Candace di Meroe

Definizione

Joshua J. Mark
da , tradotto da Giuseppe E. Bertagna
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Candace Amanitore of Meroe (by Sven-Steffen Arndt, CC BY-SA)
Candace Amanitore di Meroe
Sven-Steffen Arndt (CC BY-SA)

Le candaci di Meroe erano le regine del regno di Kush che governavano dalla città di Meroe dal 284 a.C. al 314 a.C. circa - alcune delle quali governarono in modo indipendente dal 170 a.C. al 314 d.C., nell'attuale Sudan. Il titolo Candace è la versione latinizzata del termine Kentake o Kandake in meroitico e può significare "Regina reggente" o "Regina madre", ma anche "Donna reale". Sebbene il termine sembra originariamente si riferisse alla madre del re, a partire dal 170 a.C. circa è stato utilizzato anche per indicare un monarca donna che regnava in modo indipendente.

Le regine che occupavano la posizione di Candace di Meroe erano le seguenti:

  • Shanakdakhete (ca. 170 a.C.)
  • Amanirenas (ca. 40-10 a.C.)
  • Amanishakheto (ca. 10 a.C. - 1 d.C.)
  • Amanitore (ca. 1 - 25 d.C.)
  • Amantitere (ca. 25 - 41 d.C.)
  • Amanikhatashan (ca. . 62 - 85 d.C.)
  • Maleqorobar (ca. 266 - 283 d.C.)
  • Lahideamani (ca. 306 - 314 d.C.)

Una "Candace, regina degli etiopi" è menzionata nella Bibbia quando il discepolo Filippo incontra "un eunuco che aveva grande autorità" sotto il suo regno e lo converte al cristianesimo (Atti 8:27-39). In questo brano biblico, come pure in altre opere antiche che citano la Candace, spesso questo titolo regale è stato confuso con un nome personale.

Prima del 284 a.C. circa, re governavano Kush da Meroe, ma re Ergamene (noto anche come Arakamani I, 295-275 a.C.) avviò una serie di riforme, tra cui sembra esserci l'elevazione delle donne della famiglia reale alla posizione di regina. Il titolo "Candace" appare prima del regno di Ergamene, ma non ci sono prove di donne che regnassero accanto a un re. Si parla solo di una donna della casa reale che era la madre del re; dopo il suo regno, tuttavia, il titolo si riferisce spesso a un monarca femminile. I successori di Ergamene sono sovrani maschi e sembrano fossero sostenuti da regine correggenti o che esercitavano un'influenza significativa, ma la regina Candace Shanakdakhete (ca. 170 a.C.) regnò indipendentemente e così fecero un certo numero di donne dopo di lei.

MEROE FIORÌ COME CAPITALE DEL REGNO DI Kush TRA IL 750 A.C. E IL 350 A.C. CIRCA E DIVENNE LEGGENDARIA COME CITTÀ DALLA RICCHEZZA FAVOLOSA.

Meroe fiorì come capitale del regno di Kush tra il 750 a.C. e il 350 d.C. circa e divenne leggendaria come città dalla favolosa ricchezza. Situata sul Nilo, nella regione dell'odierno Sudan, Meroe si arricchì grazie al commercio e alla lavorazione del ferro e l'abbondante disponibilità di grano assicurarono; una produzione costante di beni che gli altri desideravano e di cui avevano bisogno. Ma fu la monarchia, periodicamente dominata dalle donne, a stabilire e mantenere il commercio che animava tale ricchezza.

La città iniziò a declinare a causa dell'uso eccessivo della terra e delle risorse e aveva già superato il suo picco quando fu invasa dagli axumiti (dal regno di Axum, situato nell'attuale Etiopia/Eritrea) nel 330 d.C. e saccheggiata. Fu abbandonata 20 anni dopo, nel 350 d.C. circa, e a seguito il titolo di Candace scompare dai registri storici.

L'ascesa di Meroe ed Ergamene

In origine Meroe costituiva un centro amministrativo a sud della capitale kushita di Napata. Nel 590 a.C. Napata fu saccheggiata dal re egiziano Psammetico II (595-589 a.C.) e la capitale fu trasferita a Meroe. Napata era stata fortemente influenzata dalla cultura e dalla religione egiziana – come inizialmente tutto il regno di Kush – dovuto agli stretti contatti commerciali e dalle ripetute campagne militari egiziane. Lo stesso successe a Meroe, dove i documenti ufficiali erano scritti in egiziano, le divinità che apparivano nei templi erano egiziane, l'arte era creata in stile egiziano, i re erano raffigurati come faraoni egiziani e le loro tombe erano delle piramidi.

La città era già fiorente prima di diventare la capitale di Kush, ma in seguito la sua ricchezza sarebbe diventata leggendaria. I vasti campi davano abbondanti raccolti che venivano facilmente commerciati e trasportati su e giù per il vicino Nilo. I cacciatori inseguivano prede come leopardi ed elefanti, le cui pelli e zanne venivano poi commercializzate lungo il fiume in direzione dell'Egitto. L'industria principale, tuttavia, era la lavorazione del ferro e gli utensili e le armi meroitici divennero molto ricercati e si vendevano a prezzi elevati.

