Giuseppe Verdi

Definizione

Mark Cartwright
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Giuseppe Verdi by Boldini (by Giovanni Boldini, Public Domain)
Giuseppe Verdi di Boldini
Giovanni Boldini (Public Domain)

Giuseppe Verdi (1813-1901) fu un compositore italiano noto soprattutto per opere quali Il Rigoletto, La traviata e Aida. Celebre per le partiture potenti e i personaggi forti, dove gli antieroi guidano l'azione drammatica attraverso trame spesso complesse, ebbe in vita un enorme successo in tutta Europa. Non si allontanò mai dall'opera se non occasionalmente come avvenne nel 1874 per comporre il Requiem.

Giovinezza

Giuseppe Verdi nacque a Roncole, una piccola città vicino a Parma, nel centro dell'Italia settentrionale, il 10 ottobre 1813. Roncole, parte del Ducato di Parma, era allora controllata dai francesi e, dal 1815, dall'Austria. I genitori possedevano un'osteria, ovvero un semplice ristorante. Iniziò a suonare il pianoforte dall'età di tre anni con l'aiuto dell'organista della chiesa locale e quando ne compì dieci era già abbastanza bravo da poterlo sostituire in caso di assenza. Allo stesso tempo, studiò musica a Busseto, vicino Parma.

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A 18 anni Verdi ottenne una borsa di studio da una fondazione locale e si recò a Milano, dove però venne respinto dal Conservatorio. Il rifiuto non fu probabilmente dovuto a una mancanza di capacità, piuttosto al suo metodo di apprendimento non convenzionale, al fatto che era un po' più grande di un normale studente del primo anno e che, tecnicamente, Verdi veniva considerato uno straniero a Milano, dato che lo stato di Parma non aveva nulla a che fare con la Lombardia.

Verdi, tuttavia, venne affidato alle cure di Antonio Barezzi, un ricco commerciante di Busseto amante della musica e presidente della Società Filarmonica. Barezzi decise di aiutarlo pagandogli le lezioni private a Milano. La formazione musicale privata comprendeva lezioni con Vincenzo Lavigna, il direttore d'orchestra del più importante teatro milanese, La Scala. Un'altra risorsa fondamentale per l'educazione musicale era offerta dalle numerose rappresentazioni teatrali a Milano, alle quali Verdi assisteva spesso. Il primo lavoro retribuito di Verdi fu nel 1834 come direttore musicale a Busseto, che comprendeva anche il ruolo di organista della cattedrale. L'incarico andò a monte prima ancora di iniziare, poiché Verdi era riluttante a lasciare Milano, e ne scaturì una disputa su chi dovesse essere il nuovo direttore musicale di Busseto. Nella vita privata, Verdi ripagò la fiducia di Barezzi sposando la figlia Margherita nel 1836. La coppia ebbe due figli, che morirono in tenera età. Quando Antonio Barezzi morì molti anni dopo, Verdi dichiarò: "Gli devo assolutamente tutto" (Steen, 519).

Verdi rafforzò il ruolo dell'orchestra e insistette perché i suoi cantanti sapessero anche recitare bene.

Verdi iniziò a lavorare alla sua prima opera, Rochester, la quale venne rifiutata dal Teatro dell'Opera di Parma. Il compositore potrebbe averne riutilizzato alcune parti per il tentativo successivo, Oberto. L'opera doveva essere messa in scena al Teatro alla Scala nel novembre 1839; di conseguenza Verdi (e la sua famiglia) si trasferì a Milano per la seconda volta. Il successo della prima opera di Verdi, il contratto con il Teatro alla Scala e con l'editore Giovanni Records vennero funestati da due tragiche morti: prima del figlio e poi, nel giugno 1840, della moglie per encefalite (infiammazione del cervello).

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Western Classical Music, c. 1700-1950
Musica classica occidentale, 1700-1950 circa
Simeon Netchev (CC BY-NC-SA)

I tempi duri continuarono, nel settembre 1840, la seconda opera di Verdi, Un giorno di regno, anch'essa messa in scena alla Scala, fu un vero e proprio flop che ebbe un'unica rappresentazione prima di essere interrotta. Verdi rimase un po' perplesso sul perché della scelta e sembra che la vera causa sia stata la mancanza di tempo per le prove. Il compositore stesso scrisse una volta: "Può darsi che si tratti di una pessima opera, anche se molte, non migliori, vengono tollerate e persino applaudite... Non intendo biasimare il pubblico, ma ne accetto critiche e scherni solo a condizione di non dover essere grato per i suoi applausi". (Schonberg, 275-6) Il carattere di Verdi, schivo, orgoglioso, irascibile e persino tirannico con le persone a lui più vicine, lo proteggeva almeno dalla critica professionale, che non lo ha mai veramente apprezzato fino al suo ultimo decennio.

