Cultura Partica

Definizione

Patrick Scott Smith, M. A.
da , tradotto da Aurora Alario
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Temple Ritual Scene from Hatra (by Osama Shukir Muhammed Amin, Copyright)
Scena rituale del tempio di Hatra
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

La Partia, estesa tra la Cina e l'India a est e il Mediterraneo a ovest, governò uno dei più vasti imperi dell'epoca e la cultura partica fiorì per 500 anni (dal 247 a.C. al 224 d.C.). Oltre a essere noti per l'abilità militare in qualità di arcieri a cavallo e per aver creato una sofisticata cultura equestre, i Parti erano anche abili diplomatici. Letterati e spesso poliglotti, governavano con spirito collaborativo, consentendo alle varie culture presenti nell'impero di mantenere le proprie tradizioni.

Con il prosperare della religione ebraica e del cristianesimo, si affermarono anche il paganesimo e i sistemi di credenze più diffusi del pantheon greco e dello zoroastrismo. Il dio preferito dai Parti, tuttavia, era Mitra, che in una sola persona racchiudeva gli attributi di molti dei greci e divenne anche principale divinità del dio Ahura Mazda, creatore di Zoroastro. Tutto ciò diede ai Parti un terreno comune nelle relazioni con gli zoroastriani e i greci. Dal momento che i Parti si identificavano con Mitra in quanto arciere a cavallo, quest'ultimo divenne importante per lo sviluppo della loro unica identità culturale.

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I Parti erano anche abili commercianti grazie al controllo che esercitavano sulla parte settentrionale, da est a ovest attraverso la Mesopotamia, delle lucrose vie della seta. Ciò comportava ricompense materiali e prestigio per coloro che conducevano gli affari dell'impero. La classe dirigente, oltre a godere di un elevato tenore di vita, contribuiva ad incrementare la domanda di artisti e artigiani e, allo stesso tempo, investiva anche nel miglioramento e nella costruzione di infrastrutture. Lavori simili comportavano una domanda di materiali da costruzione e la necessità di architetti, costruttori e muratori. Lo status elevato della classe imprenditoriale generava una domanda di beni di consumo e di lusso, che portava con sé il benessere materiale anche per le proprie famiglie.

Una cultura con uno spirito cooperativo

In merito alla classe dirigente, la Partia sembrava aver sviluppato un interessante rapporto re/nobiltà che conferì ai nobili un'influenza politica mai vista prima dell'avvento della Magna Carta nel 1200 d.C.. Come spiega George Rawlinson

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[I nobili della Partia] non erano semplici strumenti al servizio del monarca, ma una classe con diritti propri e imprescrittibili. Avevano il privilegio di eleggere il sovrano quando la carica era vacante e persino di deporre un monarca debitamente eletto. La nobiltà partica era quindi molto più potente e indipendente di qualsiasi altra classe simile che sottostava ai governanti achemenidi, sasanidi, persiani moderni o turchi (kindle loc 4037).

Di conseguenza, anche se il rapporto re/nobiltà era controbilanciato, sembra aver funzionato senza sconvolgimenti distruttivi. Mentre i nobili potevano scegliere il re, quest'ultimo, se degno, poteva governare incontrastato. Il re Orode II (57-37 a.C.) ordinò l'esecuzione di Surena (84-53 a.C.), il principale comandante, che aveva appena vinto una brillante battaglia contro i Romani a Carre. Sebbene Surena fosse ricco quasi quanto il re e appartenesse a una famiglia eminente, pare che gli ordini del re vennero eseguiti senza opposizione. D'altra parte, quando un re non riusciva a proteggere l'impero o governava in modo irresponsabile, poteva anche essere mandato via senza obiezioni. Dopo aver perso la propria influenza in Armenia e nella provincia di Gordyene a favore di Roma, e a seguito dell'umiliante rifiuto di Pompeo di riconoscere a Fraate III (69-57 a.C.) il titolo di "Re dei Re", Fraate venne ucciso dai due figli. Quando però il fratello maggiore Mitridate IV (57-54 a.C.) regnò con crudeltà, i nobili partici intervennero per insediare sul trono Orode II.

La Partia era famosa per permettere ai popoli assoggettati di avere i propri costumi e le proprie tradizioni.

