L'insurrezione di Pratile

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Harrison W. Mark
da , tradotto da Roberto Romagnoli
pubblicato il 08 dicembre 2022
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Boissy d'Anglas Saluting the Head of Deputy Féraud, 1 Prairal Year III (20 May 1795) (by Charles Fournier des Ormes, CC BY-SA)
Boissy d'Anglais salute la testa del deputato Féraud, 1 Pratile anno III (20 maggio 1795)
Charles Fournier des Ormes (CC BY-SA)

L'insurrezione del primo Pratile anno III (20 maggio 1795) fu l'ultima grande insurrezione popolare durante la Rivoluzione francese (1789-1799). Fu l'ultima volta che i sanculotti giocarono un ruolo importante nella politica francese, fino alle rivoluzioni di diciannovesimo secolo, e fece svanire ogni speranza che i giacobini potessero riguadagnare il potere dopo la caduta di Maximilien Robespierre.

L'insurrezione di Pratile fu originata dalle politiche conservatrici della reazione termidoriana. I termidoriani che avevano rovesciato Maximilien Robespierre (1758-1794) e posto fine al regime del Terrore, si erano impegnati a cancellare l'ideologia estremista giacobina dalla politica francese. Questo comportava la fine della legge sul maximum che aveva posto un limite al prezzo del pane e di altri beni essenziali, rendendoli in qualche modo accessibili. La rimozione di queste regolazioni, insieme a un inverno particolarmente rigido, portò a una carestia di massa e all'aumento della povertà.

Il 20 maggio 1795, o primo di Pratile anno III secondo il calendario repubblicano, i sanculotti di Parigi insorsero contro la Convenzione termidoriana chiedendo pane e la Costituzione del 1793. In definitiva l'insurrezione fallì e i suoi leader furono brutalmente puniti dai termidoriani. Il fallimento dell'insurrezione è significativo per mostrare la crescente fatica del moto rivoluzionario, dal momento che simili insurrezioni avevano segnato precedentemente degli importanti punti di svolta nella Rivoluzione. Dopo aver sconfitto la rivolta, i termidoriani scrissero la loro propria costituzione dell'anno III che condusse alla nascita del regime del Direttorio.

Il potere del popolo

Le insurrezioni popolari, o “giornate” rivoluzionarie come erano spesso chiamate, era una fiera tradizione nella storia della Rivoluzione francese. In effetti si potrebbe sostenere che se non ci fossero state queste “giornate” non ci sarebbe stata nessuna rivoluzione. Era il popolo che si era sollevato il 14 di luglio 1789 nella presa della Bastiglia, che aveva aiutato a rendere più solido il potere dell'Assemblea nazionale costituente e aveva dato alla rivoluzione i suoi obiettivi. Era stato il popolo, non i legislatori che aveva forzato il re Luigi XVI di Francia (r. 1774-1792) ad abbandonare la sua fortezza assolutista di Versailles per tornare a Parigi con la marcia delle donne a Versailles ed era stata l'insurrezione del popolo che aveva posto fine alla monarchia con l'assalto al Palazzo delle Tuileries.

il potere delle classi più basse, i sanculotti, era cresciuto a tal punto che essi avrebbero potuto imporre o rovesciare un governo secondo la loro volontà.

Nell'estate del 1793 il potere delle classi più basse, i sanculotti, era cresciuto a tal punto che essi avrebbero potuto imporre o rovesciare un governo secondo la loro volontà. Nell'insurrezione del 2 giugno 1793, il popolo aveva provocato la caduta dei girondini, una fazione della Convenzione nazionale le cui politiche moderate stavano distruggendo la Rivoluzione agli occhi dei sanculotti. Nello sforzo di distruggere i girondini, i sanculotti portarono al potere la fazione giacobina estremista conosciuta come la Montagna. Sebbene queste insurrezioni spesso escludessero il resto della nazione dall'avere una qualche voce in capitolo nella politica nazionale (conducendo alla nascita di rivolte federaliste) per il popolo di Parigi, almeno, questa insurrezioni rivoluzionarie rappresentavano la democrazia nella sua forma più sanguinaria e più caotica.

Tuttavia, mentre la rivoluzione continuò senza vedere la sua fine, il potere di queste insurrezioni popolari cominciò a svanire. Temendo di essere rovesciati nello stesso modo in cui lo erano stati il re e i girondini, Robespierre e il dittatoriale Comitato di salute pubblica infiltrarono nelle sezioni di Parigi spie ed agenti, tentando di stroncare ogni futura insurrezione dalla nascita. Questa decisione si dimostrò prudente nel marzo 1794, quando fu sventata prima che cominciasse una insurrezione in supporto della ultraradicale fazione hebertista; Robespierre ottenne che 19 leader hebertisti fossero catturati e giustiziati.