SEMPRE MOLTO RICHIESTO, VERDI SFORNÒ UNA SERIE DI OPERE CHE VENNERO RAPPRESENTATE IN TUTTA ITALIA.

Nabucco: il primo successo

Nei primi lavori, Verdi venne influenzato dalle opere del compositore italiano Gaetano Donizetti (1797-1848), nonché dalla tradizione del bel canto, ovvero lo stile di canto leggero e melodico popolare nell'opera italiana. Un'altra fonte di ispirazione fu Gioachino Rossini (1792-1868), famoso per opere comiche come L'italiana in Algeri e Il barbiere di Siviglia, messe in scena rispettivamente nel 1813 e nel 1816. Rossini aveva innovato con l'utilizzo di un coro allargato, musica orchestrale, abbellimento delle arie e una forte attenzione alla caratterizzazione dei personaggi. Un compositore da cui Verdi non trasse ispirazione fu l'altro grande operista contemporaneo, Richard Wagner (1813-1883). I due giganti del genere si ignorarono a vicenda per tutta la lunga e fortunata carriera. Tra le grandi opere sinfoniche di Wagner e i melodrammi intimi di Verdi c'era un abisso ampio quanto le Alpi che separavano geograficamente i compositori.

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L'opera successiva di Verdi, Nabucco, si ispira al re babilonese Nabucodonosor II (r. 605-562 a.C. circa) che compare nella Bibbia (libri di Daniele e Geremia) in cui si oppone a Dio. In italiano, il nome del re è Nabucodonosor, il titolo dell'opera ne è un'abbreviazione. Nel Nabucco si può avvertire l'influenza di Rossini, attraverso un coro imponente e personaggi memorabili. La musica ricorda Donizetti e Rossini, ma c'è qualcosa di più rispetto alle opere precedenti, un suono nuovo e fresco, con un ritmo di narrazione molto più incalzante, grazie a parole e musica. Una tale innovazione ebbe un impatto inaspettato, "durante le prove era impossibile lavorare fuori dal palcoscenico, impiegati, operai, pittori, macchinisti, affascinati dalla musica, lasciavano le proprie mansioni per restare a bocca aperta a guardare ciò che accadeva in scena", riportò un testimone oculare (Schonberg, 276). Il Nabucco, andato in scena per la prima volta nel marzo 1842 al Teatro alla Scala, riscosse un enorme successo e da allora il pubblico è sempre stato particolarmente affascinato dal coro degli schiavi ebrei, il "Va, pensiero" . Il Nabucco venne messo in scena in tutta Europa e persino a New York, Costantinopoli e Buenos Aires; in breve, l'opera numero quattro rese Verdi ricco e famoso.

Teatro alla Scala, Milan
Teatro alla Scala, Milano
Jean-Christophe BENOIST (CC BY)

Sempre più richiesto, il compositore sfornò una serie di opere che vennero rappresentate in tutta Italia. Si attenne in gran parte alla formula vincente del Nabucco, ovvero basarsi su personaggi o eventi storici dove il protagonista principale di solito non era un vero e proprio eroe. Spesso Verdi scriveva il testo, avvalendosi di un librettista, che supervisionava personalmente, per metterlo in versi. Inoltre, rafforzò il ruolo dell'orchestra e insistette sul fatto che i cantanti sapessero recitare bene. Durante i primi quarant'anni del XIX secolo, Verdi lavorò incessantemente, al punto tale che in seguito definì il periodo in cui sfornava due opere all'anno come gli "anni di galea".

Le opere di Verdi ottennero il sostegno critico da figure importanti come Franz Liszt (1811-1886). Molte opere di Verdi erano basate su lavori di noti personaggi letterari, in particolare Lord Byron (per I due pescatori), Friedrich Schiller (per Giovanna d'Arco ) e Voltaire (per Alzira). Nell'opera Macbeth del 1847, Verdi si ispirò a William Shakespeare. La combinazione fu un successo; il pubblico amò talmente tanto la prima del Macbeth che Verdi fu costretto a ripetere i saluti finali per ben 38 volte.

