Governo coloniale nell'Impero spagnolo

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Portoghese, Spagnolo
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L'apparato del governo coloniale nell'Impero spagnolo era costituito da molteplici livelli, con la monarchia e il Consiglio delle Indie in testa, per scendere poi ai viceré, alle audiencias, ai sindaci e ai consigli locali. Il sistema era progettato per estrarre ricchezza dalle colonie e per diffondere la fede cristiana; tuttavia, questi due scopi erano spesso in conflitto, così come lo furono i diversi rami del governo coloniale per tutto il periodo imperiale.

National Palace, Mexico City
Palazzo Nazionale, Città del Messico
JOMA-MAC (CC BY-SA)

La piramide di governo

A partire dallo sbarco di Cristoforo Colombo (1451-1506) nel 1492, la Spagna colonizzò vaste aree del continente americano. Nel corso dei primi decenni del XVI secolo, gli spagnoli passarono dalle isole caraibiche alla terraferma. Entro il 1570, circa 100.000 europei governavano su oltre 10 milioni di indigeni, che abitavano i territori che andavano dall'area meridionale di quelli che oggi sono gli Stati Uniti d'America fino alla punta più estrema dell'Argentina, per arrivare alle Filippine nel Pacifico. Dovendo controllare le popolazioni, i funzionari e le varie risorse da lontano, i tentacoli della monarchia spagnola erano molto lunghi. I vari livelli di governo nelle colonie dell'impero comprendevano:

  • i decreti reali della monarchia spagnola
  • le direttive del Consiglio delle Indie
  • le decisioni prese dai viceré
  • le leggi promulgate dalle audiencias
  • i regolamenti controllati dai corregidores
  • la raccolta delle tasse e delle entrate da parte dell'ufficiale reale
  • le decisioni degli alcaldes mayores, cioè, i sindaci, e dei consigli cittadini

Il Consiglio delle Indie

Il Consiglio delle Indie, ufficialmente denominato El Real y Supremo Consejo de las Indias, aveva la sua sede in Spagna e fu creato nel 1524 da Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1519 al 1556, per supervisionare tutte le questioni coloniali nelle Americhe e nelle Indie orientali spagnole. Il nome di questa istituzione deriva dal termine utilizzato all'epoca per descrivere le Americhe, vale a dire, le "Indie spagnole". L'unica autorità al di sopra del Consiglio era la monarchia stessa. I suoi membri, nominati dal sovrano, erano pochi e andavano dai sei ai dieci. Fu operativo fino al 1834, e provò a bilanciare i due obiettivi della colonizzazione: l'acquisizione di ricchezza e la conversione dei nuovi popoli al cristianesimo. Una delle sue direttive principali era quella per la protezione delle popolazioni locali, che non andavano sfruttate eccessivamente o, quanto meno, non bisognava arrivare al punto di farle morire di fame.

IL CONSIGLIO DELLE INDIE FU ONNIPOTENTE FINO AL XVIII SECOLO, QUANDO LE SUE RESPONSABILITÀ VENNERO RIPARTITE TRA ALTRI MINISTERI.

Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, la Corona spagnola utilizzò un sistema che conferiva ad alcuni individui, tramite una sorta di concessione esclusiva, il diritto di conquistare nuovi territori e sfruttarne le ricchezze. Questo titolo di adelantado veniva assegnato ai conquistadores come Cristoforo Colombo, Francisco Pizarro (1478-1541) e Ferdinando Magellano (1480 circa-1521), i quali accettavano di finanziare spedizioni per sottomettere le popolazioni locali e fondare colonie. La loro ricompensa era costituita dal diritto di governare e di tenere l'80% delle ricchezze in cui si imbattevano; alla Corona andava il restante 20%. Gli adelantados acconsentivano anche a trasportare nel nuovo dominio un certo numero di colonizzatori e di uomini di chiesa. Nel giro di poco più di un anno, lo stato interveniva nominando dei funzionari governativi propri, fondando un sistema amministrativo più formale, al cui apice c'erano il viceré e altri ufficiali, che rispondevano direttamente al Consiglio delle Indie.

