

Purtroppo le informazioni su specifiche città-stato riguardanti le donne spesso scarseggiano e, se ci sono, provengono da autori maschili. Solo ad Atene il loro status e ruolo può essere descritto con molti dettagli. Non siamo neanche certi dell’applicazione pratica e quotidiana delle regole e delle leggi che sono sopravvissute dall’antichità. Sappiamo che le donne spartane erano trattate in qualche modo diversamente rispetto agli altri stati. Per esempio, dovevano fare allenamento fisico come gli uomini, gli era concesso di possedere la propria terra e potevano bere vino.

C’erano anche categorie di donne sulle quali abbiamo meno documentazione, come donne professioniste che lavoravano in negozi o come prostitute e cortigiane; le regole e tradizioni sociali che si applicavano a loro sono persino più vaghe che per le donne delle famiglie cittadine. Infine, in contrasto con la sorte della maggior parte delle donne, alcune eccezionali ed eccezionalmente, superavano le limitazioni della società greca e raggiungevano una fama durevole come poetesse (Saffo di Lesbo), filosofe (Arete di Cirene), figure politiche di spicco (Gorgo di Sparta e Aspasia di Atene) e dottoresse in medicina (Agnodice di Atene).

Symposiast & Hetaira
Simposiasta ed etera
Sebastià Giralt (CC BY-NC-SA)

Le donne nella mitologia

Considerando il loro ruolo limitato nella società c’è una sorprendente presenza di personaggi femminili nella religione greca e nella mitologia. Atena, la dea della saggezza e patrona di Atene si distingue come una figura potente, benedetta da intelligenza, coraggio e onore. Inoltre, nella maggior parte delle culture antiche dove l’agricoltura era cruciale per la comunità, le dee femminili della fertilità erano estremamente importanti e particolarmente venerate – Demetra e Persefone erano le più riverite dai greci.

Come in altre letterature dominate dagli uomini, alle donne era spesso assegnato il ruolo di sobillatrici, dalla gelosa Era ad Afrodite, che usavano il loro fascino per far perdere il senno agli uomini. Miti e letteratura abbondano di personaggi femminili che cercano di fare del loro meglio per deviare i piani degli eroi di sesso maschile, dalla suprema strega Medea alle mortali, benché amabili, sirene. Possono anche essere rappresentate come governate solo dalla cieca passione e dall’emozione estatica come le Menadi. In contrasto, la donna ideale, casta e fedele al marito assente, è impersonata da Penelope nell’Odissea di Omero. Le Muse sono un’altra rappresentazione positiva, celebrate non solo per la loro bellezza fisica, ma anche per le loro eclettiche abilità nelle arti. Se questi personaggi di fantasia avessero o meno qualche influenza sul ruolo delle donne nella vita reale rimane una domanda senza risposta, come pure quella più intrigante di che cosa pensassero le donne greche stesse di tali ruoli-modello creati dagli uomini? Forse non lo sapremo mai.

Athena (after the East pediment of the Parthenon)
Atena (dal frontone est del Partenone)
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Le ragazze

Come in molte altre culture dominate dagli uomini e agricole, le neonate erano molto più a rischio di essere abbandonate alla nascita dai loro genitori rispetto alla prole maschile. I figli dei cittadini frequentavano le scuole dove il curricolo si basava sulla lettura, la scrittura e la matematica. Una volta che queste abilità di base erano padroneggiate, gli studi venivano rivolti alla letteratura (per esempio Omero), alla poesia e alla musica (specialmente la lira). Anche l’atletica era un elemento essenziale nell’educazione dei giovani. Le ragazze ricevevano un’istruzione simile a quella dei ragazzi, ma con un’enfasi maggiore sulla danza, la ginnastica e la preparazione musicale che potevano essere esibite nelle competizioni musicali e nelle feste e cerimonie religiose. Lo scopo ultimo dell’educazione di una ragazza era prepararla al suo ruolo di madre di famiglia e non di stimolare direttamente il suo sviluppo intellettuale.