Inoltre, sembra che la Partia fosse, in una certa misura, una nazione in cui i titoli nobiliari venivano elargiti con generosità. Se chiamati in guerra, alcuni nobili potevano radunare appena 125 soldati, mentre altri, come Surena, potevano portarne oltre 2.000. Di conseguenza, per quanto riguarda i Parti, mentre l'orgoglio di essere un nobile veniva generosamente conferito e collettivamente dominavano, veniva tacitamente accettato che il rispetto e l'obbedienza al monarca erano essenziali per assicurarsi il dominio permanente. Inoltre, mentre i re e i nobili avevano un forte senso di comunanza di intenti nel promuovere lo Stato partico, un simile approccio cooperativo era esteso anche ai sudditi. Come accennato, la Partia era famosa per permettere al popolo di seguire i propri costumi e tradizioni, e probabilmente fu con particolare raffinatezza che gli ambasciatori misero in pratica le proprie abilità diplomatiche. Un impero come la Partia non avrebbe potuto governare da solo per tutto il tempo; era necessario stipulare trattati, accordi di cooperazione, interessi militari e commerciali comuni.

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L'arte della diplomazia

Un esempio della raffinatezza diplomatica partica nei confronti dell'orgoglio e dell'autonomia dei sudditi si può notare quando risparmiarono a Seleucia l'affronto di dover ospitare soldati partici. Al contrario, la vicina città di Ctesifonte venne costruita appositamente per questo scopo. Dalla cooperazione commerciale a trarre profitto furono anche gli artigiani e gli operatori economici di Seleucia che vennero impiegati nel progetto. In questo modo venne stabilita una maggiore presenza militare vicino alla frontiera orientale della Partia, ottenendo al contempo la collaborazione degli abitanti locali che trassero vantaggi commerciali durante e dopo il progetto.

Un altro esempio della diplomazia della Partia viene dalle monete, molte delle quali mostrano i re seduti su un trono con un braccio teso che tiene un arco. Il simbolismo serviva ad inviare un messaggio sofisticato ma efficace. L'arco era l'arma più utilizzata in guerra dai parti, nonché la chiave della potenza militare. L'immagine dell'arco non puntato, ma teso dal re, trasmetteva il desiderio della Partia di privilegiare la diplomazia rispetto all'azione militare.

Orodes II
Orode II
The Trustees of the British Museum (CC BY-NC-SA)

La politica diplomatica venne sperimentata con i Romani. Prima che Crasso (115-53 a.C.) sferrasse il proprio attacco immotivato alla Partia, quest'ultima fece delle proposte pacifiche. Anche quando Crasso si trovava in Siria pronto a fare ingresso nel cuore della Partia, il re Orode II (57-37 a.C.) "inviò degli emissari per accussarlo dell'invasione e chiedere le cause della guerra" (Cassio Dio, 40.16). Inoltre, furono i Parti, sebbene avessero vinto in modo decisivo contro Crasso a Carre nel 53 a.C. e avessero eretto gli stendardi romani come monumento alla propria vittoria, a chiedere in seguito la pace. Per volere di Fraate IV (r. 37-2 a.C.), nel 20 a.C. venne stipulato un accordo di pace con Augusto che restituiva a Roma gli stendardi. Il trattato portò decenni di pace tra le due parti e permise a ciascuna di esse di prosperare economicamente.

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Perciò, anche se i Parti ebbero alti e bassi, un certo spirito di cooperazione tra governanti e nobili, nonché tra classe dirigente e province, fu utile. Pur utilizzando la loro abilità diplomatica, i Parti avevano anche bisogno di offrire benefici tangibili ai sudditi. Come Roma, che offriva ai sovrani un certo grado di potere e ricchezza e al popolo infrastrutture superiori con strade, terme ed edifici pubblici, anche i Parti, in cambio di tributi e assistenza militare, davano qualcosa come corrispettivo. Oltre a permettere ai sudditi di praticare le proprie tradizioni, l'Impero partico garantì una grande prosperità e un potenziamento delle infrastrutture e dell'architettura esistenti.

Ricchezza, infrastrutture e architettura

Oltre al tributo che le nazioni soggette erano tenute a dare, il controllo della Partia sulle vie della seta settentrionali est/ovest portò grande ricchezza. Cassio Dione riferisce che la ragione principale per cui Crasso attaccò la Partia fu perché "estremamente ricca" (40:12). Ricchezza che li avrebbe aiutati a mantenere e migliorare gli edifici e le infrastrutture esistenti e a costruirne di nuovi. Sebbene i Parti siano stati criticati per la mancanza di costruzioni imponenti, va ricordato che si impadronirono di un impero già ricco di arte e architettura greca e persiana. Ciononostante, i Parti costruirono e apportarono migliorie.