Spanish Colonial Empire in the Age of Exploration
L'impero coloniale spagnolo nell'Età delle scoperte
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Il Consiglio delle Indie elaborava la legislazione coloniale, controllava e approvava le spese dei funzionari coloniali, dava il permesso di condurre guerre e supervisionava a livello generale gli affari militari, ispezionava le navi delle flotte, raccoglieva i dazi sulle importazioni e sulle esportazioni, esaminava coloro che potevano essere messi a capo di una potenziale spedizione e ascoltava i loro rapporti quando tornavano, stabiliva gli scopi geografici dei viaggi e accoglieva gli appelli dalle audiencias coloniali. Il Consiglio effettuava le nomine coloniali ed ecclesiastiche, poteva comminare multe, confiscare proprietà e imprigionare coloro che non seguivano i suoi regolamenti.

Incorporata nel Consiglio delle Indie c'era la "Casa di contrattazione delle Indie", la cosiddetta Casa de Contratación de las Indias, che era responsabile per tutte le questioni riguardanti il commercio nelle colonie; agiva come unica camera di compensazione e supervisionava la flotta del tesoro che navigava avanti e indietro lungo l'Atlantico. La Casa de Contratación nominava un ufficiale per ogni nave diretta nelle Americhe, che aveva la responsabilità di ispezionare l'equipaggio, i carichi e i passeggeri, registrando tutto ciò che accadeva a bordo o in porto. Un altro dovere della Casa de Contratación era di organizzare tutte le inestimabili informazioni che gli amministratori coloniali spedivano in Spagna, tra cui mappe, osservazioni sule risorse locali e le descrizioni dei popoli locali. In ultimo, fungeva da consiglio d'amministrazione per il Consiglio delle Indie per quanto riguardava le nomine civili ed ecclesiastiche nelle colonie. Il Consiglio delle Indie fu onnipotente fino al XVIII secolo, quando le sue responsabilità vennero ripartite tra altri ministeri, come quello della Marina o l'apposito ministero per le Indie.

I viceré

Il viceré rappresentava direttamente la Corona spagnola nei suoi territori coloniali, e il vicereame era la più grande unità amministrativa all'interno dell'impero. In totale, i vicereami furono quattro:

  • Il Vicereame della Nuova Spagna, che comprendeva l'attuale Messico, parte degli Stati Uniti d'America meridionali, le Antille caraibiche, l'America centrale e le Filippine. Venne fondato nel 1535.
  • Il Vicereame del Perù, che andava da Panama fino alla Terra del Fuoco. Fu fondato nel 1542 e inizialmente venne chiamato Nuova Castiglia.
  • Il Vicereame di Nuova Granada, che comprendeva la parte settentrionale del Sud America. Venne fondato nel 1717, staccandosi dal Vicereame del Perù.
  • Il Vicereame del Rio de La Plata, che riuniva gli attuali Paraguay, Argentina settentrionale e Bolivia orientale. Venne fondato nel 1776, staccandosi dal Vicereame del Perù.

Antonio de Mendoza, Viceroy of New Spain
Antonio de Mendoza, viceré della Nuova Spagna
Unknown Artist (Public Domain)

I viceré, che di solito erano nobili, venivano scelti dal monarca di concerto con il Consiglio delle Indie. Il loro mandato durava dai tre ai cinque anni, e risiedevano nella capitale del loro vicereame (Città del Messico, Lima, Sante Fe de Bogotà o Buenos Aires) Avevano la responsabilità generale della colonia: erano a capo della burocrazia e dei suoi numerosi segretari coloniali, i cosiddetti escribanos de gobernación, comandavano l'esercito e supervisionavano il prelievo delle entrate reali. Controllavano anche le attività della Chiesa in base al sistema del Patronato Real, per mezzo del quale i papi, prima nel 1501 e poi nel 1508, avevano dato alla monarchia spagnola poteri assoluti sulle questioni ecclesiastiche nelle colonie. I vescovi della Chiesa cattolica spagnola non erano del tutto soddisfatti di questo accordo: per tutto il periodo coloniale, i funzionari della Chiesa e della Corona sgomitarono per ottenere la supremazia nel loro campo.