Naturalmente l'indebolimento dei sanculotti da parte della Montagna le si rivolse contro. Quando Robespierre ebbe bisogno di un'insurrezione per salvare se stesso dal colpo di Stato dei termidoriani nel luglio 1794, i sanculotti erano diventati così disorganizzati dal regime di Terrore di Robespierre, che essi non si poterono mobilitare in tempo. Robespierre fu giustiziato e il suo regime rovesciato, prima che gli elementi radicali delle sezioni di Parigi potessero nemmeno tentare di salvarlo.

Fall of Robespierre in the National Convention, 27 July 1794
L'arresto di Rospierre alla Convenzione Nazionale, 27 luglio 1794
Max Adamo (Public Domain)

Durante la successiva Convenzione termidoriana del 1794-95, le insurrezioni popolari di successo svanirono dalla memoria. Il popolo di Parigi, che una volta aveva fatto tremare i re e i legislatori borghesi nelle loro calze di seta, era stato riportato a com'era nei giorni dell'Antico Regime, composto da affamati e impoveriti lavoratori, niente di più. Se essi avrebbero potuto sottrarre la rivoluzione dalle mani dei borghesi termidoriani e riportarla nelle loro era una questione aperta.

Un inverno brutale

L'inverno 1794-95 fu uno dei peggiori che la Francia avesse mai sperimentato durante tutto il diciottesimo secolo. I fiumi gelarono, mentre le già scarse quantità di legna da ardere e di carbone divennero ancora più rare. Il magro raccolto del 1794 richiese uno sforzo alla popolazione, dal momento che le armate francesi che combattevano le guerre rivoluzionarie (1792-1802) avevano richiesto tutti i prodotti disponibili. Anche se il governo aveva importato grano, i rifornimenti non potevano essere trasportati nel Paese, dal momento che le strade e le vie d'acqua erano bloccate dal freddo invernale.

Le cose furono peggiorate dalla politica di libero mercato della Convenzione termidoriana. Nel loro sforzo di smantellare le politiche radicali dei giacobini, i termidoriani abolirono la legge del Maximum generale che aveva posto un limite al prezzo del pane e di altri beni essenziali. La loro giustificazione era che gli agricoltori e i produttori non potevano più decidere i prezzi dei loro prodotti e che una tale politica rendeva peggiore l'inflazione. Credevano anche che una politica di libero mercato fosse la via migliore per rivitalizzare l'economia francese in difficoltà. Sfortunatamente, essi adottarono questa politica appena prima dell'arrivo del duro inverno, e proprio quando la popolazione aveva maggiore bisogno di pane, combustibili e altri beni, i prezzi schizzarono alle stelle. I termidoriani tentarono di rimediare alla situazione emettendo mucchi di assegnati, la moneta della Rivoluzione francese, ma questo servì solo a far aumentare l'inflazione.

Assignat for 15 Sols
Un assegnato di 15 soldi
National Numismatic Collection at the Smithsonian Institution (Public Domain)

Come conseguenza, le strade di Parigi furono invase da persone che morivano di freddo e malnutrite. Il tasso di mortalità in città aumentò moltissimo, in quanto la gente moriva di freddo nelle loro proprie case o moriva di fame. Aumentarono anche drammaticamente i suicidi, in quanto molti tentavano di evitare questo vita terribile. Una situazione così miserabile spinse molti a pensare nostalgicamente al governo dei giacobini e al regime di Terrore; per quanto violenti, quei giorni fossero stati il pane, almeno era stato disponibile. Naturalmente molti gettarono la colpa sui termidoriani. E il malcontento in città aumentò.

Un campanello d’allarme

Questo inverno gelato e mortale durò fino all'inizio di aprile del 1795. Allora le armate francesi in tutta Europa erano vittoriose contro i nemici della Repubblica, al punto che alcuni membri della Coalizione antifrancese avevano cominciato a ricercare la pace. Ben lungi dal placare i sanculotti di Parigi, queste notizie li esacerbarono. Come poteva un governo che era così potente da conquistare l'Europa, fallire nel procurare pane per il suo popolo?