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Nel 1847, l'opera di Verdi aveva attirato l'attenzione di direttori di teatro stranieri e I masnadieri venne messo in scena all'Her Majesty's Theatre di Londra nel giugno dello stesso anno. La regina Vittoria (1837-1901) assistette alla prima.

Sempre nel 1847 Verdi iniziò una storia d'amore con Giuseppina Strepponi (1815-1897), una cantante soprano, che aveva recitato nel Nabucco. Nel 1848, il successo di Verdi gli permise di acquistare una casa con una grande fattoria a Sant'Agata, vicino alla sua città natale, dove si dilettava nel tiro a segno e nel giardinaggio. Qui visse da celibe con Giuseppina, destando non pochi pettegolezzi. La coppia si sposò infine il 29 agosto 1859 a Collonges-sur-Salève, sul confine franco-svizzero; non ebbero mai figli, ma adottarono il figlio di un cugino di Verdi.

Villa Verdi
Villa Verdi
Unknown Artist (Public Domain)

Stile maturo

A partire dal 1849 circa, Verdi iniziò a scrivere opere non più così legate ad eventi storici. Come lo stesso Verdi osservò una volta, "copiare la realtà può essere una buona cosa; ma inventarla è molto, molto meglio" (Wade-Mathews, 408). Nel marzo 1851, Rigoletto (originariamente chiamato La Maledizione ) fu un altro successo. La storia riguarda il personaggio del titolo, un giullare gobbo la cui figlia viene sedotta e per cui tenta di vendicarsi, ma non fa altro che provocarne la morte. La storia era basata sul dramma Il re si diverte di Victor Hugo (1802-1885), molto controverso in quanto conteneva una scena di stupro. L'idea di un finale tragico sarà ripresa ne Il trovatore e ne La traviata, entrambe messe in scena per la prima volta nel gennaio 1853. Quest'ultima opera è basata su La Signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio (a sua volta basata su eventi reali), in cui il personaggio centrale è una cortigiana che sacrifica la propria felicità per salvaguardare l'onore dell'uomo che ama. Inizialmente, La traviata non fu un successo, tuttavia, Verdi ne modificò alcune parti, tecnica che applicò a molte delle sue opere nel corso degli anni, rendendola un successo clamoroso.

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L'Enciclopedia della Musica descrive l'opera matura di Verdi come dotata di "un nuovo realismo operistico e una nuova intensità di espressione" (324). Spesso scrisse pensando a un cantante specifico, ed è bene notare come i baritoni ricevevano le aree e i duetti più suggestivi. Tutti i cantanti solisti in un'opera di Verdi, tuttavia, dovevano recitare in maniera convincente e cantare in modo tale da rappresentare il tumulto emotivo del personaggio che stavano interpretando. I critici dissero che Verdi aveva esagerato con l'emozione, trascurando ogni possibile raffinatezza nei suoi libretti, tuttavia sapeva cosa voleva il pubblico ed era disposto ad accontentarlo. Inoltre era consapevole che il pubblico era più propenso a ricordare meglio una melodia che le parole. Verdi giocava sulle grandi emozioni; il compositore Georges Bizet (1838-1875) una volta disse di Verdi: "La sua passione è brutale, vera" (Schonberg, 282), e non era troppo sottile nella presentazione. Se fosse stato un pittore, sarebbe stato sicuramente un Vincent Van Gogh piuttosto che un Canaletto. I critici sottolinearono la mancanza di un'orchestrazione sofisticata e il linguaggio semplicistico dei libretti. Sembrava che più Verdi diventava popolare tra il pubblico, più i critici musicali l'attaccavano. Anche quando ne riconoscevano la popolarità, i critici ricordavano compiaciuti ai loro lettori che si trattava di un tipo di musica di moda e che sarebbe presto scomparsa. Ma si sbagliavano.

Set of Aida, Masada
Set di Aida, Masada
avinoam michaeli (CC BY)

Le grandi opere

A partire dal 1850 circa, sicuro della propria posizione di grande compositore d'opera, Verdi iniziò a creare produzioni sempre più grandiose, di quattro o cinque atti, cast e coro allargati. A Parigi andarono in scena Les vêpres siciliennes ("I vespri siciliani") nel 1855, Simon Boccanegra venne inaugurato a Venezia nel 1857 e La forza del destino rappresentata per la prima volta a San Pietroburgo nel 1862. Altre grandi opere del periodo sono il Don Carlos, presentato a Parigi nel 1867, e l'Aida, presentata al Cairo la vigilia di Natale del 1871. Forse per prendersi una pausa, nel 1859 creò l'opera più breve in tre atti Un ballo in maschera.