LA MAGGIOR PARTE DEI VICERÉ SEMPLICEMENTE PERPETUAVA LO STATUS QUO, ASSICURANDOSI LA CONTINUAZIONE DELLE FORME DI GOVERNO, DELLE LEGGI E DELLE CONVENZIONI ESISTENTI.

A livello pratico, i loro poteri erano limitati dalla presenza di molte altre istituzioni e funzionari. Inoltre, data la vastità dell'area geografica che gli era affidata, al cui interno erano presenti molti gruppi distinti, erano dipendenti da un enorme apparato amministrativo, che però era scarsamente interconnesso a causa dell'inadeguato sistema stradale. Un altro freno ai poteri dei viceré era la semi-autonomia di alcuni loro subordinati, come i capitani generali, che governavano le aree più remote e meno popolate. In seguito a queste difficoltà, nel XVIII secolo vennero formati i due nuovi vicereami di Nuova Granada e del Rio de La Plata, dividendo il territorio del vicereame del Perù. Un'altra conseguenza fu che la maggior parte dei viceré semplicemente perpetuava lo status quo vigente sotto i loro predecessori, assicurandosi la continuazione delle forme di governo, delle leggi e delle convenzioni esistenti. I viceré, infatti, non promulgavano leggi a livello locale perché questa responsabilità toccava alle singole audiencias. Tuttavia, un viceré poteva essere il presidente dell'audiencia della città in cui risiedeva ufficialmente.

I corregidores

Il corregidor era un funzionario politico e giudiziario che rappresentava direttamente la Corona spagnola. Di fatto, era il governatore di un'area specifica. Se fosse stato selezionato in Spagna, il suo mandato sarebbe durato cinque anni; se invece fosse stato reclutato localmente, sarebbe restato in carica solo tre anni. In Perù serviva per un solo anno. Nominava gli amministratori, detti tenientes, per ogni città all'interno della sua giurisdizione, chiamata corregimiento. Era responsabile per la regolazione dei prezzi dei generi alimentari e per la manutenzione degli edifici pubblici, delle strade urbane, delle piazze e per l'igiene nel suo distretto. Dato che il salario, per quelli che operavano nelle città più piccole, era relativamente basso, un corregidor spesso si arricchiva agendo da intermediario tra i mercanti europei e le popolazioni indigene nelle transazioni riguardanti sia le merci che la forza lavoro. Questa situazione portava spesso a episodi di corruzione.

Audiencia of Lima
Audiencia di Lima
Royal Danish Library (Public Domain)

Audiencias

Tutte le grandi città dell'Impero spagnolo avevano un'audiencia, che era responsabile per determinate questioni legali, politiche e commerciali, riguardanti sia i coloni che i popoli indigeni. L'audiencia aveva giurisdizione su una particolare città e nell'area circostante. Si riuniva regolarmente in sessioni, dette acuerdos, e promulgava leggi, i cosiddetti autos acordados, riguardanti gli affari locali.

Un'audiencia era composta da un presidente e da una commissione di magistrati, chiamati oidores, che comprendeva dai 3 ai 15 membri, in base all'importanza della città. I magistrati erano nominati a vita, ma erano soggetti a restrizioni sull'esercizio di attività commerciali e nel corso della vita pubblica, per assicurarsi che non venissero corrotti facilmente. L'audiencia rappresenta il caso esemplare dell'approccio spagnolo al governo delle colonie: le questioni locali erano nelle mani di individui con una formazione giuridica, e c'era una grande fiducia verso i codici legali. Il presidente non aveva diritto di voto e, almeno in teoria, gli era proibito influenzare i magistrati e gli altri funzionari nelle questioni legali. La struttura più bassa dell'audiencia era composta da un gran numero di avvocati, detti fiscales, notai, cronisti e funzionari minori, come gli impiegati del tribunale, i cosiddetti escribanos de cámara.

