Donne nell'antica Cina

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Omayma Ghendi
pubblicato il
X
translations icon
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Indonesiano, Spagnolo, Turco

Le donne nell'antica Cina non possedevano lo stesso status, sociale o politico, permesso agli uomini. Le donne erano subordinate prima al padre, poi al marito e infine, nel caso di vedovanza, ai loro figli maschi in un sistema detto "i tre che seguono" o sancong. Essere donna non era invidiabile in quanto le donne erano spesso fisicamente maltrattate, socialmente segregate e forzate a competere con concubine per l'affetto del marito. Tuttavia nonostante la dura realtà del vivere in una società dominata dagli uomini ed essere sempre sotto il peso di norme filosofiche e religiose che erano state create dall'uomo a beneficio dell'uomo, alcune donne riuscirono a rompere e oltrepassare queste barriere. La realtà della vita quotidiana faceva sì che molte donne potessero eludere le convenzioni riuscendo a vivere vite straordinarie, producendo grande letteratura, divenendo erudite e persino governando l'impero cinese stesso.

Teorie sulle donne

Almeno in termini teorici il contributo delle donne, o meglio la necessità, verso la società era riconosciuto nel principio dello yin e yang. Anche qui però il genere maschile (yang), con le qualità a lui associate, è predominante e ha associazioni velatamente superiori a quelle del genere femminile (ying): duro contro soffice, impetuoso contro docile, razionale contro emotivo, luce contro buio, ricco contro povero e così via.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Han Woman, Dahuting Tomb
Han Woman, Dahuting Tomb
Unknown Artist (Public Domain)

In Cina tutti sapevano che era meglio nascere maschio e perfino i personaggi femminili nella letteratura tradizionale spesso dichiaravano che in una vita precedente doevavno essere state degli uomini e di essere rinate donne come punizione per le azioni passate. Un'altra tipica presentazione dei personaggi femminili in queste storie era la frase "sfortunatamente nacque donna". Un figlio maschio crescerebbe con lo scopo di contribuire finanziariamente alla famiglia, eseguire i riti come il culto degli antenati e tramanderebbe il nome di famiglia. Al contrario una donna non poteva guadagnare denaro e un giorno avrebbe dovuto lasciare la famiglia per unirsi a quella del marito. Pertanto molte bambine venivano abbandonate poco dopo il parto. A quelle che sopravvivevano venivano dati nomi come Castità, Perla, Prudenza o nomi di fiori e uccelli con la speranza che sarebbero vissute all'altezza del nome dato e ricevessero offerte matrimoniali allettanti.

Amara è la forma di donna!

Difficile è nominare cosa più vile.

Se è un figlio maschio nato tra il focolare e la casa

Egli scende sulla terra come se fosse inviato dal cielo.

Cuore eroico e coraggioso, come i Quattro Mari,

ad affronatare decine di migliaia di leghe di vento e polvere!

Generare una femmina è qualcosa che nessuno desidera.

Non è un tesoro per la famiglia.

(III secolo d.C. poesia di Fu Hsuan, in Dawson, 272)

Le donne dovevano eccellere in quattro ambiti: fedeltà, esprimersi con prudenza, eccellenza nell'operosità e modi eleganti. La virtù di una donna era un attributo particolarmente apprezzato, come le vedove caste a cui qualche volta veniva in loro onore donato un altare, un monumento o una tavoletta commemorativa dopo la morte oppure pubblicato il suo nome in necrologi. Questa pratica era particolarmente popolare in seguito agli scritti dello studioso neo-confuciano Zhu Xi nel XII secolo d.C.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Matrimonio

Nell'antica Cina il matrimonio era spesso organizzato dai genitori della coppia. Le considerazioni economiche e sociale, non l'amore erano il massimo interesse nella mente di tutti. Vi erano addirittura organizzatrici professionali di coppie che avevano lo scopo di trovare il miglior abbinamento, queste si affidavano anche all' astrologia nella scelta delle loro selezioni. Alcuni genitori non aspettavano nemmeno la giusta età che molti matrimoni erano già organizzati quando la coppia era formata ancora da ragazzini o bambini. La tipica età matrimoniale era poco oltre i vent'anni per gli uomini e la fine dell'età adolescenziale per le donne, anche se si verificavano casi di spose bambine nonostante la pratica fosse proibita per legge. Se il matrimonio era già stato organizzato ma lo sposo moriva poco prima della data della cerimonia, il matrimonio veniva comunque celebrato e la sposa si univa alla nuova famiglia come vedova.