Come per enfatizzare questo punto, la fine dell'inverno non aveva significato più pane nelle pance dei parigini. Non c'erano riserve di pane da nessuna parte nel paese e squadre di navi da guerra britanniche rendevano difficoltoso importarne dall'oltremare. A Parigi, le razioni giornaliere di pane divennero inferiori alla quantità necessaria di nutrimento. Il 22 di aprile un diarista scrive: “oggi la razione di pane dei parigini è stata ridotta a un quarto di libbra. Parigi non si è mai trovata in tali strettezze (Doyle, 284). Al primo di maggio la razione era scesa a solo due once di pane per parigino. Le donne cominciarono a rimproverare i loro uomini perché mancavano del coraggio di assaltare la Convenzione nazionale e domandare pane. Mentre i realisti cominciarono ricordare surrettiziamente al popolo che le cose non erano poi state così male quando i Re avevano retto la Francia. Sembrava che la prossima “giornata” fosse attesa da tempo.

la Francia era senza una Costituzione dal 1792.

Il 19 di maggio il segnale fu dato con la pubblicazione di un pamphlet anonimo intitolato L'insurrezione del popolo per ottenere pane e il recupero dei nostri diritti. Il pamphlet diede obiettivi concreti all'insurrezione, cioè il pane e la Costituzione del 1793. Questo secondo aspetto alludeva al fatto che la Francia era senza una Costituzione dal 1792. Esisteva la cosiddetta Costituzione del 1793 scritta dai giacobini e molto più radicalmente democratica che ogni altra costituzione contemporanea, ma questa Costituzione non era mai entrata in vigore, lasciata da parte dalla Convenzione nazionale per dare al Comitato di salute pubblica i poteri esecutivi necessari per vincere le guerre della Francia rivoluzionaria. Ora, quasi due anni più tardi, il Comitato di salute pubblica non esisteva più, il Terrore era finito e le guerre sembravano essere aver preso una piega favorevole. Tuttavia, i termidoriani non davano segni di volere adottare la Costituzione, a dispetto dei sanculotti.

Alle 7 del mattino del 20 maggio, il suono della campana d'allarme echeggiò su Parigi. Una chiamata alle armi vecchia come la rivoluzione. Al suono della campana i lavoratori della città lasciarono le loro officine e fattorie, riversandosi nelle strade in una grande processione verso il Palazzo delle Tuileries, dove la Convenzione nazionale era riunita. Ci furono tafferugli per il cibo e la folla faceva gesti alle persone ,che lavoravano nei negozi o che passavano nelle loro carrozze, di unirsi a loro, in una scena che richiamava gli antichi gloriosi giorni delle insurrezioni popolari del 1789. Quelli che marciavano si appuntavano nastri tricolori sui loro cappelli e berretti frigi e gridavano slogan che domandavano il pane e la Costituzione.

L’insurrezione del 1 Pratile

Quando gli affamati cittadini di Parigi marciarono contro la Convenzione, era il primo di Pratile dell'anno III, secondo il nuovo calendario repubblicano. Si erano uniti a loro distaccamenti della Guardia Nazionale, per lo più provenienti dai distretti radicali di Saint Antoine e Saint Marcel. I primi insorti ad arrivare alle Tuileries furono accolti dai bastoni e dalle fruste dei Moscardini, dei teppisti vestiti in modo dandy, che passavano il tempo bastonando giacobini a sanculotti. Questo ebbe lo stesso effetto che disturbare un nido di vespe e già nel primo pomeriggio migliaia di insorti avevano circondato la Convenzione. Il diarista prima menzionato notò che “ognuno era nell'umore del massacro” (Doyle, 295).

Infine, la folla cominciò a premere sul Palazzo stesso. Furono accolti da un deputato della Convenzione, Jean Bertrand Féraud, che li invitò a ritornare a casa. Come risposta qualcuno sparò a Féraud e alcuni gli tagliarono la testa e la fissarono in cima ad una picca. La folla poi irruppe nella stanza dove era riunita la Convenzione. Mentre alcuni sventolavano il loro macabro trofeo sulla faccia del Presidente della Convenzione, la lista delle loro domande crebbe, includendo il rilascio dei prigionieri giacobini che erano stati arrestati dopo la caduta di Robespierre. Domandarono anche l'arresto dei realisti emigrati e dei termidoriani che avevano perseguitato i giacobini con tanto vigore. Queste richieste furono appoggiate da alcuni deputati della Convenzione nazionale stessa; 11 deputati della Montagna (derisi come la “cresta” in quanto erano rimasti così pochi) si schierarono con i sanculotti. Semmai ci fu una chance per la Montagna di riguadagnare il potere, era questa.