L'Aida venne commissionata nel 1870 per l'inaugurazione del Teatro dell'Opera del Cairo ed è diventata l'esempio per eccellenza delle grandi opere di Verdi. La storia si svolge nell'antico Egitto e racconta di una principessa etiope catturata che incanta un generale egiziano, ma che finisce in tragedia. L'ambientazione della trama richiede scenografie esotiche e monumentali, per la gioia di ambiziosi scenografi di allora. La guerra franco-prussiana causò scompiglio in Europa e fece sì che i costumi non potessero essere spediti al Cairo fino alla fine del 1871, quando Aida finalmente debuttò (Rigoletto era stato messo in scena l'anno prima per inaugurare il teatro dell'opera). La prima europea di Aida avvenne alla Scala nel febbraio 1872.

Il Risorgimento

Nell'opera di Verdi alcuni, soprattutto i censori, videro forti accenni al nazionalismo italiano, in un momento in cui si stava sviluppando per la prima volta un movimento per unire i vari Stati italiani in un unico Paese, il Risorgimento. Nel coro "Va pensiero" e nel lamento degli esuli scozzesi del Macbeth sembrano riecheggiare le richieste di migliori condizioni di vita per i cittadini comuni. L'opera di Verdi del 1849, La battaglia di Legnano, è una dichiarazione politica ancora più esplicita: gli italiani vogliono governarsi da soli. Come specchio dell'attualità, tuttavia viene utilizzata la battaglia storica del XII secolo tra la Lega Lombarda (vincitrice) e il Sacro Romano Impero. A partire dal 1859 e dalla trionfale prima italiana di Simon Boccanegra a Roma, il pubblico iniziò a gridare "Viva Verdi!" durante gli applausi. Il termine aveva un doppio significato, poiché era anche un codice per i monarchici e i sostenitori di Vittorio Emanuele II, il primo re dell'Italia unita (1861-1878), essendo "Verdi" un acrostico per Viva Vittorio Emanuel Re D'Italia.

L'interesse di Verdi per la politica attiva è ambiguo. Fu nominato membro di un'assemblea locale a Parma prima di essere eletto, nel 1861, membro del nuovo Parlamento italiano a Torino come rappresentante di Busseto. Verdi potrebbe essere stato spinto a questo ruolo dall'astuto primo ministro, il conte Camillo di Cavour (1810-1861), ma almeno partecipò regolarmente alle sessioni parlamentari e presentò persino una proposta di legge per aumentare i fondi destinati alla musica. Rimase in parlamento per quattro anni.

Il patriottismo di Verdi si manifestò più chiaramente quando scrisse il Requiem per commemorare la morte di Alessandro Manzoni (1785-1873), il grande poeta italiano la cui opera aveva anche promosso la causa nazionale dell'unificazione. Il Requiem è stato descritto come un'opera lirica sotto mentite spoglie e fu molto apprezzato fin dalla prima esecuzione in occasione della commemorazione di Manzoni nella Chiesa di San Marco a Milano, il 22 maggio 1874, e nelle successive rappresentazioni in tutta Europa. Johannes Brahms (1833-1897) disse del Requiem: "Solo un genio avrebbe potuto scrivere un'opera simile" (Steen, 540).

Le ultime opere

Verdi continuò a lavorare fino ai settant'anni. Tra i lavori non operistici troviamo i Quattro pezzi sacri, pubblicati nel 1898. Molti critici considerano le ultime due opere, Otello (1887), basata sull'Otello di Shakespeare, e Falstaff (1893), basata su Le allegre comari di Windsor dello stesso drammaturgo, come i lavori migliori. Verdi si avvalse del talentuoso compositore-librettista Arrigo Boito (1842-1918) per scriverle. Entrambe vennero presentate alla Scala con grande entusiasmo. Boito descrisse l'adulazione del pubblico all'esterno del famoso teatro: "Impazzita, la folla cercò di sorreggersi alla carrozza di Verdi e di portarla dalla Scala al Grand Hotel su per la strada (Steen, 542).