Chinese Female Figurine
Statuette Cinesi Femminili
Liana Miate (CC BY-NC-SA)

La sposa andava a vivere a casa dello sposo o in quella dei genitori di quest'ultimo, mantenendo il cognome della famiglia d'origine. Il trasferimento di dimora divenne una grande processione quando si incominciò a trasportarla su una sedia nuziale rossa in modo suoi piedi non toccassero mai il suolo nel percorso tra le due case con lo scopo di allonatanare gli spiriti maligni. All'arrivo c'era lo sposo ad attenderla, spesso questo era il primo incontro della coppia. Si teneva un banchetto matrimoniale e le tavolette degli antenati venivano "informati" del nuovo arrivo. Lo storico R. Dawson continua il racconto:

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Il matrimonio non era registrato da un'autorità civile, nè la famiglia della sposa partecipava alla cerimonia o ai festeggiamenti, anche se la coppia si recava qualche giorno dopo presso la casa della sposa per porre una visita formale alla famiglia. I riti del matrimonio simboleggiavano il fatto che il corpo, la fertilità, il servizio domestico e la lealtà della sposa fossero trasferiti da una famiglia ad all'altra. Fornivano anche l'opportunità alla famiglia dello sposo di mostrare la propria ricchezza e prestigio tra la comunità. Lo sfarzo di queste occasioni cosituiva un grave peso nelle risorse della famiglia...Un ulteriore costo erano i regali alla famiglia della sposa, i regali di fidanzamento, che erano il prezzo mal mascherato per la nuora e un chiaro segno della sua totale sottomissione alla nuova famiglia. (143)

Che una moglie fosse poco più che un pezzo fisico della proprietà del marito è ulteriormente evidenziato nell'antica pratica del bandaggio del piede. A partire dall'età di tre anni i piedi delle ragazze venivano fasciati per anni credendo che il piede piccolo potesse attirare un futuro marito.

SECONDO LA LEGGE CINESE UN UOMO POTEVA DIVORZIARE DALLA MOGLIE MA QUEST' ULTIMA NON AVEVA TALE DIRITTO TRANNE NELL'ECCEZIONE IN CUI IL MARITO MALTRATASSE LA SUA FAMIGLIA d'origine.

Secondo la legge cinese un uomo poteva divorziare dalla moglie ma quest'ultima non aveva tale diritto tranne nel caso che il marito maltratasse la sua famiglia d'origine. Le ragioni valide per un divorzio erano il mancato concepimento di un figlio maschio, le prove di un comportamento infedele, la mancanza di pietà filiale verso i genitori del marito, il compimento di furti, il soffrire di malattia virulenta o infettiva, il mostrare gelosia e il parlare troppo. Alcuni di questi motivi appaiono superficiali al giorno d'oggi, ma dovrebbe essere ricordato che nella società cinese il divorzio era un fatto serio con riercussioni sociali negative per entrambe le parti. Inoltre una moglie non poteva subire un divorzio se non aveva una famiglia a cui far ritorno o nel caso in cui avesse completato il periodo di tre anni di lutto per la morte dei genitori del marito. Di conseguenza il divorzio nella pratica non era così comune come suggeriscono queste ragioni.

