Imperatore della Cina

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Omayma Ghendi
pubblicato il
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Emperor Wen of Wei (by Yan Li-pen, Public Domain)
Imperatore Wen di Wei
Yan Li-pen (Public Domain)

Gli imperatori dell'antica Cina avevano un potere e una responsabilità enormi. Chiamato 'Figlio del Cielo', lui (e per una volta lei) aveva il diritto divino di governare su tutto il popolo, ma ci si aspettava che promuovesse l'interesse della popolazione e non il proprio. Un monarca assoluto, sebbene in pratica dipendesse da un ristretto circolo di consiglieri, la misitca dell'imperatore era alimentata dalla sua invisibilità per le persone comuni, appartato poichè spesso si ritirava nel palazzo imperiale. Ottenere un' udienza privata con l'imperatore, sebbene rimanesse nascosto dietro un velo mentre sedeva sul suo trono d'oro del drago, era tra i più alti onori. Forse nessun altro antico sovrano è mai stato così remoto e venerato quanto l'imperatore della Cina.

Mandato dal Cielo

I sovrani della dinastia Zhou occidenatali furono i primi a portare il tradizionale culto cinese per gli antenati un passo avanti e portare il titolo 'Figlio del Cielo' (Tianzi). Wen re degli Zhou , c. 1050 a.C. affermava che lui e come risultò comodamente anche tutti i suoi sucessori, avevano ricevuto dagli dei (sia dal Regno dei cieli che dal Cielo). Non era niente di meno che il Mandato dal Cielo o Tianming, che è un diritto incontestabile di governo. Non era effettivamente divino, piuttosto governava a nome degli dei sulla Terra, questo ruolo portava la grande responsabilità di prendere decisioni per il bene della popolazione. Se non governava bene, allora la Cina avrebbe sofferto terribili disastri come alluvvioni, siccità e avrebbe perso il diritto di governare. Questa fu un' utile spiegazione del perchè le dinastie al potere cambiassero nel corso dei secoli: avevano perso la benedizione del cielo a causa di un cattivo governo.

Il principe è la barca, la gente comune è l'acqua. L'acqua può sostenere la nave o può cavolgere la barca. (Ebrey,8)

Il sovrano deve quindi sempre farsi guidare dal principio della benevolenza o jen. Egli è sia madre che padre del popolo. Per questa ragione i magistrati che governano le regioni in suo nome erano famosamente chiamati 'funzionari madre-padre'. I sovrani potevano ignorare apertamente il lato morale delle cose, ma nonostante ciò, l'idea del Mandato del Cielo continuò ad essere usato come argomento di ligittimazione del governo dagli imperatori e perfino dai conquistatori stranieri divenuti imperatori fino al XIX secolo. Pochi imperatori potevano permettersi di ignorare completamente le aspettative morali e storiche collettive della sua popolazione.

Shi Huangdi
Shi Huangdi
Dennis Jarvis (CC BY-SA)

Quindi nell'antica Cina il sovrano era considerato il capo della famiglia reale, la nobiltà, lo stato, la magistratura e la gerarchia religiosa. Naturalmente una volta morto andava nel regno celeste per servire lì gli dei. Questi legami così esaltati assicuravano che tutti i sovrani della Cina fossero trattati con grande riverenza e timore da qualsiasi persona fortunata abbastanza da poterli incontrare fisicamente. Anche per i funzionari di più alto grado arrivare alla Corte Interna e incontrare l'imperatore - e pochi lo fecero mai - l'esperienza era la più vicina che avrebbero mai avuto a contatto con una divinità durante il loro tempo sulla terra.

Primo Imperatore

Il primo sovrano che prese propriamente il titolo di imperatore fu Shi Huangdi (259 - 210 a.C.), fondatore della dinastia Qin. In realtà il suo stesso nome fu un titolo onorario dal significato di "Primo Imperatore". In un tentavo stravagante e di buon successo di raggiungere una sorta di immortalità, l'imperatore ordinò che venisse costruita un'enorme tomba che veniva protetta da un Esercito di Terracotta, una forte armata di 8000 guerrieri che sembrano veri, completata con carri e cavalli così come molti animali vivi confinati in gabbie e un buon numero di vittime umane.

L'imperatore era ampiamente visto come una figura paterna & un pilota morale della nave dello stato.

Successivamente tutti i sovrani presero il titolo di imperatore e l'istituzione, sopravvissuta a numerosi cambi dinastici, si concluse solo nella rivoluzione del 1911 che portò alla nascita della Repubblica Cinese. L'ultimo imperatore fu Aisin Gioro Puyi della dinastia Qing il quale regnò mentre era ancora un bambino per soli tre anni.

