Il castello di Edimburgo

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Anna Ferrari
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Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Spagnolo, Turco
Edinburgh Castle Panorama (by kaysgeog, CC BY-NC-ND)
Panoramica del castello di Edimburgo
kaysgeog (CC BY-NC-ND)

Il castello di Edimburgo, situato sulla sommità della Castle Rock, ha servito per secoli la Scozia, svolgendo alternativamente la funzione di roccaforte, residenza reale, sede del governo, arsenale e prigione. Sede di innumerevoli assedi, nascite e decessi reali, intrighi letali e adunanze militari, il castello di Edimburgo è da tempo considerato un simbolo della storia e dell’orgoglio nazionale scozzesi. Oggi il castello è aperto al pubblico, che vi può ammirare la Pietra di Scone, le insegne reali scozzesi note come gli Honours, il museo nazionale scozzese della guerra, il memoriale di guerra nazionale scozzese ed enormi cannoni medievali famosi, come il Mons Megs. Il castello è l’attrazione turistica più popolare della Scozia e, insieme alla città di Edimburgo, è stato nominato dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’umanità.

Origini

Arroccato su uno sperone roccioso di origine vulcanica e circondato su tre lati da pareti scoscese, il castello di Edimburgo domina lo skyline della capitale scozzese. L’occupazione del sito risale all’età del bronzo e diversi scavi archeologici hanno indicato che la cima della montagna è stata livellata artificialmente intorno al 900 a.C.. Nel I e II secolo d.C., durante l’età del ferro, sulla sommità fu costruito un forte tipico del periodo, che probabilmente assunse il ruolo di capitale del popolo dei Votadini. Tale forte, realizzato principalmente con legna e terrapieni, aveva un ingresso protetto da due ampi canali. Gli edifici al suo interno erano anch’essi di legno e molti avevano pavimenti in pietra e focolari. Vi sono inoltre prove della presenza di un sistema fognario in pietra. I ritrovamenti di gioielli importati testimoniano l’attività commerciale tra i Votadini e i Romani nella Britannia centrale e meridionale.

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IL FORTE ERA CONOSCIUTO COME DIN EIDYN, NOME POI ANGLICIZZATO IN EDIMBURGO.

Il castello apparve per la prima volta in letteratura agli inizi del VII secolo d.C. nel poema The Gododdin. All’epoca sul sito risiedeva una fortificazione costruita dall’omonima tribù che poi controllò diverse aree della Scozia meridionale e dell’Inghilterra settentrionale. Il forte era noto come Din Eidyn, nome anglicizzato in Edimburgo dopo che gli Angli conquistarono i Gododdin, prendendo possesso del sito. Pur mantenendo la funzione di roccaforte per tutto l’Alto Medioevo, purtroppo non rimane traccia del castello o delle fortificazioni precedenti l’XI secolo d.C. ed esistono pochissime reliquie appartenenti alle popolazioni che un tempo vi abitarono.

Il castello medievale

Santa Margherita di Scozia (c. 1046-1093), in quanto seconda moglie di Malcolm III (r. 1058-1093), fu regina di Scozia dal 1070 fino alla sua morte, avvenuta nel novembre 1093. Il suo regno e il suo contributo alla diffusione del Cattolicesimo in Scozia furono commemorati con la cappella normanna eretta nel castello di Edimburgo, ad oggi la parte originale più antica della fortezza. La cappella privata fu costruita molto probabilmente intorno al 1130 per volere del figlio di Margherita, Davide I di Scozia (r. 1124-1153). Davide aveva avviato la costruzione di numerosi castelli in Scozia, tra cui quello di Edimburgo, dove fece edificare un mastio in stile normanno.

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Chapel of Saint Margaret of Scotland, Edinburgh
Cappella di Santa Margherita di Scozia, Edimburgo
ozz13x (CC BY)

Nonostante la sua temibile posizione su una possente roccia e una relativa autosufficienza idrica, grazie al pozzo chiamato Fore Well, il castello si trovò spesso in difficoltà durante gli assedi. In seguito alla cattura di Guglielmo I di Scozia (r. 1165-1214), gli inglesi presero il controllo del castello tra il 1174 e il 1186. Gli scozzesi riuscirono a riconquistarlo, ma nel 1296 Edoardo I d’Inghilterra (r. 1272-1307) riuscì a entrarvi nuovamente dopo soli 3 giorni di assedio. Thomas Randolph, Conte di Moray, sottrasse il controllo del castello al presidio inglese nel 1314 durante la lotta per far salire al trono scozzese la famiglia dei Bruce.