The Pyramids of Meroe
Le piramidi di Meroe
B N Chagny (CC BY-SA)

I re della città regolavano il commercio ed è possibile che seguissero un modello simile a quello egiziano, in cui le tasse e il denaro proveniente dal commercio andavano al governo, che poi forniva prestazioni al popolo. L'industria del ferro ebbe un boom non solo grazie agli esperti artigiani della città, ma anche alle abbondanti risorse naturali delle enormi foreste che circondavano Meroe. Il legno era necessario per le fornaci per la fusione del ferro e per la produzione di carbone di legna e queste fornaci bruciavano quotidianamente. Lo studioso Kevin Shillington osserva che:

Ancora oggi, enormi cumuli di scorie dei forni fusori si ergono lungo la moderna ferrovia a testimonianza dell'enorme produzione di ferro dell'antico regno di Meroe. Il ferro forniva agli agricoltori e ai cacciatori di Meroe strumenti e armi di qualità superiore. Lo sviluppo e l'uso del ferro furono quindi in parte responsabili del successo, della crescita e della ricchezza del regno meroitico. (44)

Quando Ergamene salì al trono nel 295 a.C., Meroe era già prospera da secoli, ma le sue riforme non avrebbero fatto altro che migliorare il successo della città. Secondo lo storico Diodoro Siculo (I secolo a.C.), Ergamene aveva studiato la filosofia greca e non era incline a seguire ciecamente le tradizioni religiose del suo popolo. Tra queste tradizioni c'era la pratica dei sacerdoti di Amon di scegliere il monarca, di stabilire un arco di tempo per il suo regno e di decidere quando il re dovesse morire per il bene del popolo e lasciare il posto a un successore.

ERGAMENE SPEZZÒ IL POTERE DEI SACERDOTI DI AMON E AVVIÒ ULTERIORI RIFORME PER ALLONTANARE MEROE DALL'INFLUENZA EGIZIA.

Il culto di Amon costituiva per millenni una potente forza politica in Egitto e ha esercitato lo stesso tipo di influenza sui re di Kush. A Napata, infatti, il faraone egiziano Thutmose III (1458-1425 a.C.) costruì il tempio di Amon, che per secoli sarebbe diventato il sito religioso più importante del regno. Come in Egitto, il sacerdozio sembra essere stato esente da tasse e quindi in grado di accumulare ricchezza e influenza significative.

Ergamene spezzò il potere dei sacerdoti con un'azione diretta, non legislativa, arrivando al tempio di Napata con una forza armata e massacrandoli tutti. In seguito, abbandonò la tradizione dell'influenza del sacerdozio sul re, pur mantenendo il culto di Amon, e avviò ulteriori riforme per allontanare Meroe dall'influenza egiziana.

Gli dèi, pur conservando ancora qualche traccia della cultura egizia, iniziano ad apparire come divinità indigene durante il suo regno. Le piramidi assumono uno stile architettonico esclusivamente meroitico. I re e le loro regine appaiono in abiti meroitici e l'arte del periodo si allontana da quella egizia per passare a uno stile decisamente indigeno. Soprattutto, gli geroglifici egiziani scompaiono durante il regno di Ergamene per essere sostituiti dalla scrittura meroitica. Questa riforma è significativa perché le scrittura non è ancora stata decifrata e, per questo motivo, la storia degli ultimi secoli del regno di Kush è ancora all'oscuro.

È chiaro che Kush aveva eserciti, ma si sa molto poco della loro organizzazione. Ovviamente esisteva un governo centrale forte, ma le pratiche amministrative quotidiane e persino il processo di successione non sono chiari. Il commercio fiorì, ma non si sa con precisione come fosse gestito. I nomi dei sovrani di Meroe e i loro probabili regni sono stati assemblati dall'archeologo George A. Reisner (1867-1942 d.C.), che ha scavato a Napata e a Meroe e le cui conclusioni sono tuttora accettate per la maggior parte; tuttavia, nella sua narrazione ci sono lacune e contraddizioni che potrebbero essere risolte solo ritrovando una storia scritta della cultura.

Cursive Block from Meroe
Blocco in corsivo di Meroe
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

È proprio la mancanza di una storia di questo tipo a rendere così impegnativa la discussione sulle candaci di Meroe. Sembra che a Meroe la prassi fosse che a succedere al re fosse il fratello del re, non il figlio del re, eppure il titolo di candace sembra essersi originariamente riferito alla madre del re che, secondo lo studioso Derek A. Welsby, designa "la madre del principe ereditario, cioè la madre del prossimo re" (26). Poiché una candace era anche la moglie di un re regnante, questa interpretazione significherebbe che il figlio di un re gli sarebbe succeduto, ma non sembra essere questo il caso. Welsby scrive:

Le prove che abbiamo suggeriscono che, anche con una successione "legale", non esistevano regole ferree per la scelta del monarca successivo e questo non può che aver portato a confusione e a conflitti potenziali o reali durante il trasferimento del potere. (27)

Tuttavia, non è affatto chiaro se ci sia stato un conflitto di questo tipo. Le prove suggeriscono l'esistenza di una continua tensione tra il trono e il tempio, e forse tra i successori, ma è possibile arrivare a un'interpretazione consensuale. Può darsi che la cancellazione dei nomi e la distruzione di alcuni monumenti sia dovuta a conflitti di successione dinastica o al tentativo dei sacerdoti di riaffermare il proprio potere, ma altrettanto facilmente può non avere nulla a che fare con nessuno dei due. Non si sa inoltre con esattezza quanta influenza esercitasse una regina a Meroe prima del regno di Ergamene. Tutto ciò che si sa con certezza è che dopo il loro regno alcune donne regnanti esercitarono un potere considerevole e Meroe fiorì di conseguenza.

