Chi fa cosa in una ciurma pirata

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Oliver Cozzio
pubblicato il
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Tedesco, Portoghese
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Intascarsi gli oggetti di valore altrui e fare baldoria tra bottiglie piene di rum era sicuramente piacevole, ma la vita su una nave pirata prevedeva anche una mole sorprendente di duro lavoro. I pirati erano innanzitutto marinai e, nell’età dell’oro della pirateria (1690-1730), una nave pirata aveva bisogno di un equipaggio esperto per poter solcare i sette mari, nonché di una manutenzione frequente per restare a galla. Senza dubbio, erano necessarie doti di navigazione eccellenti per raggiungere navi mercantili in fuga e per sottrarsi alle attenzioni indesiderate di navi militari armate fino ai denti. Dal capitano all’attrezzatore, ogni membro della ciurma faceva la propria parte nel complesso insieme di incarichi necessari per mantenere in ottime condizioni un veliero del XVII/XVIII secolo.

Tom Hopper as Billy Bones
Tom Hopper nel ruolo di Billy Bones
Starz (Copyright, fair use)

Capitano

Il capitano di una nave pirata era molto spesso la mente criminale a capo delle imprese piratesche. In alcuni casi era anche la persona che aveva raccolto il capitale per comprare la nave o quella che l’aveva già capitanata legittimamente in passato, oppure un ufficiale di alto rango di una nave corsara, prima che l’equipaggio decidesse di abbracciare una vita di pirateria.

INDOSSARE CAPPOTTI LUNGHI ED ELEGANTI ED ESSERE MUNITI DI PARECCHIE PISTOLE COSTOSE ERANO MODI PER DIMOSTRARE DI ESSERE ABILI LEADER DI PIRATI.

Nonostante possa sembrare sorprendente per una banda di tagliagole, era spesso una votazione a decidere chi sarebbe stato eletto capitano. Tuttavia, era pur sempre difficile guidare con coercizione un gruppo di individui che apprezzavano la propria libertà più di qualsiasi altra cosa. Molti marinai si erano dati alla pirateria proprio a causa della rigida disciplina e delle severe punizioni tipiche della vita su una nave militare o mercantile. Per questo motivo, non avrebbero visto di buon occhio un leader pronto a comandarli unicamente con il pugno di ferro. Ciò nonostante, i capitani più capaci, ovvero coloro che riuscivano a impossessarsi di grandi bottini, erano decisamente in grado di inculcare delle regole e un po’ di disciplina nei loro uomini. Fra questi capitani vi è Bartholomew Roberts (1682-1722), che inserì una norma anti-gioco d’azzardo nel proprio codice piratesco, un documento che tutta la sua ciurma aveva giurato di rispettare. La posizione di capitano, in ogni caso, non era sempre permanente. Infatti, i marinai che si erano già ammutinati in passato non avevano timore di farlo una seconda volta. Charles Vane (morto nel 1721) fu sollevato dal comando per non aver attaccato una nave come avrebbe voluto la sua ciurma e fu sostituito da “Calico Jack” (soprannome di John Rackham, morto nel 1720).

Durante l’età dell’oro, l’aspetto dei capitani di pirati rispecchiava il loro ruolo. Barbanera (soprannome di Edward Teach, morto nel 1718) terrorizzava i mari con una barba intrecciata con fiocchi e delle micce accese sotto il cappello, mentre Roberts sfoggiava capi di seta scarlatti, un cappello piumato e una collana di diamanti. Indossare cappotti lunghi ed eleganti ed essere muniti di parecchie pistole costose erano altri modi per dimostrare di essere abili leader di pirati.

Bartholomew Roberts from Assassin's Creed IV: Black Flag
Bartholomew Roberts in Assassin’s Creed IV: Black Flag
Ubisoft (Copyright, fair use)

Grazie alla sua attitudine al comando, alle sue doti di navigazione e al suo carisma innato, un capitano pirata aveva diritto al doppio di quello che spettava agli altri membri della ciurma quando era il momento di dividere il bottino. D’altro canto, se l’equipaggio veniva catturato, il capitano era colui che avrebbe ricevuto il giudizio più severo da parte delle autorità. Nonostante molti pirati rischiassero di essere impiccati, il cappio era una condanna quasi garantita per i capitani. Inoltre, i più famigerati rischiavano perfino di essere appesi con catene dopo la morte, affinché i loro cadaveri marcissero per anni in bella vista, come accadde al capitano Kidd nel 1701.