ORIGINARIAMENTE “LA TORRE DI DAVIDE” ERA ALTA 30 METRI E, DOPO IL SUO COMPLETAMENTO A METÀ DEL DECENNIO 1370-1380 D.C., OSPITÒ LE STANZE REALI PER ALL’INCIRCA UN SECOLO.

Robert the Bruce (r. 1306-1329), non curante della preservazione della fortezza, rase al suolo il castello nel 1314, principalmente per assicurarsi che gli inglesi non lo potessero più utilizzare qualora fossero riusciti a riconquistare il sito roccioso. Infatti, nel 1335 l’esercito inglese riprese il controllo della cittadella e iniziò a ricostruire il castello. Tuttavia, nel 1341 un piccolo gruppo armato scozzese, guidato da Sir William Douglas, si travestì da mercanti e riconquistò il castello in nome della Scozia.

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Il figlio e successore di Robert the Bruce, Davide II di Scozia (r. 1329 -1371) diede inizio al grande progetto di un nuovo castello. Davide aggiunse un’imponente torre, ispirata forse alla recente aggiunta del Castello di Windsor in Inghilterra. La “Torre di Davide”, come poi divenne nota, era alta 30 metri e dopo il suo completamento, avvenuto a metà del decennio 1370-1380 d.C., ospitò le stanze reali per all’incirca un secolo. Verso la fine del suo regno, Giacomo I di Scozia (r. 1406-1437) aggiunse un’altra torre, proprio dietro a quella di Davide. L’edificio conteneva un “Salone” per i banchetti che alla fine prese il posto delle stanze reali della Torre di Davide. Nel 1440 fu proprio nel Salone della torre di Giacomo I o nella Sala Grande della Torre di Davide che si verificò uno degli episodi più famigerati legati alla storia del castello, la cosiddetta “Cena Nera”. In quell’occasione il giovane Giacomo II di Scozia (r. 1437-1460) e la sua corte ospitarono e invitarono cordialmente a cena i due giovani eredi del potente clan dei Douglas. Durante la serata, però, fu servita su un vassoio la testa di un toro, che costituì il segnale per prelevare i due ragazzi e decapitarli.

Plan of Edinburgh Castle
Piantina del castello di Edimburgo
Jonathan Oldenbuck (CC BY-SA)

Delle integrazioni medievali al castello non rimane molto e la maggior parte degli edifici presenti oggi risale al regno di Giacomo IV di Scozia (r. 1488-1513). La Torre di Davide, ad esempio, è crollata durante un assedio e le sue rovine sono state completamente coperte dalla Half Moon Battery. La Piazza della Corona (precedentemente nota come Gran Parade e situata vicino alla Torre di Davide) è stata creata da Giacomo III di Scozia (r. 1460-1488) ed è tuttora visibile, essendo diventata il centro simbolico dei quartieri domestici reali del castello, sulla falsariga delle residenze reali contemporanee dell’Europa continentale. La grande roccaforte medievale aveva finalmente iniziato la sua trasformazione in un palazzo.

Il castello dell’età moderna

Giacomo IV adibì il castello a residenza reale, ma il suo ruolo di fortezza non venne completamente accantonato, dato che il re la ultilizzò anche come deposito per l’artiglieria reale. Re Giacomo aggiunse inoltre una nuova Sala Grande (completata nel 1510 ca.) che ospitò il Parlamento scozzese. La Sala Grande sopravvisse a eventi burrascosi che la videro utilizzata, nei periodi migliori, per i banchetti di Stato e nei momenti più difficili come caserma e poi ospedale militare nel XIX secolo. Il soffitto presente oggi nella sala è quello originale del tardo Medioevo, come dimostrano gli studi effettuati che rivelano come le travi di quercia furono recuperate originariamente dalle foreste norvegesi nel 1510 ca. Il Palazzo Reale della Piazza della Corona venne finalmente terminato e il 19 giugno 1566 ospitò la prima e unica nascita reale nel castello, ossia quella del futuro re Giacomo VI di Scozia, noto anche come Giacomo I d’Inghilterra (r. 1603-1625).

