Il drago nell'antica Cina

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Mark Cartwright
da , tradotto da Federica Lomoro
pubblicato il 29 settembre 2017
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Spagnolo, Turco
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I draghi sono presenti nella mitologia di molte culture antiche, ma in nessun luogo queste creature sono state tanto venerate quanto in Cina. Qui, in netto contrasto con altre mitologie, il drago è quasi sempre visto in maniera positiva, associato in particolare alle piogge portatrici di vita e alle sorgenti. Considerato il segno zodiacale più fortunato, decorava gli abiti dell’imperatore, era raffigurato nei materiali più preziosi, da gioielli in oro a figurine di giada, e grazie ad innumerevoli citazioni nella letteratura e nelle arti performative, il drago era onnipresente nell'antica Cina, e ancora oggi è fortemente radicato nell’immaginario collettivo cinese.

Chinese Dragon Roof Tile
Tegola cinese con drago
The British Museum (Copyright)

Origini e caratteristiche fisiche

Presente nelle leggende e nei racconti popolari più antichi della Cina, il drago è il più delle volte rappresentato come una bestia gigante e sinuosa, che vive nelle sorgenti d'acqua o tra le nuvole. Il drago cinese è estremamente potente, e quando vola è accompagnato da tuoni e fulmini. Non sappiamo quando o da chi fu inventato, né da cosa fu ispirato, tuttavia alcuni storici suggeriscono un collegamento con l’arcobaleno e un “serpente del cielo” che si manifesta dopo la pioggia o presso le cascate. Draghi scolpiti nella giada sono stati rinvenuti in siti appartenenti alla cultura Hongshan, risalente al 4500-3000 a.C., molto prima della comparsa di queste creature nelle fonti scritte. Lo storico R. Dawson fa la seguente descrizione delle caratteristiche fisiche del drago cinese:

Signore fra gli animali, il drago si componeva di caratteristiche eccezionali prese da altri animali. La descrizione tradizionale gli attribuisce corna di cervo, fronte di cammello, occhi di demonio, collo di serpente, pancia di mostro marino, squame di carpa, artigli di aquila, zampe di tigre e orecchie di bue. (231)

Altre descrizioni elencano caratteristiche simili, a volte però lo troviamo con corpo di serpente, occhi di coniglio, pancia di rana e corna di cervo. Altre sue qualità erano la capacità di cambiare forma e dimensione, e di comparire e scomparire quando voleva.

Han Dynasty Jade Dragon
Drago in giada, dinastia Han
The British Museum (Copyright)

Lo studioso cinese Wen Yiduo suggerisce che questa fantastica collezione di parti di animali fosse in realtà basata sull’unione politica di diverse tribù, ognuna con un animale diverso come totem. Il drago era, quindi, una rappresentazione simbolica dell’assimilazione di queste tribù in una singola nazione. Un’ipotesi interessante, che però non spiega la comparsa del drago ben prima che simili associazioni politiche esistessero fra le comunità dell’antica Cina.

Poteri e associazioni

Nonostante l’aspetto spaventoso, di norma il drago non era visto come il mostro malintenzionato che popola i miti di altre culture del mondo, dove viene tipicamente ucciso da un eroe coraggioso. Invece, in Cina, il drago era ed è considerato una creatura giusta e benevola. Per questo motivo fu associato alla sovranità, specialmente agli imperatori cinesi che, nella loro capacità di assumere il Mandato Celeste come rappresentanti divini in terra, devono sempre governare in modo giusto e imparziale, per il bene di tutti i sudditi.

La popolazione cinese, in generale, considerava il drago un simbolo fortunato e portatore di ricchezza.

Un’altra ragione per cui i governanti dovrebbero ispirarsi ai draghi è che questa creatura era considerata una dei quattro animali più intelligenti (assieme alla fenice, all’unicorno e alla tartaruga). Un famoso mito racconta di un drago che aiutò attivamente un imperatore, Yu il Grande (ca. 2070 a.C.), il fondatore leggendario della dinastia Xia, che fu appunto aiutato da un drago (o forse era egli stesso un drago) e da una tartaruga a governare le acque che devastavano il suo regno, per controllarle e costruire un migliore sistema d’irrigazione.