L'audiencia doveva giudicare i ricorsi contro le decisioni dei tribunali minori della città. I verdetti dell'audiencia in materia penale non potevano essere impugnati ma, nelle cause civili, l'appello finale poteva essere vagliato dal Consiglio delle Indie. Le cause riguardavano i contenziosi tra coloni, tra gli europei e i popoli indigeni e tra gli indigeni stessi.
L'audiencia concedeva ai coloni il diritto di usare forza lavoro indigena; tale prerogativa era detta repartimiento nella Nuova Spagna e mita nel vicereame del Perù. In base a questo sistema, le comunità locali erano obbligate a fornire quote regolari di lavoratori per la realizzazione di progetti coloniali come la costruzione di strade e edifici pubblici. Tra gli altri doveri dell'audiencia, c'era quello di stabilire l'entità e il tipo di tributi che le comunità indigene dovevano versare alla Corona spagnola.

Gli alcaldes mayores e i consigli cittadini

I consigli cittadini locali, chiamati cabildos, erano guidati da un sindaco, detto alcalde mayor, che tipicamente aveva un mandato di tre anni. Al di sotto del sindaco c'erano i consiglieri, i regidores, che andavano dai quattro agli otto nelle piccole città e da un minimo di otto in quelle più grandi. Inizialmente, i consiglieri erano nominati dalla Corona; successivamente, venivano eletti dai vecinos, vale a dire, dai locali cittadini titolari di proprietà. Erano poi presenti diversi funzionari di rango inferiore: c'erano vari magistrati e alcuni amministratori minori, conosciuti come alcaldes ordinarios; un segretario municipale, l'escribano de cabildo; funzionari come il capo della polizia locale, l'alguacil mayor, e il receptor de penas, che raccoglieva le multe comminate dai tribunali.
Il consiglio locale governava non solo su una specifica città, ma anche sulle aree rurali circostanti e sulle comunità più piccole. Il consiglio distribuiva concessioni di terreno e permessi per erigere edifici, formava una milizia quando era necessario, imponeva le tasse locali, controllava il prezzo di alcune merci, ed era responsabile per la manutenzione delle strade e della prigione cittadina. Insieme al cabildo, c'era un secondo consiglio che amministrava gli indigeni della zona: quest'organo aveva posizioni e responsabilità simili alla sua controparte, pur mancando di alcune funzioni giudiziarie.

Cabildo of Salta, Argentina
Cabildo di Salta, Argentina
Fulviusbsas (CC BY-SA)

Interrelazioni e limitazioni

Tutte le istituzioni descritte precedentemente erano organizzate in modo da controllarsi a vicenda, con l'obiettivo di non permettere a una singola persona o a un ente di diventare tanto potente da minacciare gli interessi della monarchia spagnola. Per assicurarsi il raggiungimento di questo obiettivo, vigeva la politica di limitare la durata delle cariche e la permanenza dei funzionari nelle varie località. La Corona cercò sempre di evitare che un singolo ufficiale si radicasse eccessivamente, arrivando ad accumulare troppo potere in una determinata area. Nelle colonie, persino per un viceré era molto difficile diventare un radicado, cioè, instaurare rapporti stabili e permanenti; funzionari come i corregidores non potevano governare l'area in cui normalmente risiedevano. Una conseguenza di questa politica era che, a volte, i funzionari non avevano interesse nel risolvere le questioni locali di lungo periodo; occasionalmente, questa situazione portò a delle rivolte contro la centralizzazione del governo.

I viceré, i capitani generali e le audiencias rappresentavano gli interessi della Corona spagnola nelle colonie. Dall'altro lato, i sindaci e i consigli cittadini curavano gli interessi delle comunità locali. In tal modo, si creava un altro equilibrio di potere. La divisione delle responsabilità era la caratteristica cardine della struttura coloniale. Per esempio, i quattro ufficiali reali erano responsabili in ogni colonia per la raccolta delle tasse ed entrate, e tutti e quattro dovevano firmare ogni fattura.