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Il castello non riuscì nuovamente a sostenere un assedio di quattro giorni nel 1573, quando l’esercito inglese, in un rapido intervento di sottomissione, bombardò con dei cannoni i sostenitori della deposta Maria Stuarda, Regina di Scozia (r. 1542-1567). Dopo l’assedio, alle difese del castello fu aggiunta sul lato orientale un’imponente batteria semicircolare, la Half Moon Battery, che vantava un gruppo di cannoni di bronzo conosciuto come le “Sette Sorelle”. Tale integrazione esemplificava il ruolo primario del castello come roccaforte, dal momento che i monarchi ora preferivano risiedere nel più confortevole Palazzo di Holyroodhouse, anch’esso situato nella capitale. Il castello di Edimburgo venne utilizzato come residenza da alcuni funzionari di Stato e diventò la sede degli archivi nazionali, un arsenale e una prigione occasionale.

Half Moon Battery, Edinburgh Castle
Half Moon Battery, castello di Edimburgo
Kaysgeog (CC BY-NC)

Il castello così rinnovato rappresentava ora una sfida maggiore per i nemici, come dimostrano i lunghi assedi del 1640 nel corso delle Guerre del Covenant e del 1560 a opera di Oliver Cromwell (1599-1658). Verso la fine del XVII secolo e per tutto il XVIII secolo il castello diventò sia una caserma militare, con la cappella di S. Margherita adibita addirittura a magazzino per le munizioni dell’artiglieria, sia un campo per i prigionieri di guerra, come ad esempio nell’insurrezione giacobita (1745-1746) e nelle Guerre napoleoniche (1803-1815). Nel corso degli anni il castello accolse detenuti con origini sempre più internazionali, dai pirati delle Isole caraibiche agli americani catturati durante la Guerra d’Indipendenza (1775-1783). Nel 1842 dalla caserma del castello fu ricavata la Prigione Militare per gli insubordinati, le cui punizioni comprendevano anche il trasporto delle palle di cannone da una parte all’altra del perimetro della prigione.

Nei primi decenni del XIX secolo il castello beneficiò di un nuovo, ampio piazzale per le parate, noto come Esplanade, che sostituì il piazzale delle parate del 1753 e coprì il precedente sito per le esecuzioni pubbliche conosciuto come Castle Hill. Attualmente tale spazio aperto ospita ogni agosto un evento di fama mondiale, il Royal Edinburgh Military Tattoo. Sulla scia di un nuovo sviluppo del crescente orgoglio nazionale scozzese, nell’ultima parte del XIX secolo il castello fu soggetto ad altre ristrutturazioni, in particolare alla portineria e alla Sala Grande. Nel 1927 questa tendenza fu ulteriormente accentuata con la costruzione del memoriale di guerra nazionale scozzese sul sito roccioso, collocazione decisamente appropriata, visto che il castello stesso aveva subito un bombardamento aereo ad opera di dirigibili Zeppelin durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918).

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Il castello oggi

Oggi il castello di Edimburgo, con oltre un milione di visitatori l’anno, è la destinazione turistica più popolare della Scozia. Oltre a essere un monumento imponente, le cui pietre sono permeate di storia, il castello è anche la sede del museo nazionale scozzese della guerra e di tre musei reggimentali. Essendo parte della città di Edimburgo, nel 1995 l’UNESCO ha nominato il castello Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Edinburgh Castle
Castello di Edimburgo
Peter Stevens (CC BY)

L’ingresso principale del castello si trova sul lato orientale, unica parte accessibile dell’altopiano roccioso, e fu costruito nel 1888 a sostituzione di una struttura precedente. Il secondo ingresso, risalente al decennio 1570-80 (dopo l’assedio del 1573 citato in precedenza), è costituito da una saracinesca che venne rinforzata in un secondo momento con tre porte lignee. Al di sopra di questa entrata, nel 1887 fu aggiunta la Torre Argyle. Vi è poi il Foog’s Gate, un ingresso interno aggiuntivo risalente alla fine del XVII secolo. Una volta superata la saracinesca del secondo ingresso, si trova la Lang Stairs, una scala di 70 gradini in pietra che conduce al cuore del castello. Una via meno faticosa è la strada ciottolata che la affianca, costruita nel XVII secolo per permettere di spostare i possenti cannoni all’interno del castello.