Quartiermastro

Un quartiermastro pirata (a differenza di uno su un’imbarcazione più legittima) era spesso il secondo in comando, seguito a sua volta dal primo e dal secondo ufficiale. All’epoca, era l’equivalente di un primo ufficiale di una nave mercantile o di un primo luogotenente di una nave militare. Come il capitano, il quartiermastro assumeva o perdeva il proprio ruolo in seguito a una votazione dell’equipaggio. Il timoniere, l’uomo che manovrava il timone della nave, era solitamente supervisionato dal quartiermastro che, viste le sue doti di navigazione, si occupava anche di tenere sotto controllo la rotta della nave e di registrare la sua velocità. Tuttavia, queste mansioni potevano essere svolte anche da un capitano pirata o da un maestro di vela, che conosceva al meglio le capacità di navigazione della nave in ogni condizione. Di solito il quartiermastro decideva quali uomini sarebbero saliti su una nave da saccheggiare ed era colui che guidava l’assalto. Dopo aver preso il controllo dell’imbarcazione, stabiliva cosa rubare e si assicurava che il malloppo fosse diviso equamente tra i membri della ciurma. La quota del quartiermastro era uguale a quella del capitano: il doppio rispetto a ciò che spettava a un marinaio ordinario. Nel raro caso in cui l’equipaggio avesse votato affinché uno dei loro compari venisse frustato, l’esecuzione della punizione era compito del quartiermastro. Quando un capitano pirata s’impossessava di una seconda nave e decideva di usarla per creare una propria flotta, il quartiermastro era la persona che aveva più probabilità di diventare il suo capitano.

Navigatore

Nonostante il capitano e il quartiermastro spesso se ne intendessero di navigazione, sulla nave poteva esserci anche un navigatore, dato che era preferibile avere a bordo uno specialista che avesse familiarità con le cartine, le linee costiere, le correnti, i venti e le condizioni climatiche di luoghi specifici. In quell’epoca, misurare la longitudine con precisione non era possibile, perciò la presenza di una persona esperta rappresentava un grande vantaggio. Con un buon navigatore, un capitano pirata era in grado di arrivare esattamente nei punti più trafficati dalle navi mercantili e di navigare senza problemi su pericolose acque basse o nei dintorni di isole, luoghi che avrebbero offerto occasioni perfette per tendere un’imboscata a un’imbarcazione di passaggio. A volte una flotta di navi pirata poteva contare su un singolo navigatore. Visto che pochi marinai conoscevano la misteriosa arte della navigazione, il navigatore di una nave veniva spesso definito “l’artista”.

Pirate with Telescope
Un pirata con un cannocchiale
Starz (Copyright, fair use)

Nostromo

Il nostromo supervisionava tutte quelle mansioni che richiedevano capacità marinaresche ed era responsabile delle provviste di bordo. Inoltre, doveva anche assicurarsi che il sartiame, le vele e le ancore della nave fossero in buone condizioni. La sua quota di bottino era pari a una volta e mezza quella di un marinaio ordinario. Se l’equipaggio era di grandi dimensioni, il nostromo poteva essere assistito da dei vice, l’ufficiale o gli ufficiali del nostromo.

Ufficiali

Nonostante i membri di una ciurma pirata non avessero gradi formali veri e propri, alcuni marinai godevano di maggiore autorità rispetto agli altri, grazie alla loro conoscenza e alla loro esperienza. Questi individui, come sulle navi legittime, organizzavano i marinai ordinari durante lo svolgimento dei loro doveri giornalieri in mare. L’uomo dell’albero maestro, per esempio, supervisionava una squadra di cinque o sei marinai. Il nocchiere (che poteva essere un ufficiale del nostromo) manovrava la nave (quando la sua figura corrispondeva a quella del timoniere) ed era responsabile di eventuali scialuppe, che erano utili per scendere a terra, esplorare le acque basse e salire a bordo di altre navi. La quota di bottino degli ufficiali era pari a una volta e un quarto quella di un marinaio ordinario.

LA DURA VITA IN MARE ERA UN MESTIERE DA GIOVANI E POCHISSIMI PIRATI AVEVANO PIÙ DI 40 ANNI.

Avere un dottore a bordo era un vantaggio, ma spesso bisognava costringerli a unirsi alla ciurma. Se ciò non funzionava, il modo migliore a disposizione di un capitano per ridurre gli effetti di malattie o ferite sul suo equipaggio era dotare la nave di una cassa di medicine. In assenza di un chirurgo, il carpentiere della nave aveva il compito di eseguire interventi drastici come le amputazioni.