Sucessione

Di solito gli imperatori ereditavano la loro posizione a meno che non fossero i fondatori di una propria dinastia e avessero preso con la forza il potere. Normalmente il figlio maggiore ereditava il titolo del padre, ma ci furono casi in cui l'imperatore sceglieva un altro dei suoi figli se lo riteneva più adatto a governare. Questa situazione portò ostilità e rivalità tra fratelli e come risultato ci furono spesso morti e sparizioni. Se l'imperatore moriva prima che l'erede scelto diventasse un adulto, allora il giovane imperatore seguiva i consigli dei funzionari di alto rango, particolarmente dagli enunchi che dominarono la vita di corte per secoli. Qualche volta anche i nuovi imperatori dovevano contendersi il potere con potenti funzionari o parenti che conoscevano meglio l'intricata politica di corte, i quali cercavano di promuovere le proprie ambizioni piuttosto che quelle dello stato. Omicidi, suicidi e abdicazioni forzate non erano soconosciuti nella lunga storia degli imperatori cinesi. Questi casi erano fortunatamente eccezioni e rimase attraverso i secoli una forte venerazione per qualsiasi persona fosse stata scelta o per nascita o per altre circostanze per diventare imperatore, come spiegato qui dallo sstorico R. Dawson:

Una volta proclamato il nuovo sovrano, l'aura del soprannaturale che lo circondava e il senso dell'approvazione divina dell'incarivo confermavano la posizione dell'imperatore... Seduto su un trono del drago, il Figlio del Cielo era un oggetto troppo sacro perchè gli occhi di un mortale vi si posassero sopra, quindi uno schermo doveva essere interposto. (10 - 11)

Qin Dynasty Edict on a Bronze Plaque
Editto della dinastia Qin in una placca di bronzo
Captmondo (CC BY-SA)

I Poteri dell'Imperatore

Gli imperatori cinesi non avevano costituzione che esponesse i loro poteri e quelli del loro governo. L'imperatore era il supremo esecutore, l'autorità legislativa più alta e l'ultima speranza di appello e il supremo comandante dell'esercito. L'imperatore poteva direttamente governare politicamente, introdurre nuovi codici di legge, tasse, poteva concedere udienze, favori, privilegi, titoli, poteva punire o concedere grazia. Era superiore a qualsiasi funzionario o legge esistente, anche se era richiesta una precedente considerazione. Alcuni imperatori erano coinvolti più di altri nel governo giorno per giorno dello stato, ma c'era una generale tendenza a lasciare questioni pratiche a politici professionisti scelti accuratamente per lo scopo. L'imperatore era ampiamente visto come una figura paterna e il pilota morale della nave dello stato, come illustrato in un estratto di un testo risalente alla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.):

Egli che è il sovrano degli uomini adotta la non azione come suo Modo rende l'imparzialità il suo tesoro. Lui siede sul trono della non-azione e cavalca sulla perfeione dei suoi funzionari. I suoi piedi non si muovono, ma i suoi ministri lo guidano in avanti; la sua bocca non emette parola ma i suoi ciambellani gli danno parole di supporto; la sua mente non si preoccupa dei problemi, ma i suoi misitri decisono l'azione appropriata. Così nessuno lo vede in azione eppure raggiunge il successo. Così il sovrano imita i modi del Cielo. (in Dawson, 7)

Ci si aspettava che l'imperatore sostenesse i principi del confucianesimo sul quale molti aspetti del governo erano basati, ma egli stesso poteva scegliere da qualsiasi religione praticata come buddismo e taoismo per il suo credo personale. Ufficialmente eseguiva i più importanti riti religiosi presenti nel calendario che includevano sacrifici su sacre montagne e lungo le rive dei fiumi. L'imperatore era anche responsabile per i regolari sacrifici i quali avevano lo scopo di onorare gli antenati imperiali e per l'aratura cerimoniale che si tiene all'inizio di ogni anno agricolo. Il rituale più importante che è stato eseguito fino al XX secolo era l'offerta di un vitello immacolato durante il solstizio d'inverno, ucciso in onore del Cielo.

Ci si aspettava inoltre che l'imperatore fungesse come protettore dell'educazione. Di conseguenza molti imperatori visitavano università statali e istituiva nuove scuole durante il suo regno. L'imperatore stesso traeva beneficio da una rigorosa educazione dai Classici di Confucio e dalla storia e il suo ruolo come padre del popolo necessitava che incoraggiasse l'alfabetizzazione e l'apprendimento in tutta la Cina.