Lo scopo ultimo dell’educazione di una ragazza era prepararla al suo ruolo di madre di famiglia e non di stimolare direttamente il suo sviluppo intellettuale.

Una parte importante nell’educazione di una ragazza riguardava la pederastia (non era praticata solo da maschi maturi e ragazzi). Si trattava di una relazione tra un adulto e un adolescente che includeva relazioni sessuali ma, oltre ad una relazione fisica, il partner più grande agiva da mentore verso il o la giovane e li educava grazie alla sua esperienza pratica e di vita.

Giovani donne

Ci si aspettava che le giovani donne si sposassero vergini e il matrimonio era di solito organizzato dal loro padre, che sceglieva il marito e riceveva da lui una dote. Se una donna non aveva padre, allora i suoi interessi (prospettive di matrimonio e gestione della proprietà) erano curati da un tutore (kyrios o kurios), che poteva essere uno zio o un altro parente maschio. Sposata in genere all’età di 13 o14 anni, l’amore aveva poco a che fare con l’unione di marito e moglie (damar). Naturalmente, poteva nascere l’amore nella coppia, ma il meglio che si potesse sperare era philia- un generico sentimento di amicizia / amore; l'eros, l’amore come desiderio era spesso cercato altrove, non nel marito. Ci si aspettava che tutte le donne si sposassero, non era prevista una tutela o un ruolo per donne singole e mature nella società greca.

Greek Peplos Dress
Peplo greco
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Donne sposate

Nel focolare domestico ci si aspettava che le donne allevassero i figli e gestissero le necessità quotidiane della famiglia. Esse avevano l’aiuto degli schiavi se il marito poteva permetterseli. I contatti con maschi che non fossero di famiglia erano scoraggiati e le donne occupavano buona parte del loro tempo con attività all’interno della casa come la lavorazione della lana e la tessitura. Potevano uscire per far visita a delle amiche e potevano anche partecipare a cerimonie e feste religiose pubbliche. Tra gli studiosi è ancora oggetto di discussione se le donne potessero o meno assistere a spettacoli teatrali. Invece è certo che le donne non potevano prendere parte ad assemblee pubbliche, votare o svolgere incarichi pubblici. Il nome di una donna non doveva neanche essere menzionato in pubblico – né per buoni né per cattivi motivi.

Ancient Lovers
Amanti antichi
Mohawk Games (Copyright)

Le donne sposate erano, almeno secondo la legge, sotto la completa autorità dei loro mariti. Scrittori come Aristotele non avevano dubbi sul fatto che le donne fossero intellettualmente incapaci di prendere decisioni importanti da sole. Naturalmente, nella pratica, coppie individuali potevano anche aver condiviso più equamente la loro vita. Ci si aspettava che le donne fossero fedeli ai mariti, ma non il contrario, infatti i mariti potevano liberamente richiedere i servizi di prostitute, amanti fisse e cortigiane. Qualsiasi donna che non preservasse l’onore della famiglia (proteggendo così la legittima discendenza maschile) risultava colpevole del grave reato di moicheia che l’avrebbe condotta all’essere esclusa dalla pratica di cerimonie religiose pubbliche. Se un marito scopriva che la moglie intratteneva relazioni sessuali con un altro uomo poteva uccidere l’amante senza temere di essere processato.

Se il padre moriva, la donna di solito non ereditava nulla se aveva dei fratelli. In caso fosse figlia unica, o il tutore o il marito, se sposata, assumeva il controllo dell’eredità. In alcuni casi quando una donna nubile ereditava la proprietà del padre, era obbligata a sposare il suo parente più vicino, di solito uno zio. Le donne potevano ereditare alla morte di parenti di sesso maschile, solo se non c’erano atri discendenti maschi. Le donne avevano dei beni personali, in genere acquisiti come doni da membri della famiglia, che di solito consistevano in abiti e gioielli. Alle donne non era permesso fare testamento e alla loro morte, tutto ciò che possedevano andava al marito.