Secondo Strabone, i Parti realizzarono un'imponente costruzione a Ctesifonte, vicino a Seleucia, sul Tigri. Per risparmiare a Seleucia l'onere di fornire alloggi ai propri soldati, i Parti presero quello che un tempo era un villaggio e trasformarono Ctesifonte in una città "capace di ospitare una grande moltitudine". Oltre agli alloggi per i soldati, i Parti eressero molti edifici pubblici per promuovere le arti e i mestieri e altre attività commerciali "redditizie per i dominatori" (Strabone, 16.1.16). Costruirono Ctesifonte dotandola di un palazzo, in modo da renderla una pratica e degna residenza invernale del re.

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Standing Arch at Ctesiphon
Arco di Ctesifonte
Nick Maroulis (CC BY-NC-ND)

Allo stesso modo, grazie al clima mite dovuto alla posizione più settentrionale, i re partici fecero di Ecbatana il soggiorno estivo. Polibio descrive Ecbatana come "superiore alle altre città per ricchezza e splendore". Ai piedi del monte Oronte, all'interno della città si trovava una cittadella "dalle sorprendenti fortificazioni", vicino alla quale era situato un palazzo gigantesco e di grande bellezza. Il palazzo, che si estendeva su una superficie di quasi sette stati (quasi un miglio),aveva travi, colonne, trafori e soffitti ricoperti d'oro e d'argento, mentre le piastrelle del pavimento erano tutte d'argento (Polibio 10.27). Sebbene molto dell'oro e dell'argento venne sottratto in epoca partica, dal momento in cui il palazzo divenne la residenza estiva del re, come avvenne a Ctesifonte, i Parti iniziarono probabilmente a riportare Ecbatana al suo antico splendore.

Ad Hatra, i Parti proteggevano la città con un recinto di tre miglia di circonferenza. Le mura erano eccezionalmente spesse, intervallate da torri quadrate ogni 156 metri (170 iarde). A proteggerle dalle macchine d'assedio e dalle scale c'era un ampio fossato asciutto molto profondo. L'intero complesso veniva inoltre protetto da due fortificazioni poste su alture che controllavano gli accessi al luogo. Le fortificazioni di Hatra furono così efficaci da respingere i tentativi dell'imperatore romano Traiano nel 117 d.C. e di Settimio Severo nel 193 d.C. e 197 d.C. All'interno della città, i Parti costruirono un tempio unico ed esteso, il cui perimetro misurava 244 metri e largo 213 metri.

Allo stesso modo, fu possibile espandere la città di Merv (Antiochia seleucide) grazie a fortificazioni all'avanguardia, con merlature a gradini intervallate da torri. In Siria, la Partia fece di Dura Europos il proprio centro amministrativo provinciale, completo di mura fortificate, un palazzo, un mitreo, un bazar e, tipico dell'inclinazione multiculturale, una sinagoga ebraica. Altri progetti includevano il rifacimento di antiche città come Assur, Uruk e Nimrud, con l'aggiunta di favolose case e templi con volte a botte, incorporando gli ingressi a volta aperti chiamati iwan, un'innovazione architettonica partica. L'influenza dell'iwan partico sulla progettazione architettonica mediorientale continua a riecheggiare ancora oggi.

Western and Northern Iwan, Masjed-e Imam
Iwan occidentale e settentrionale, Masjed-e Imam
youngrobv (CC BY-NC)

I motivi artistici unici della Partia

A causa della posizione dell'impero e delle origini dell'Asia centrale, i Parti traevano ispirazione da una vasta gamma di stili artistici e architettonici. Prendendo in prestito da oriente e occidente, si trattava di un amalgama facilmente identificabile come partica. L'architettura e l'arte impiegavano interessanti motivi circolari e frontali. Dal punto di vista architettonico, i Parti lasciarono al proprio posto le strutture seleucidi esistenti, che naturalmente copiavano la pianta rettangolare ellenistica grazie a colonne ed elementi triangolari. Laddove era possibile, tuttavia, i Parti cercarono di differenziarsi. All'ingresso di un tempio greco si passava attraverso un porticato di colonne. Entrando nel tempio partico di Hatra, si arrivava al centro di graziosi archi iwan. Il mix di colonne in stile greco e frontoni triangolari con archi partici multipli ad Hatra conferisce al tempio un fascino unico.