Jean Bertrand Féraud
Jean Bertrand Féraud
Bibliothèque nationale de France (Public Domain)

Tuttavia, questi 11 deputati si scavarono alla fossa con le loro stesse mani. Precedentemente, durante il giorno, le notizie dell'insurrezione avevano provocato lo schieramento di soldati leali alla Convenzione. Ora questi soldati si erano ammassati fuori dalla Convenzione, aspettando l'ordine di avanzare. Ci volle un po’ di tempo prima che l'ordine fosse finalmente dato. Alcuni avevano ipotizzato che questo ritardo fosse intenzionale, per dare tempo ai deputati della Montagna per incriminarsi da soli. Una volta che l'ordine fu dato, tuttavia, i soldati lo eseguirono velocemente. A mezzanotte il Palazzo delle Tuileries era stato ripulito da tutti gli insorti; sebbene ci fosse stata della violenza, i soldati li dispersero senza sparare un colpo.

Stallo

Ovviamente non sarebbe stato così facile reprimere gli insorti. Nelle prime ore del 21 di maggio, i leader sanculotti si appellarono al distretto di Saint Antoine che rispose inviando Guardie Nazionali equipaggiate con cannoni per rinforzare l'insurrezione. Con questi rinforzi, gli insorti ritornarono alle Tuileries. Alla metà del pomeriggio, il loro numero era arrivato a 20.000. Essi si confrontarono con 40.000 soldati e altri fedeli alla Convenzione che stavano difendendo le Tuileries. Non tutti questi difensori, tuttavia, erano affidabili. Durante la giornata un certo numero di soldati disertò dai loro posti e si unirono agli insorti. Se si fosse dovuto arrivare alla battaglia, c'era la stessa possibilità che i difensori sgattaiolassero o si unissero al nemico di quanto essi resistessero e combattessero.

Per questa ragione la Convenzione era esitante nell'attaccare battaglia così come gli insorti. Gli insorti volevano evitare il combattimento sapendo che sarebbero stati facilmente sopraffatti, sia in uomini che in cannoni. Il risultato fu che ogni parte rimase ferma, dato che nessuna delle due voleva fare la prima mossa. Dopo che questa lotta di sguardi era andata avanti per un po’, la Convenzione nazionale sembrò offrire un ramo d'olivo, e annunziò che avrebbe ricevuto una petizione dai sanculotti. Rassicurati, gli insorti chiesero ancora una volta per pane e la Costituzione del 1793. Ammorbiditi dalle promesse dei deputati di considerare queste richieste, l'ira degli insorti cominciò a svanire. Per sera la maggior parte di loro era andata a casa.

Insurrection on 1 Prairial Year III
Insurrezione del 1 Pratile anno III
Bibliothèque nationale de France (Public Domain)

I sanculotti avevano perso l'attimo. La forza, che essi avevano abbandonato tornando a casa, non sarebbe più stata recuperata. Quasi immediatamente, quando gli insorti cessarono di porre un pericolo immediato, la Convenzione disconobbe tutti i risultati delle votazioni che avevano promesso pane ai sanculotti, pretendendo che tali decisioni fossero state prese sotto costrizione e che perciò non la impegnavano. Gli 11 deputati della Montagna furono arrestati, accusati non solo di aver tratto vantaggio dall'insurrezione, ma anche di averla pianificata. Quest’ultima accusa risultò poi infondata. Posto termine all'insurrezione e neutralizzato il pericolo dei pochi Montagnardi rimasti, la Convenzione termidoriana iniziò la repressione per assicurarsi che non avrebbe più dovuto fronteggiare una seria insurrezione dei sanculotti.

La punizione

Il 22 di maggio, il giorno dopo che la insurrezione era stata dispersa, la Convenzione ordinò alle truppe sotto il comando del generale Jean Francois Menou di assediare il distretto di Saint Antoine. Ai soldati si aggiunsero squadre di Moscardini, sempre contenti di poter bastonare liberamente i sanculotti. Le altre sezioni di Parigi, sebbene fosse stato loro ordinato di inviare le loro Guardie Nazionali insieme ai soldati di Menou, per dimostrare la loro realtà, furono riluttanti a partecipare a questa azione che era solo semplicemente punitiva.

Gli entusiasti Moscardini attaccarono le barricate di Saint Antoine prima che si dispiegassero le truppe regolari, e furono respinti. Più tardi, durante quella giornata, lavoratori di Saint Antoine attaccarono un gruppo di polizia che stava arrestando uno degli assassini di Féraud, liberandolo. Ma come era stato il giorno precedente, nessuno era ansioso di scatenare una aperta battaglia e il generale Menou annunciò che la Convenzione sarebbe stata soddisfatta se Saint Antoine avesse accettato di consegnare gli assassini di Féraud e di disarmarsi. In questo caso non ci sarebbero stati altri atti di punizione. La sezione accettò, sebbene con riluttanza. Si arrese e smantellò le sue barricate. Gli assassini di Féraud furono arrestati e immediatamente ghigliottinati.