Giuseppe Verdi, 1899
Giuseppe Verdi, 1899
Archivio Storico Ricordi (CC BY-SA)

Le due opere rappresentano l'apice della carriera di Verdi, in cui egli combina musica e parole con una padronanza magistrale dell'orchestra. Lo storico della musica C. Schonberg descrive Falstaff come "sottile, in rapido movimento, pieno di bagliori, risate beffarde, alto umorismo. Falstaff è un commento sulla vita, il riassunto di una carriera, uno scherzo - e così civile! - con il suo sottofondo di tristezza. Verdi sapeva che sarebbe stata la sua ultima opera" (291).

Le più grandi opere di Verdi

Giuseppe Verdi scrisse in totale 28 opere, ma le più famose, con le date di prima rappresentazione indicate tra parentesi, sono:

  • Nabucco (1842)
  • Giovanna d'Arco (1845)
  • Macbeth (1847)
  • Luisa Miller (1849)
  • Rigoletto (1851)
  • Il trovatore (1853)
  • La traviata (1853)
  • Les vêpres siciliennes (1855)
  • Simon Boccanegra (1857)
  • Un ballo in maschera (1859)
  • La forza del destino (1862)
  • Don Carlos (1867)
  • Aida (1871)
  • Otello (1887)
  • Falstaff (1893)

Morte ed eredità

Verdi venne colpito da ictus e una settimana dopo morì al Grand Hotel di Milano il 27 gennaio 1901. Lasciò una somma considerevole alla casa per musicisti anziani e impoveriti che aveva fondato a Milano, Casa Verdi. Nonostante la fama di compositore di opere, Verdi considerava la casa dei musicisti come la sua "opera più grande" (Wade-Matthews, 409). Infatti, fu sepolto nella casa, nel cortile accanto a Giuseppina, che lo aveva preceduto nel novembre 1897. La semplice cerimonia di sepoltura fu accompagnata dal canto spontaneo della folla presente "Va, pensiero".

Statue of Giuseppe Verdi
Statue of Giuseppe Verdi
Lorenzo Gaudenzi (CC BY-SA)

Il successore di Verdi come principale autore d'opera fu Giacomo Puccini (1858-1924). Fu una rappresentazione dell'Aida di Verdi a Pisa a convincere Puccini a intraprendere la professione. La casa di Verdi a Sant'Agata, Villa Sant'Agata, è oggi conservata come museo, mentre molti degli oggetti musicali sono esposti nel piccolo museo del Teatro alla Scala, riconosciuto oggi come la casa spirituale dell'opera lirica mondiale, un genere musicale che, nonostante tutti i compositori che si sono succeduti, è oggi impensabile senza i lavori di Giuseppe Verdi. Come aveva previsto Donizetti, Verdi occupa "uno dei posti più onorevoli nella schiera dei compositori" (Schonberg, 276).

Le opere maggiori di Verdi sono da sempre messe in scena e continuano a incantare il pubblico di tutto il mondo, forse in modo non così evocativo quanto nella nativa Italia e durante la stagione lirica annuale che si tiene nell'antico anfiteatro romano di Verona, dove chi scrive ha sentito, più di una volta, un pubblico estasiato gridare, al di sopra del crescendo degli applausi, "Viva Verdi!, Viva Verdi!".

Domande e risposte

Per cosa è conosciuto Giuseppe Verdi?

Giuseppe Verdi è noto soprattutto per essere stato il compositore di opere del XIX secolo come Aida, La traviata, Rigoletto e Nabucco.

Qual è stata la tragedia nella vita di Verdi?

Giuseppe Verdi subì la triplice tragedia della morte della moglie in giovane età e di entrambi i figli morti in età infantile.

Quali sono le migliori opere di Verdi?

Per la maggior parte dei critici musicali, le opere migliori di Verdi sono le ultime due: Otello e Falstaff. Per il pubblico, le opere più popolari di Verdi sono solitamente La traviata, Aida e Rigoletto.

Info traduttore

Aurora Alario
Sono una traduttrice freelance. Mi sono laureata in Mediazione Linguistica presso il SSML Centro Masterly di Palermo, dove ho studiato interpretariato e traduzione per le lingue inglese e francese. Mi interessa la storia e subisco il fascino della cultura indiana. Sono appassionata di informatica, musica e lingue, ovviamente.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2023, maggio 24). Giuseppe Verdi [Giuseppe Verdi]. (A. Alario, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21914/giuseppe-verdi/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Giuseppe Verdi." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. Modificato il maggio 24, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21914/giuseppe-verdi/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Giuseppe Verdi." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 24 mag 2023. Web. 26 apr 2024.