Per migliorare l'efficienza, la convenzione di residencia stabiliva un controllo su tutti i funzionari di alto livello. Alla fine del mandato di un funzionario, veniva condotta una lunga inchiesta per giudicare come si era comportato. Per un corregidor, la residencia durava 30 giorni. In udienza pubblica, si facevano avanti coloro che avevano reclami sulla condotta del funzionario e, se veniva giudicato colpevole di malgoverno, era assai improbabile che ricevesse una nuova posizione o una promozione, anche se raramente veniva punito direttamente.

All'interno delle stesse istituzioni c'era la rivalità tra gli spagnoli nati effettivamente in Spagna, i peninsulares, e gli spagnoli nati nelle colonie, i criollos, cioè, i creoli. C'era un'ulteriore forma di controllo sulle istituzioni governative, meno tangibile degli altri ma non per questo meno importante: si trattava dell'atteggiamento di importanti figure locali della Chiesa cattolica e di alcune strutture ecclesiastiche. Un prete poteva denunciare un funzionario corrotto durante un sermone in chiesa, danneggiando seriamente la sua reputazione all'interno della comunità. I vertici della Chiesa esprimevano la loro preoccupazione per l'eccessivo sfruttamento dei popoli indigeni, poiché impediva uno dei principali obiettivi della colonizzazione: la conversione dei locali al cristianesimo.

L'efficienza del governo coloniale molto spesso dipendeva dall'integrità e dallo spessore dei singoli funzionari in carica in un determinato posto e in un periodo specifico. Nel corso della sua esistenza, pur se dotato di un processo decisionale insopportabilmente lento, il governo coloniale spagnolo si rivelò un apparato sofisticato che raggiunse il suo scopo, al prezzo però di dover calpestare gli interessi locali. La corruzione era certamente un problema, anche se era meno diffusa nei ranghi più alti della piramide del potere. Tuttavia, persino le alte sfere soffrirono per la decisione della Corona di aumentare le entrate con la vendita di cariche come l'audiencia, di magistrato o di consigliere locale. Inoltre, alcune cariche divennero ereditarie, e così alcune persone si ritrovarono a rivestire ruoli per cui non possedevano le necessarie capacità. Era presente anche molta incompetenza e negligenza, particolarmente tra quei funzionari peninsulares che stavano nelle colonie solo per un breve periodo. Di fatto, l'odio per gli altezzosi funzionari di origine europea fu il fattore più importante che portò alla compattazione del dissenso di base, che alla fine portò alla rivoluzione e alla nascita dei nuovi stati indipendenti nelle Americhe.

Domande e risposte

Quale tipo di governo coloniale aveva la Spagna?

La Spagna aveva un governo coloniale altamente centralizzato, in cui i differenti livelli e diramazioni si bilanciavano a vicenda per non permettere a un singolo individuo a un'istituzione di poter sfidare gli interessi della monarchia spagnola.

Com'era organizzata l'America coloniale spagnola?

L'America spagnola era organizzata gerarchicamente: c'erano il Consiglio delle Indie, i viceré, i corregidores, le audiencias e i cabildos.

Il governo coloniale spagnolo era efficiente?

Il governo coloniale spagnolo fu molto efficiente nel raggiungere i suoi scopi. Tuttavia, era presente la corruzione e il processo decisionale era lento a causa della necessità per le istituzioni e i funzionari di collaborare e condividere il potere politico.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2022, giugno 13). Governo coloniale nell'Impero spagnolo [Colonial Government in the Spanish Empire]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2017/governo-coloniale-nellimpero-spagnolo/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Governo coloniale nell'Impero spagnolo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il giugno 13, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2017/governo-coloniale-nellimpero-spagnolo/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Governo coloniale nell'Impero spagnolo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 13 giu 2022. Web. 02 ott 2024.