Un'altra convenzione sociale era che le vedove non poetssero risposarsi. All'interno della classe sociale bassa ciò avveniva comunque, ma l'idea che i destini e le mappe astrali avessero ordinato che una particolare coppia dovesse vivere insieme nel matrimonio fu un ostacolo diffcile da superare nel caso di un secondo matrimonio. Un ostacolo ancor più grande era quello finanziario, in quanto la donna come vedova non poteva ereditare la proprietà del defunto marito e perciò non aveva nulla da offrire al nuovo marito in campo economico.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Famiglia & vita lavorativa

Il matrimonio e i figli erano il normale corso che ci si aspettava per tutti gli adulti e solo gli uomini che non potevano mantenere una moglie non si sposavano. Per esempio durante la dinastia Han le donne non sposate erano causa di una tassa speciale per la famiglia, alle donne con figli veniva concessa un'esenzione di tre anni dalla tassa e ai loro mariti di un anno. Per quanto riguarda il sesso dei figli, il bambino era molto più desiderato alle bambine. Come dice un vecchio proverbio: "Un maschio nasce guardando dentro; una femmina nasce guardando fuori" col significato che eventualmente una femmina prima o poi lascerà la casa per rendere omaggio agli antenati di un'altra famiglia. Concepire un figlio maschio quindi avrebbe aiutato la moglie ad essere meglio accettata nella nuova famiglia.

Women Checking Silk, Song China.
Donne che controllano la seta, Song China.
Unknown Artist (Public Domain)

La vita delle donne di ceto supeiore era forse più strettamente controllata che in qualsiasi altro ceto sociale. Avevano una ristretta libertà di movimento, ci si aspettava che rimanesse nelle stanze interne della casa familiare. All'interno della casa le donne avevano importani responsabilità tra cui la gestione delle finanze domestiche e l'educazione dei figli, ma ciò non significva che fossero a capo della famiglia.

Le donne di basso ceto, come le mogli di contadini, dovevano lavorare la terra - specialmente nelle regioni in cui veniva coltivato il riso. Dal momento che molti contadini non possedeva le terre ma lavoravano come affittuari, le loro mogli in certe occasioni erano soggette agli abusi dei proprietari terrieri. Molte donne erano forzate alla prostituzione in periodi di siccità o mancato raccolto. Molte lavoravano in casa tessendo la seta e curandosi dei bacchi da seta. Alcune venivano chiamate, come gli uomini, per svolgere il servizio lavorativo che agiva come una forma di tassazione in molti periodi dell'antica Cina, ma ciò avveniva solo in determinate circostanze. Durante la dinastia Song (960- 1279 d.C.) le donne avevano più libertà potendo, tra le varie professioni, gestire locande e lavorare come levatrici.

Rimuovi la pubblicità
Advertisement

Concubine & prostitute

Sebbene gli uomini cinesi spesso avessero una sola moglie, sfruttavano apertamente dei servizi di cortigiane e invitavano concubine a vivere permanentemente nella casa familiare. La prostituzione faceva apertamente parte della vita in città, con ufficiali e mercanti che frequentavano le case dove le prostitute svolegvano le loro attività per scopi di intrattenimento. Le concubine nel frattempo, oltre ai piaceri che il loro fascino poteva portare, spesso fornivano alla famiglia l'importantissimo erede maschio quando la moglie concepiva solo figlie femmine. Non avevano lo status legale che possedeva la moglie dal momento che erano classificate come serve, nè i loro figli godevano dello status legale e dei diritti di eredità concessi ai figli della moglie. Il numero di concubine della famiglia era limitato solo dalle risorse del marito. La moglie non doveva mostrare alcun segno di gelosia verso le concubine del marito - era, come abbiamo visto, motivo di divorzio, ma si credeva anche che ci fosse un orribile angolo all'inferno in attesa delle mogli gelose.

Le concubine provenivano spesso da un ceto sociale basso ed entravano nelle famiglie più facoltose della società. Una ragazza proveniente da una famiglia ricca sarebbe stata concessa come concubina solo ad una famiglia ancora più ricca o al palazzo reale. Non era raro che la sorella minore della sposa la accompagnasse nella casa coniugale e vi rimanesse come concubina. Questa stele funeraria dell'epoca della dinastia Han per una concubina presenta un interessante elenco dei loro doveri:

Quando entrò nella famiglia fu diligente nella cura e ordinò il nostro modo familiare,

Trattando tutti i nostri antenati come nobili.