Nonostante il suo potere assoluto, non poteva fare però tutto quello che desiderava. Tanto grande era la dimensione dello Stato e la sua burocrazia che l'imperatore si affidava a consiglieri che lo tenessero aggiornato sui problemi dello Stato e a fedeli sostenitori che edempissero alle sue idee politiche nel quadro nell'ambito del governo tradizionale. Quindi l'imperatore era consigliato e assistito da anziani consiglieri i quali potevano assumere titoli come Cancelliere, Capo dei Funzionari, Grande Comandante, Gran Consigliere e Segretario Imperiale a seconda dei periodi. Come qui riassunto dallo storico R. Dawson:

Perfino l'imperatore più autoritario era inevitabilmente vincolato da tradizioni, convenzioni, precedenti, dalla pressione dei familiari e dal bisogno di fare affidamento su ministri ben informati. Sebbene in certe occasioni gli imperatori si comportassero con improvvisa durezza, il loro diritto di comportarsi in un modo arbitrario serviva come minaccia che raramente era messa in pratica. (15)

Per questa ragione gli imperatori organizzavano frequentemente riunioni di corte per dibattere sulla disponibilità finanziaria, sulle leggi e sulle politiche militari, nelle quali venivano invitati funzionari anziani per manifestare le loro opinioni e le decisioni potevano essere prese in base alla maggioranza. Quindi il governo procedette seguendo il principio del consenso; infatti l'antica parola cinese per 'governo' (t'ing) significa anche 'ascoltare'. Man mano che l'apparato di governo cresceva in dimensioni e sofisticazione, la nomina dei funzionari senior era ancora fatta dall'imperatore, ma veniva effettuata da una lista ristretta consigliata dai suoi consiglieri. Anche le comunicazioni erano pesantemente filtrate attraverso vari dipartimenti prima di arrivare agli occhi dell'imperatore. Di conseguenza il potere dei politici anziani nell'influenzare le decisioni a proprio favore o verso i propri interessi aumentò con il passare del tempo. Inoltre le politiche dell'imperatore erano anche circoscritte da quelle dei suoi predecessori, specialmente il fondatore della dinastia che era considerato particolarmente favorito dal Cielo. Questo era un vincolo dell'essere lo strumento del divino. Se tutti i sovrani erano così autorizzati, allora le loro politiche dovevano essere considerate e rispettate.

Emperor Taizong
L'imperatore Taizong
Hardouin (Public Domain)

Unicità & Misticismo

Il misticismo dell'imperatore il cui mandato deriva dal Cielo e la difficoltà nel riuscire a dargli anche solo un'occhiata, veniva alimentata anche dalla convenzione di inchinarsi al suo ritratto. Perfino i funzionari promossi nelle province ringraziavano riconoscenti con un inchino nella direzione del lontano palazzo nella capitale. Per garantire l'isolamento dell'imperatore, chiunque fosse stato tanto imprudente da entrare nel palazzo senza permesso veniva condannato a morte per i loro guai.

Il compleanno dell'imperatore era festeggiato come nessun'altra festività religiosa e i suoi abiti imperiali con motivi di drago, la più prestigiosa creatura della mitologia cinese. Si distingueva ulteriormente da chiunque altro indossando un cappello dalla forma particolare e vestiti che solo lui aveva il diritto di indossare. Abiti, drappeggi, vasi e mobili di un brillante giallo e con specifici motivi erano associati alla persona imperiale. Naturalmente, viaggiava nei suoi propri carri costruiti su misura, che portavano le sue bandiere speciali e viaggiavano su strade riservate esclusivamente al suo utilizzo. Il suo percorso veniva anche meticolosamente sgombrato dagli spettatori prima del suo passaggio. Anche il linguaggio indicava la singolarità dell'imperatore perchè era indicato con il suo unico pronome personale di prima persona ed era vietato scrivere o dire il suo nome personale. Nella morte, le imponenti tombe dei sovrani defunti con i loro edifici e tesori di accompagnamento era un ricordo forte e duraturo del potere e del prestigio degli imperatori cinesi.

Bibliografia

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Info traduttore

Omayma Ghendi
Amante della storia con una prima laurea in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali e un Master in Storia e Studi Orientali.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2017, settembre 21). Imperatore della Cina [Chinese Emperor]. (O. Ghendi, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16204/imperatore-della-cina/

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Cartwright, Mark. "Imperatore della Cina." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. Modificato il settembre 21, 2017. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16204/imperatore-della-cina/.

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Cartwright, Mark. "Imperatore della Cina." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 21 set 2017. Web. 09 ott 2024.