Ad Assur, l'utilizzo degli archi partici è ancora una volta evidente. La circolarità come elemento architettonico durante il periodo partico, tuttavia, venne espresso in altri modi. Come la fortezza corasmia di Koi Krylgan Kala (400 a.C. - 400 d.C.), di forma circolare assoluta, a est del Mar Caspio, anche intere città e fortezze partiche venivano disposte in modo circolare. Confrontando la pianificazione rettangolare seleucide e persiana con alcuni siti partici, Malcolm Colledge scrive:

Un approccio molto diverso alla pianificazione era rappresentato dalla forma vagamente circolare di diverse città sotto il controllo o l'influenza partica; la ricostruzione partica di Ctesifonte e i bastioni intorno a Carre, Takht-I Suleiman e Hatra del I secolo d.C. erano decisamente più circolari. (Arte partica, 34)

Mentre l'architettura partica incorporava in modo unico elementi di circolarità, l'arte includeva il motivo della frontalità. In confronto, mentre le opere d'arte egizie e le figure persiane erano delle dichiarazioni di potere, i modelli greci e romani guardavano meditabondi verso qualcuno o qualcosa. In uno stile che l'arte bizantina avrebbe adottato in seguito, i modelli partici rivolgevano lo sguardo dritto davanti a sé, creando un legame personale tra loro e lo spettatore. Un'altra distinzione è che i Parti spesso abbinarono una raffigurazione del volto più sobria dei Greci e dei Romani. Approfondendo il rapporto diretto tra soggetto e spettatore, alcune figure sembravano quasi amichevoli. Oltre alla produzione creativa di gioielli in metallo prezioso e di statuette in bronzo, terracotta e pietra, le pareti interne decorate erano un'ulteriore prova della scelta artistica e della creatività dei Parti. Le superfici delle pareti di Assur furono magnificamente decorate con stucchi lavorati a motivi geometrici e floreali, che costituivano un notevole precursore dei disegni adottati dagli artisti musulmani. Tali decorazioni avrebbero ravvivato qualsiasi ambiente con l'applicazione di colori complementari e contrastanti.

Parthian Worshipper
Parto devoto
Metropolitan Museum of Art (Copyright)

Lingua, letteratura e musica partica

Sebbene non vi siano ancora prove che i Parti abbiano fornito la propria storia per iscritto, non si può dire che fossero privi di istruzione. Avendo governato su una grande varietà di popoli, la familiarità di ambasciatori, governatori e re con le usanze e la lingua delle popolazioni che governavano era di grande aiuto per le comunicazioni militari e commerciali. Il multilinguismo rappresentava di fatto una risorsa. Quando Surena trovò Crasso rintanato dietro le mura di Carre, intento a tendere una trappola, inviò un emissario con l'ordine di chiamare Crasso in lingua romana. Plutarco afferma che lo stesso Orode II "conosceva bene la lingua e la letteratura greca" (33.2).

In occasione dei banchetti con il re Artavazde II (55-34 a.C.) di Armenia, che stava aiutando i Parti contro i Romani, la letteratura greca veniva letta e apprezzata.
L'alfabetizzazione e la padronanza di una lingua straniera da parte di Orode rimandano ad una formazione scolastica classica. Le lettere del re ai capi di Stato, in tempo di guerra o di pace, erano essenziali per chiarire le proprie intenzioni. In tempo di guerra, gli ordini inviati dal re ai comandanti e da questi ultimi ai luogotenenti sul campo non sarebbero stati certamente trasmessi per sentito dire, ma avrebbero avuto bisogno della specificità e della chiarezza degli ordini scritti. Lo stesso vale per i dispacci inviati con gli emissari in missione diplomatica. Come gli ambasciatori di oggi, ci si aspettava che le persone a cui venivano assegnati fossero alfabetizzate e conoscessero bene la lingua. Inoltre, essendo un colosso commerciale, le registrazioni scritte delle transazioni commerciali, per quanto prolifiche, dovevano essere sofisticate, organizzate ed efficienti.

Nelle feste partiche, il flauto, il piffero e i tamburi erano accompagnati dai suoni erotici di uno strumento a corde chiamato sambuca.

La conoscenza di una lingua straniera è indicata anche quando Flavio Giuseppe menziona l'invio di copie del suo libro in aramaico, e poi in greco, ai "barbari superiori"( Prefazione alle Guerre 1.3). Poiché scrisse molto sui Parti e gli ebrei prosperarono in quell'area, è generalmente accettato che i "barbari superiori" del nord a cui fa riferimento fossero i Parti. Infine, come menziona Parvaneh Pourshariati, alcuni attribuiscono ai Parti la codificazione di una versione precedente del libro sacro degli zoroastriani, l'Avesta (359).

Anche se possiamo considerare i Parti come governanti seri, spinti unicamente dalla conquista e dalla competizione commerciale, i momenti di frivolezza e di svago erano altrettanto importanti. La musica e la danza fanno parte della cultura umana e i Parti non erano da meno. In occasione di un trionfo organizzato da Surena per le strade di Seleucia, cantanti, danzatori e musicisti svolgevano un ruolo importante. Nelle feste partiche, il flauto e i tamburi venivano accompagnati dai suoni erotici di uno strumento a corde chiamato sambuca. Il culmine delle celebrazioni, a ritmo e in armonia con la musica, si concludeva con una danza coreografica.