La popolazione, in generale, considerava il drago un simbolo fortunato e portatore di ricchezza. Inoltre i contadini in tempi antichi credevano che i draghi portassero le tanto desiderate piogge che avrebbero aiutato il raccolto. I draghi erano anche ritenuti responsabili per i forti venti, la grandine, i tuoni, i fulmini e i tornado - questi ultimi sono ancora conosciuti come “vortice del drago” o long juan feng. È anche interessante notare che molte delle prime rappresentazioni di draghi in giada siano di forma circolare.

Nelle comunità rurali esisteva una danza del drago per propiziare la generosità di questa creatura nel dispensare piogge, e una processione in cui una grossa figura di drago, di carta o stoffa, stesa su un’intelaiatura di legno veniva portata in processione. In alternativa venivano realizzati piccoli draghi in ceramica, oppure stendardi con immagini di draghi e preghiere per invocare la pioggia. I partecipanti seguivano la processione portando secchi d’acqua e, usando rami di salice, schizzavano la folla gridando “Arriva la pioggia!”. Quando si preannunciava una siccità, un altro modo per richiamare la pioggia era disegnare immagini di draghi da appendere fuori dalle case.

Chinese Dragon Sword Hilt
Elsa di spada cinese con draghi
The British Museum (CC BY-NC-SA)

Le processioni danzanti avevano anche un altro scopo, quello di scacciare le malattie, soprattutto in tempi di epidemia. La danza del drago fu incorporate nelle feste contadine, diventando strettamente collegata alle celebrazioni per il Capodanno cinese. Il collegamento tra draghi e pioggia, danza e guarigione potrebbe derivare dallo sciamanesimo, comunemente praticato nell’antica Cina.

Nelle storie popolari, esisteva una razza di draghi guidata dal re-drago Lung-Wang. Con corpi squamati, quattro zampe e corna, essi potevano prendere forma umana e rapire giovani fanciulle. Sono simili ai Naga, le creature-serpenti del folklore indù, protettrici delle sorgenti. Nell’arte cinese, questi draghi spesso possiedono una magnifica perla il cui luccichio iridescente ricorda un arcobaleno, che potrebbe rappresentare l’idea di tesoro connesso con quel fenomeno.

Un'altra credenza tradizionale è quella connessa ai Quattro Mari del mondo (per gli antichi cinesi erano infatti quattro, non sette), ognuno presidiato da un re drago. I loro nomi sono Ao Kuang (che governa l’est), Ao K’in (sud), Ao Jun (ovest) e Ao Shun (nord). Ao Kuang è il capo, ma tutti e quattro devono inchinarsi alla volontà dell’Imperatore di Giada, a cui tributano omaggio durante il terzo mese dell’anno, il mese delle piogge più abbondanti. Accanto a queste figure nobili, le popolazioni locali credevano che ogni fonte nelle vicinanze fosse la dimora di un drago. L'antica connessione fra draghi e fiumi è confermata dal fatto che più di 40 fiumi cinesi hanno la parola “drago” nel loro nome.

Per i taoisti, il drago rappresenta la forza centrale onnipresente conosciuta come “via fondamentale” o tao.

Il drago acquisì un certo significato anche nelle religioni cinesi più formali. Nei dipinti del buddismo Chan, un drago che compare da dietro le nuvole era un simbolo della verità, e della difficoltà di vederla chiaramente. Per i taoisti, il drago era ancora più importante e rappresentava la forza essenziale onnipresente conosciuta come “Via Fondamentale” o Tao. I quattro re draghi dei Quattro Mari furono anch’essi adottati dai taoisti. Infine, il drago è il quinto segno dello zodiaco cinese o shengxiao, associato ad uno dei 12 anni del ciclo del calendario; il più recente “anno del drago” è stato dal gennaio 2012 al febbraio 2013.

Abiti del Drago

Come abbiamo visto, il drago e l’imperatore cinese erano un connubio perfetto - la creatura suprema della mitologia e la persona più importante del regno, il Figlio del Cielo. In effetti, per molti l’imperatore era un’incarnazione del drago supremo, portatore di pioggia. L’imperatore allora, per enfatizzare questa favorevole associazione, indossava vesti di seta con motivi di drago splendidamente ricamati, sedeva su un trono scolpito con forme di drago, e il suo palazzo era adornato di decorazioni architettoniche di draghi. Il drago associato all’imperatore aveva sempre cinque artigli per distinguerlo dai draghi comuni, che ne avevano solo quattro.