Carpentiere

Ogni veliero aveva bisogno di un buon carpentiere che si occupasse di tenere l’imbarcazione in buone condizioni, sistemare eventuali falle ed effettuare le inevitabili e costanti riparazioni per problemi provocati da vento, acqua, creature marine tropicali e fuoco nemico. Un carpentiere di una nave pirata necessitava anche di competenze aggiuntive: ad esempio, doveva essere in grado di riallestire un’imbarcazione catturata per renderla più adatta al suo nuovo ruolo. Una nave doveva essere veloce, perciò qualsiasi tipo di sovrastruttura poteva essere rimosso per ridurre il peso e aumentare la velocità e la manovrabilità. A volte era necessario realizzare ulteriori portelli dei cannoni nello scafo e rimuovere paratie interne per far spazio ad altri cannoni. A tutto ciò vanno aggiunte le riparazioni ad alberi e stralli distrutti dal fuoco dei cannoni. Quindi, non c’è da meravigliarsi se, quando una nave pirata catturava una nave mercantile, l’abile carpentiere di bordo veniva spesso reclutato a forza e costretto a dire addio a una vita onesta e considerevolmente più lunga. La sua quota di bottino era pari a una volta e mezza quella di un marinaio ordinario.

Captain Kidd in New York Harbour
Il capitano Kidd al porto di New York
Library of Congress (Public Domain)

Bottaio

Il bottaio era una figura presente solo sulle navi più grandi, ma era molto utile, dato che poteva assemblare barili. Questa era una competenza essenziale poiché, all’epoca, i barili erano gli unici contenitori di grandi dimensioni disponibili ed erano utilizzati per conservare oggetti secchi o bagnati, acqua, rum e polvere da sparo. Il bottaio si assicurava che i barili fossero il più sigillati possibile per evitare il passaggio di aria o acqua e poteva smantellare barili vuoti per liberare spazio per merci appena rubate. Inoltre, era in grado di costruire e riparare secchi.

Velaio

Come il carpentiere, il fabbro e il bottaio, questo era un lavoro da artigiano specializzato. L’uomo abile in questa mansione non aveva necessariamente bisogno di possedere altre doti di navigazione. Le vele erano sempre logorate dal vento, venivano spesso fatte a pezzi dalle tempeste e, a volte, bucherellate dal fuoco di mitraglie. Nell’età della vela, il velaio era importante tanto quanto il direttore di macchina su una nave moderna, dato che, senza di lui, un veliero non sarebbe riuscito ad arrivare lontano. Nell’assenza di un chirurgo, uno dei doveri del velaio era quello di suturare le ferite provocate dai combattimenti o dai frequentissimi incidenti che si verificavano a bordo di una nave.

Cannoniere

La squadra di addetti ai cannoni della nave era guidata dal cannoniere, che urlava l’ordine “Fuoco!” ed era assistito dall’ufficiale del cannoniere. Ogni cannone di una nave pirata richiedeva da quattro a sei uomini. Era necessaria una certa esperienza per misurare la quantità corretta di polvere da sparo per sparare vari tipi di proiettili alla distanza richiesta per colpire il bersaglio. Inoltre, la nave da cui partivano i proiettili del cannone e quella a cui erano diretti erano spesso entrambe in movimento, in direzione orizzontale e verticale, se le vele erano issate e il mare non era in bonaccia. Fortunatamente, pochi capitani volevano danneggiare seriamente una nave bersaglio per timore di rovinare anche il suo prezioso carico. Tuttavia, se una nave mercantile avesse deciso di opporre resistenza dopo che la bandiera pirata fosse stata innalzata o se i pirati fossero stati attaccati da un veliero militare inviato da un governatore coloniale per dar loro la caccia, in quei casi avere un’ottima mira sarebbe stato un ovvio vantaggio. Un altro vantaggio era la velocità con cui una squadra di addetti ai cannoni esperti poteva sparare più colpi. Su una nave pirata, occuparsi dei cannoni non era un lavoro a tempo pieno e, quando non c’era da combattere, gli addetti avevano altri doveri. La quota di bottino del cannoniere era pari a una volta e mezza quella di un marinaio ordinario.

The Queen Anne's Revenge
La Queen Anne’s Revenge
Qualiesin (CC BY-SA)

Cuoco

Nonostante i pirati gradissero le cibarie rubate dalle navi catturate o quelle offerte dalle taverne dei covi di pirati, avevano comunque bisogno di un cuoco che cucinasse per loro regolarmente mentre erano in mare a caccia di possibili vittime. Il cuoco di una nave pirata (o di qualsiasi altra nave, per quel che conta) era spesso un marinaio che aveva perso un arto in combattimento, un dettaglio che non è sfuggito a Robert Louis Stevenson nel suo romanzo del 1883, L’isola del tesoro, in cui afferma che Long John Silver era stato arruolato come cuoco di bordo prima di diventare un pirata.