La cultura equestre della Partia

Al di là delle altre conquiste culturali, si può dire che la cultura partica fosse soprattutto equestre. La principale industria di cui disponeva, infatti, potrebbe essere stata quella equina. Le loro mandrie dovevano essere decine di migliaia. Strabone cita 50.000 giumente nel prato di Hippobotus in Media (11.13.7). 11.000 cavalli furono portati alla battaglia di Carre. La Media e la Partia ne schierarono 50.000 contro Marco Antonio nel 36 a.C.. I cavalli erano ovunque e molti fattori entravano in gioco quando si trattava dell'industria equina: la costruzione di stalle, la fornitura di mangimi di alta qualità, l'addestramento di cavalli e cavalieri e l'allevamento di qualità superiore. Poiché si trattava di un aspetto essenziale della loro supremazia militare, il controllo reale dell'industria equina era la norma. Tra le altre citazioni antiche di "razze reali", Polibio parla di stalloni reali presi in carico dai Medi (10.27). Strabone paragonava i cavalli partici a quelli mediani, che erano "i migliori e i più grandi della provincia del re" (11.13.7). Pertanto i cavalli migliori sarebbero stati riservati alla guardia reale e ai nobili vicini al re. Gli allevatori e gli addestratori, tuttavia, volevano rendere tutti i cavalli e i cavalieri della Partia i migliori sul mercato.

Parthian Archer
Arcere Partico
The British Museum (Copyright)

I segreti dell'allevamento dei migliori stalloni e giumente e le tecniche di addestramento erano un processo accuratamente custodito. Il grande cavallo catafratto veniva allevato per una combinazione di dimensioni, velocità e coraggio nel combattimento ravvicinato, mentre il cavallo della fanteria leggera veniva allevato per la velocità e la manovrabilità. Erano i cavalli più veloci, il che significava che i loro cavalieri (che praticavano il tiro con l'arco fin dalla prima infanzia) potevano inseguire il nemico al galoppo o fuggire più facilmente se inseguiti. Strabone citava anche la loro "facilità di viaggiare velocemente" (3.4.15): questo non solo avrebbe aiutato l'arciere a cavallo a sferrare i colpi al galoppo, ma, cosa altrettanto importante, significava che il cavaliere non veniva affaticato da un cavallo irrequieto. Il fatto che i cavalli partici fossero superiori agli altri ed essenziali per la supremazia militare partica rivela il controllo di un'industria equina altamente organizzata che produceva animali di qualità superiore e utilizzava metodi di addestramento all'avanguardia per cavalli e cavalieri.

Conclusione

I Parti, in un certo senso, ricevettero una cattiva fama. Da un lato, i conquistatori, l'Impero sasanide, cercarono di distruggerne l'eredità materiale e culturale. Dall'altro lato, i Romani e i Greci fornirono una storia incompleta. Tuttavia, grazie alle scoperte archeologiche e ai nuovi studi, il livello di sofisticazione culturale della Partia sta cominciando a svelarsi. Come afferma Pourshariati,

Nell'arte, nell'architettura e persino nelle tradizioni di governo, il contributo della Partia alla successiva cultura iranica e alle tradizioni culturali delle regioni nel loro complesso si sta affermando gradualmente e sempre più. (24)

Info traduttore

Aurora Alario
Sono una traduttrice freelance. Mi sono laureata in Mediazione Linguistica presso il SSML Centro Masterly di Palermo, dove ho studiato interpretariato e traduzione per le lingue inglese e francese. Mi interessa la storia e subisco il fascino della cultura indiana. Sono appassionata di informatica, musica e lingue, ovviamente.

Info autore

Patrick Scott Smith, M. A.
Patrick Smith, MA, ha presentato ricerche per l'American Schools of Oriental Research e la Missouri Academy of Science. Come scrittore per l'Associazione per lo Studio scientifico della Religione ha vinto nel 2015 il Frank Forwood Award per l'Eccellenza nella Ricerca.

Cita questo lavoro

Stile APA

A., P. S. S. M. (2020, agosto 25). Cultura Partica [Parthian Culture]. (A. Alario, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19105/cultura-partica/

Stile CHICAGO

A., Patrick Scott Smith, M.. "Cultura Partica." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. Modificato il agosto 25, 2020. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19105/cultura-partica/.

Stile MLA

A., Patrick Scott Smith, M.. "Cultura Partica." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 25 ago 2020. Web. 29 apr 2024.