Emperor Taizong
L'imperatore Taizong
Hardouin (Public Domain)

I cosiddetti “Abiti del Drago” dell’imperatore, o longpao, variavano in base alla dinastia. Gli imperatori Qin avevano una fra le tipologie più notevoli, con una lunga sopravveste stretta sul fianco, decorata con nove draghi dai cinque artigli che fluttuavano su nuvole, rocce e mari, a simboleggiare i tre elementi dell’universo. Le mogli dell’imperatore, ed alcuni funzionari di alto rango della corte con le rispettive mogli, potevano anch’essi indossare dei draghi, ma la taglia, il colore e la foggia di questi abiti erano strettamente controllati da una rigida gerarchia di convenzioni sociali. Occasionalmente, a dignitari e ambasciatori di paesi stranieri veniva accordato il permesso e l’onore di indossare abiti con draghi, durante le loro visite ufficiali presso la corte.

I draghi nell’arte cinese

Come abbiamo già detto, i draghi erano un motivo popolare in alcuni dipinti religiosi, ma erano un soggetto troppo allettante anche per gli artisti laici. I draghi comparivano sui gioielli, erano incisi nella giada, dipinti su pregiate porcellane, incisi e intagliati nella lacca, scolpiti nella pietra per decorare giardini, incisi su armi e armature, e dipinti su tele e arazzi. Erano usati sui bordi decorativi delle ceramiche e dei bronzi, diventando sempre più stilizzati fino a non essere più riconoscibili come le creature che li avevano ispirati.

La rappresentazione più antica conosciuta di un drago è una effige stilizzata a forma di C, scolpita nella giada. Ritrovata nella Mongolia Interna, apparteneva alla cultura di Hongshan, che si sviluppò tra il 4500 e il 3000 a.C. Essendo ancora un soggetto popolare nell’arte cinese, il drago di Hongshan, pur essendo il primo, è probabilmente la rappresentazione più conosciuta, ed è ancora oggi usata dappertutto, dai loghi aziendali ai poster che accolgono i visitatori all’aeroporto internazionale di Pechino.

Hongshan Jade Dragon
Drago di giada di Hongshan
David Owsley Museum (Copyright)

La Festa delle Barche-drago

Il Longzhou jie o Festa delle Barche-drago fu originariamente tenuta in onore del poeta e statista Qu Yuan (ca. 340-278 a.C.). Il Ministro di Stato di Chu aveva posto fine alla sua vita gettandosi nel fiume Miluo, una reazione drammatica al suo esilio dopo un assalto diffamatorio a sue spese da parte di un politico rivale. Vennero inviate delle barche per cercarlo, ma senza successo, così i suoi sostenitori lanciarono nelle acque degli involtini di riso (zongzi) in sua memoria. Per commemorare la tragedia, fu organizzata una gara di barche sul fiume ogni anno a seguire, una pratica che poi si diffuse ad altri fiumi della Cina, e che prese ben presto il significato più ampio di placare il drago dispensatore di piogge. Di conseguenza, le barche hanno tipicamente una testa di drago sulla prua, e una lunga coda di drago a poppa. La gara è oggi parte del Duanwu Festival, e si tiene di solito nel quinto giorno del quinto mese lunare.

Domande e risposte

Cosa rappresentava il drago nell'antica Cina?

Nell'antica Cina, il drago rappresentava le piogge vivificanti, le sorgenti d'acqua e un governo giusto e benevolo. Il drago è il segno dell'anno più propizio del calendario cinese.

Per cosa era noto il drago cinese?

L'antico drago cinese era noto per la sua bonomia e intelligenza. Per i contadini, i draghi portavano la pioggia e per la gente comune questa creatura era considerata fortunata.

Bibliografia

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Info traduttore

Federica Lomoro
Linguista e traduttrice, Federica è laureata in cinese e giapponese. Dalla Città Eterna all'Estremo Oriente, è sempre pronta a scoprire qualcosa di nuovo sulle antiche civiltà e sul modo in cui hanno plasmato il mondo in cui oggi viviamo.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2017, settembre 29). Il drago nell'antica Cina [The Dragon in Ancient China]. (F. Lomoro, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1125/il-drago-nellantica-cina/

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Cartwright, Mark. "Il drago nell'antica Cina." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. Modificato il settembre 29, 2017. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1125/il-drago-nellantica-cina/.

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Cartwright, Mark. "Il drago nell'antica Cina." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 29 set 2017. Web. 30 ott 2024.