Musicisti

I musicisti, come un violinista o un trombettista, facevano parte di qualsiasi tipo di equipaggio, incluso quello di una nave pirata. Erano utili nel caso servisse del ritmo di accompagnamento per compiti manuali come il disarmo e il riarmo dell’albero con il sartiame, oppure nel caso si volesse creare una cacofonia di suoni per incrementare il terrore generale provocato da un attacco da parte dei pirati. Inoltre, come su ogni altra nave, i musicisti erano a completa disposizione di qualsiasi membro dell’equipaggio che sentisse il bisogno di essere intrattenuto.

Marinai ordinari

La maggior parte degli equipaggi di pirati erano formati da ex-ammutinati o da prigionieri di altri pirati che sarebbero stati uccisi se non si fossero uniti alla ciurma (il secondo caso rappresentava sicuramente l'argomento di difesa più comune nei processi ai pirati). Tra questi prigionieri vi erano i mozzi, che venivano arruolati come apprendisti o tuttofare adibiti a doveri di pulizia e servizio. Le reclute potevano essere anche marinai stanchi del duro lavoro e della disciplina, per non parlare della misera paga, che caratterizzavano le navi mercantili o militari, oppure coloro che non potevano più sopportare le condizioni gravose di occupazioni come quella dei pescatori di Terranova. C’erano anche quelli che erano attratti dall’idea di una vita in mare e di una fuga dalla monotonia del loro lavoro sulla terraferma. Gli operai delle segherie di ambienti tropicali pieni di malattie erano particolarmente interessati all’aria fresca del mare e alla possibilità di guadagnare una fortuna. Ciò nonostante, le navi pirata erano spesso a corto di personale a causa del gran numero di imprigionamenti, affondamenti, morti, incidenti e malattie.

Pirate Crew from Black Sails
Un equipaggio di pirati di Black Sails
Starz (Copyright, fair use)

I capitani cercavano reclute nei covi di pirati: luoghi come Tortuga, l’isola di New Providence e Port Royal, che erano spesso affollati di pirati in cerca di un nuovo equipaggio a cui unirsi. Durante l’età dell’oro, le ciurme pirata nei Caraibi erano formate da membri di ogni nazionalità, ma la maggior parte erano britannici o coloni delle Americhe. Anche i neri africani, che potevano essere schiavi fatti prigionieri e reclutati a forza o volontari o persino schiavi fuggiti da piantagioni coloniali, rappresentavano una componente significativa degli equipaggi di pirati. Questi individui non avrebbero potuto avere conoscenze di navigazione ed erano quindi impiegati come servi o per gli incarichi più umili sulla nave. Ciò nonostante, alcuni registri di processi dell’epoca provano che alcuni neri africani impararono i trucchi del mestiere e divennero membri dell’equipaggio sullo stesso piano degli altri.

Per poter iniziare la vita da pirata come marinaio di grado più basso, le competenze richieste erano saper maneggiare le vele (dispiegarle, prendere i terzaroli, ammainarle), nonché essere in grado di governare il timone e raccogliere informazioni; essere pratici con un'arma era un vantaggio, così come lo era avere un’indole aperta a compagnie di vario tipo. Un altro requisito era la giovinezza, dato che la dura vita in mare era un mestiere da giovani e pochissimi pirati (o marinai di ogni tipo) avevano più di 40 anni; la maggior parte erano ventenni.

I benefici della vita da pirata includevano: cibo migliore, una paga più alta (si potevano persino accumulare più anni di stipendi in una volta sola, se si rubava un bel bottino), l’abbondanza di alcol e la possibilità di godersi una vita libera all’insegna dell’avventura. Una nave pirata garantiva al proprio equipaggio anche un maggiore senso di coinvolgimento, dato che molto spesso le decisioni chiave e la distribuzione del bottino erano organizzate in modo democratico. Gli svantaggi includevano un rischio molto alto di essere imprigionati, impiccati o feriti gravemente. La carriera da pirata aveva una durata media di due anni e chi sceglieva questa professione, con ogni probabilità, non avrebbe più rivisto la propria famiglia.

Info traduttore

Oliver Cozzio
Sono un traduttore e revisore professionista, laureato in Mediazione linguistica e culturale presso l'Università di Padova e in Traduzione audiovisiva e letteraria presso City, University of London.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2021, settembre 17). Chi fa cosa in una ciurma pirata [Who's Who in a Pirate Crew]. (O. Cozzio, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1835/chi-fa-cosa-in-una-ciurma-pirata/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Chi fa cosa in una ciurma pirata." Tradotto da Oliver Cozzio. World History Encyclopedia. Modificato il settembre 17, 2021. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1835/chi-fa-cosa-in-una-ciurma-pirata/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Chi fa cosa in una ciurma pirata." Tradotto da Oliver Cozzio. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 17 set 2021. Web. 04 ott 2024.