La Casa del Governatore è un edificio del 1742 realizzato in stile georgiano ed è la residenza ufficiale del governatore che agisce in qualità di Comandante dell’Esercito in Scozia. La Nuova Caserma, completata nel 1799, funge da caserma militare e ospita il Museo reggimentale delle Royal Scots Dragoon Guards. All’interno della vicina Drill Hall vi è il Museo dei Reggimenti reali scozzesi (Royal Scots e Royal Regiment of Scotland). Infine, una delle aree più curiose del castello è il cimitero dei cani, creato intorno al 1840 e dedicato ai fedeli compagni a quattro zampe dei soldati della caserma e alle mascotte reggimentali come Dobbler (m. 1893), che accompagnò il reggimento degli Argyll and Sutherland Highlanders in Sudafrica, Sri Lanka e Cina durante i suoi nove anni di servizio attivo.

Nel castello sono conservati numerosi oggetti di grande valenza storica, tra cui il più importante è la Pietra di Scone. Nota anche come la Pietra del Destino, il blocco di arenaria era collegato alle incoronazioni dei re scozzesi medievali che si tenevano nell’Abbazia di Scone sull’isola di Scone in Perthshire. La leggenda narra che i sovrani scozzesi potranno governare solo laddove si trova la Pietra del Destino. Tolta alla Scozia da Edoardo I d’Inghilterra nel 1296 in un intenzionale atto di propaganda politica, la pietra fu restituita finalmente agli scozzesi nel 1996.

Mons Meg Cannon
Il cannone Mons Meg
Lee Sie (CC BY-SA)

Oltre alla Pietra di Scone, nella Stanza della Corona del castello sono conservate le insigne reali scozzesi conosciute come gli Honours. Tali oggetti risalgono al XVI secolo e comprendono una corona, lo scettro e la spada. Le insigne furono utilizzate insieme per la prima volta nell’incoronazione di Maria Stuarda, Regina di Scozia nel 1543 nel Castello di Stirling. Spostati in diversi luoghi e poi rinchiusi in un forziere all’interno di una camera sigillata del castello durante la travagliata storia scozzese con l’Inghilterra, i Gioielli della Corona furono ritrovati dal grande scrittore e storico Sir Walter Scott (1771-1832) nel 1818. Le magnifiche insigne non avevano visto la luce per oltre un secolo, ma furono presto esposte nella Stanza della Corona, dove risiedono tuttora. Negli anni sono stati aggiunti svariati gioielli alla collezione, tra cui i Gioielli Stewart con un grande anello di rubini che pare essere stato indossato da Carlo I d’Inghilterra (r. 1625-1649) durante l’incoronazione nell’Abbazia di Westminster.

Il popolare cannone Mons Meg ora si trova al castello di Edimburgo, un pezzo d’artiglieria costruito a metà del XV secolo, probabilmente per Giacomo II di Scozia. L’imponente cannone pesa sei tonnellate e in passato sparava palle di cannone con un diametro di 48 cm, coprendo una distanza di 3,2 km. Prelevato dalla Torre di Londra nel 1754, il Mons Meg ricevette il grande onore di una scorta militare per essere riportato nel 1829 al castello di Edimburgo. Un altro cannone, famoso più per il suo rombo che risuona per tutta la città che per il suo aspetto, è il One O’clock Gun, che tutti i giorni (tranne la domenica) alle ore 13:00 spara un colpo, una tradizione che iniziò nel 1861 e che fungeva da segnale per la navigazione delle navi in transito.

Bibliografia

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Info traduttore

Anna Ferrari
Anna vive in Italia ed è una traduttrice freelance a cui piace scoprire sempre informazioni nuove su culture, lingue, tradizioni, storia, arte e teatro. Adora particolarmente la Scozia e la cultura scozzese.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2021, aprile 14). Il castello di Edimburgo [Edinburgh Castle]. (A. Ferrari, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19309/il-castello-di-edimburgo/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Il castello di Edimburgo." Tradotto da Anna Ferrari. World History Encyclopedia. Modificato il aprile 14, 2021. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19309/il-castello-di-edimburgo/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Il castello di Edimburgo." Tradotto da Anna Ferrari. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 14 apr 2021. Web. 25 apr 2024.