Cercava la sua fortuna senza deviare,

la sua condotta omettendo o aggiunendo nulla.

Mantenendosi frugale, filava il filo,

E piantava colture redditizie negli orti e nei giardini.

Rispettava la moglie legittima e istruiva i figli,

Rifiutando l'arroganza e non vandandosi delle sue gentilezze.

I tre ragazzi e le tre ragazze

Mantenevano il silenzio nei quartieri delle donne.

Rendeva le ragazze sottomesse ai rituali,

mentre dava potere ai ragazzi.

La sua castità superava quella dei tempi antichi,

e la sua guida non era opressiva.

Tutta la nostra parentela era armoniosa e unita,

come foglie attaccate all'albero.

(Lewis, 170-171)

Empress Wu Zetian
Imperatrice Wu Zetian
Unknown (Public Domain)

Donne Cinesi Famose

Nonostante fossero vincolate dagli uomini e dalle convenzioni sociale del tempo create dagli uomini, c'erano casi di donne cinesi (sia vere che fittizie) che avevano sfidato le convenzioni per divenire celebri poetesse, artiste, calligrafe, storiche e addirittura sovrane. Sotto ci sono alcuni dettagli di due donne di questo tipo, una il paradigma della virtù, l'altra più ambiziosa e controversa.

Ban Zhao (41 - c. 115 d.C.) era una tra le più famose scrittrici e studiose dell'antica Cina. Scrisse commentari sui classici di Confucio e la sua opera più famosa rimane Nuje o "Istruzioni per le donne" nella quale approfondisce le quattro virtù che le donne dovevano possedere (il saper parlare, la virtù, il comportamento e il lavoro) delineato per la prima volta nel testo rituale classico Liji. Sebbene Zhao premeva che le donne dovessero rimanere sottomesse ai mariti, ha espresso la fiducia nei benefici dell' istruzione delle donne (per contribuire meglio al lavoro dei loro mariti). Il testo Nuje fu di grande influenza, studiato da diverse generazioni di donne e addirittura recitato da coloro che non potevano leggere.

Wu Zetian (detta anche Wu Zhao) ha vissuto dal 623 o 625 fino al 705. Concubina degli imperatori Taizong (626 - 649) e Gaozong (r. 649 - 683) durante la dinastia Tang, fu incoronata ufficialmente imperatrice dall'imperatore Gaozong nel 655. Alla morte di quest'ultimo regnò come reggente del figlio Zhongzong (684) e del suo successore e fratello maggiore Ruizong (r. 684 - 690). Nel 690 Wu Zetian fece un passo ulteriore, prese il trono dichiarandosi imperatrice, stabilì la sua corte a Luoyang e dichiarò l'inizio di una nuova dinastia, la Zhou. Il suo regno, almeno nella tradizione cinese (che fornisce un'ulteriore visione sul comportamento verso le donne), fu caratterizzato da un terrore dispotico segnato da assassinii familiari e tormentato da intrighi politici. Tuttavia il suo approccio spietato portò ad un'espansione della burocrazia statale, inoltre fu una grande mecenate dell'arte buddista, visibile in particolare nelle grotte di Longmen. Verso la fine del suo regno fu costretta a rintrodurre la linea della dinastia Tang e a scegliere Zhongzong come suo erede designato.

Info traduttore

Omayma Ghendi
Amante della storia con una prima laurea in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali e un Master in Storia e Studi Orientali.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2017, ottobre 19). Donne nell'antica Cina [Women in Ancient China]. (O. Ghendi, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1136/donne-nellantica-cina/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Donne nell'antica Cina." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. Modificato il ottobre 19, 2017. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1136/donne-nellantica-cina/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Donne nell'antica Cina." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 19 ott 2017. Web. 25 apr 2024.