Ancora una volta la Convenzione non mantenne le sue promesse. Nei giorni successivi 3000 persone furono arrestate per la loro sospetta partecipazione dell'insurrezione. Il 23 di maggio fu istituita una speciale commissione per giudicare 132 dei sospetti capi dell'insurrezione, inclusi gli 11 deputati della Montagna. Alla fine, solo 19 uomini furono condannati a morte. Questi includevano gli assassini di Féraud, i soldati che si erano uniti agli insorti e 6 dei Montagnardi. In un atto finale di sfida, quattro dei deputati condannati tentarono il suicidio, mentre essi venivano scortati via dalla Corte, pugnalandosi con dei coltelli che avevano precedentemente nascosto. Tre vi riuscirono, il quarto fu ghigliottinato insieme agli altri due deputati. I sei Montagnardi condannati divennero eroi nel Pantheon dei giacobini e a loro ci si riferì come ai “martiri di Pratile”.

The Martyrs of Prairial
I martiri di Pratile
Charles Ronot (Public Domain)

Con la fine dell'insurrezione di Pratile anche il potere dei sanculotti nella Rivoluzione francese terminò. Una forza che aveva messo il re in ginocchio fu sopraffatta, il 21 maggio del 1795, dai legislatori borghesi che avevano poco prima preteso di essere i loro portavoce. La Montagna che non aveva più nessun reale potere dalla caduta di Robespierre, dalla fine del Terrore, continuò a languire, avendo perso la sua chance di riprendere il controllo della Rivoluzione. Anche le famose giornate rivoluzionarie erano finite, la rivolta del 13, Vendemmiaio (5 ottobre 1795) avrebbe preteso di portare avanti l'eredità delle insurrezioni popolari. Tuttavia, questa fu un’insurrezione realista, non della stessa categoria delle giornate repubblicane che non sarebbero ritornate fino alle rivoluzioni del 1830 e del 1848.

Una delle più importanti eredità della fallita insurrezione, fu che essa condannò la Costituzione del 1793, che era considerata come un punto di incontro per le ribellioni. I termidoriani ufficialmente strapparono la Costituzione giacobina, che avevano ritenuto inattuabile e si misero al lavoro per forgiare la loro propria Costituzione più conservatrice, la più conservatrice Costituzione dell'anno III (1795). Entrata in vigore il 22 di agosto, questa Costituzione condusse allo stabilimento del Direttorio e sarebbe rimasta in vigore fino a che il colpo di Stato del 18 brumaio segnò la fine della Rivoluzione francese, nel novembre 1799.

Domande e risposte

Cosa fu l'insurrezione di Pratile?

L'insurrezione di Partile anno III (20 maggio 1795) fu l'ultimo tentativo dei radicali sanculotti e dei giacobini di riprendere in controllo della Rivoluzione. Fu anche l'ultima grande insurrezione popolare della Rivoluzione.

Perché l'insurrezione di Pratile fallì?

L'insurrezione di Pratile fallì perché i sanculotti erano stati disarmati durante il regime del Terrore e perché l'insurrezione non era stata adeguatamente organizzata come altre insurrezioni precedenti.

Quali erano gli obiettivi dell'insurrezione di Pratile?

L'insurrezione di Pratile anno III chiedeva pane a la Costituzione del 1793; pane perché i poveri di Parigi stavano letteralmente morendo di fame e la Costituzione perché la Francia ne era in quel momento priva.

Info traduttore

Roberto Romagnoli
Roberto Romagnoli è insegnante di storia e filosofia nelle scuole superiori italiane. È laureato in Storia medievale all'Università di Bologna. È autore di "Le Storie di Rodolfo il Glabro. Strutture culturali e modelli di santità cluniacense". Bologna 1988.

Info autore

Harrison W. Mark
Harrison Mark è diplomato in storia e scienze politiche presso la State University of New York a Oswego.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, H. W. (2022, dicembre 08). L'insurrezione di Pratile [Prairial Uprising]. (R. Romagnoli, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21355/linsurrezione-di-pratile/

Stile CHICAGO

Mark, Harrison W.. "L'insurrezione di Pratile." Tradotto da Roberto Romagnoli. World History Encyclopedia. Modificato il dicembre 08, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21355/linsurrezione-di-pratile/.

Stile MLA

Mark, Harrison W.. "L'insurrezione di Pratile." Tradotto da Roberto Romagnoli. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 08 dic 2022. Web. 31 ott 2024.