Head of Penelope
Testa di Penelope
Carole Raddato (CC BY-SA)

I matrimoni potevano finire per tre ragioni. La prima e la più comune era il ripudio da parte del marito (apopempsis o ekpempsis). Non era necessario nessun motivo, ci si aspettava solo che fosse restituita la dote. La seconda causa era l’abbandono del focolare domestico da parte della moglie (apoleipsis) e in questo caso il nuovo tutore della donna doveva agire come suo rappresentante legale. Questo era, comunque, un evento raro e la reputazione della donna nella società ne risultava danneggiata. Il terzo motivo di conclusione del matrimonio era che il padre della sposa chiedesse il ritorno della figlia (aphairesis), probabilmente per offrirla a un altro uomo con una dote più attraente. Quest’ultima opzione, comunque, era possibile solo se la donna non aveva avuto figli. Se una donna rimaneva vedova doveva sposare un vicino parente per essere sicuri che la proprietà rimanesse in famiglia.

Altri ruoli

Le donne, naturalmente erano presenti anche nelle altre diverse classi di non-cittadini. Come schiave svolgevano tutti i vari compiti e lavoravano anche nelle attività commerciali come negozi e forni. Il gruppo per il quale abbiamo maggiori informazioni è quello delle prostitute. Qui le donne erano divise in due categorie. La prima e forse la più comune era quella delle prostitute nei bordelli (porne). La seconda era rappresentata dalle prostitute di alto bordo (hetaira). Queste ultime erano educate alla musica (specialmente il flauto) e alla cultura e spesso intessevano relazioni durevoli con uomini sposati. Questa era anche la classe di donne che intratteneva gli uomini (in ogni senso) nel celebre Symposium, la festa con consumo di alcolici riservata solo agli ospiti di sesso maschile.

Infine, alcune donne prendevano parte ai culti e svolgevano il ruolo di sacerdotesse di certe divinità femminili (specialmente Demetra e Afrodite) e anche di Dioniso. Le sacerdotesse, a differenza della loro controparte maschile, avevano spesso, ma non sempre, l’ulteriore limitazione di essere scelte perché erano vergini oppure oltre la menopausa. I fedeli, d’altro canto, potevano essere di entrambi i sessi e alcuni rituali che avevano delle restrizioni potevano escludere sia uomini che donne. La Thesmoforia, festa della fertilità, era il più diffuso tra tali eventi ed era seguito solo da donne sposate. Ogni anno ad Atene, quattro giovani donne venivano scelte per servire la sacerdotessa di Atena Polias e tessere i sacri pepli che dovevano adornare la statua di culto della dea. Forse il ruolo religioso femminile più famoso era l’anziana Pitia, oracolo di Delfi, che interpretava le indicazioni di Apollo.

Bibliografia

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Info traduttore

Luciana Picciarelli
Babeth ha insegnato inglese presso il British Council di Milano. Parla correntemente francese, inglese e italiano e ha 25 anni di esperienza nel campo dell'istruzione. Ama viaggiare e scoprire la storia e il patrimonio di altre culture.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è uno scrittore a tempo pieno oltre che ricercatore, storico ed editore. Altri suoi interessi riguardano l'arte, l'architettura, e la scoperta delle idee che le civiltà condividono. Laureato in filosofia politica, è direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Stile APA

Cartwright, M. (2016, luglio 27). Donne nell'Antica Grecia [Women in Ancient Greece]. (L. Picciarelli, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-927/donne-nellantica-grecia/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Donne nell'Antica Grecia." Tradotto da Luciana Picciarelli. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 27, 2016. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-927/donne-nellantica-grecia/.

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Cartwright, Mark. "Donne nell'Antica Grecia." Tradotto da Luciana Picciarelli. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 27 lug 2016, https://www.worldhistory.org/article/927/women-in-ancient-greece/. Web. 18 lug 2025.