Le candaci di Meroe

Shanakdakhete (ca. 170 a.C.): La prima regina a governare in modo indipendente fu Shanakdakhete (indicata anche come Shanakdakheto), che appare in abiti da battaglia alla testa dei suoi eserciti. Sotto il suo regno, Meroe espanse i suoi confini e l'economia ebbe un boom. Potrebbe aver svolto una funzione politico-religiosa assumendo la posizione di moglie di Dio di Amon in Egitto (la controparte femminile del sommo sacerdote di Amon). La sua adesione alle tradizioni egizie è evidente nelle sue iscrizioni, dove si riferisce a sé stessa come "Figlio di Ra, Signore delle Due Terre, amata da Ma'at", che è una denominazione egiziana comune. È raffigurata con un giovane uomo, chiaramente un principe ereditario, che potrebbe essere il suo successore Tanyidamani (le date non sono chiare), ma si tratta di speculazioni. Non è neppure chiaro se Tanyidamani fosse il suo successore.

Candace Amanishakheto of Meroe
Candace Amanishakheto di Meroe
Khruner (CC BY-SA)

Amanirenas (ca. 40-10 a.C.): Amanirenas è meglio conosciuta come la regina che ottenne condizioni favorevoli da Cesare Augusto (27 a.C.-14 d.C.) in seguito al conflitto noto come Guerra Meroitica (27-22 a.C.) tra Kush e Roma. La guerra iniziò in risposta alle incursioni dei cusiti nell'Egitto romano. Roma aveva annesso l'Egitto come provincia dopo la battaglia di Azio del 31 a.C. e divenne rapidamente uno dei territori più importanti del nuovo impero, considerando che forniva a Roma grano in abbondanza. Il prefetto romano dell'Egitto, Publio Petronio, rispose alle incursioni invadendo Cus intorno al 22 a.C. e distruggendo la città di Napata. Amanirenas non si lasciò intimorire e rispose con un'ulteriore aggressione. Viene rappresentata come una regina coraggiosa, cieca da un occhio e abile negoziatrice. Dopo il conflitto, il suo controllo degli accordi è evidente nel rispetto di Roma nelle trattative di pace e nell'aumento del commercio tra Roma e Meroe. Amanirenas aveva catturato un certo numero di statue dall'Egitto, tra cui molte di Augusto, che restituì dopo la pace; ma la testa di uno di essi la seppellì sotto i gradini di un tempio, in modo che la gente camminasse sopra Augusto in occasione delle loro visite quotidiane. Si tratta della famosa Testa di Meroe oggi conservata al British Museum.

Amanishakheto (ca. 10 a.C. - 1 d.C.): Di Amanishakheto si sa poco, a parte i suoi sontuosi beni tombali costituiti da gioielli ornati. La sua tomba fu tra le tante di Meroe violate e distrutte dal famigerato cacciatore di tesori Giuseppe Ferlini (1797-1870 d.C.) che non aveva alcun interesse per la storia o la conservazione e cercava solo oro e manufatti da vendere a caro prezzo. Iscrizioni e rilievi rovinati provenienti dalla sua tomba la mostrano come una potente regina che governava in modo indipendente, ma i dettagli del suo regno sono andati perduti.

Amanitore (ca. 1 - 25 d.C.): Amanitore regnò durante il periodo più prospero della storia di Meroe. Fu in grado di ricostruire il tempio di Amon a Napata e di rinnovare il grande tempio dedicato al dio di Meroe. Il commercio era al suo apice, come testimoniano i corredi funerari e altri manufatti dell'epoca, mentre l'industria del ferro e l'agricoltura prosperavano, come testimoniano la quantità di scorie e i canali di irrigazione migliorati scavati in questo periodo. È raffigurata con il suo correggente Natakamani, ma non è chiaro se fosse suo marito o suo figlio e sembra che in seguito abbia regnato da sola. Sul muro del suo tempio a Naqa è rappresentata mentre conquista i suoi nemici in veste di regina guerriera. Potrebbe essere la Candace di cui si parla negli Atti 8:27 della Bibbia (citati all'inizio di questo articolo), ma questo è contestato. Gli eventi legati all'evangelizzazione di Filippo consentono piuttosto identificare con maggiore probabilità la regina Amantitere.

Armlet from Meroe
Bracciale di Meroe
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Amantitere (ca. 25 - 41 d.C.): Amantitere è la regina più spesso identificata come Candace in Atti 8:27. È stato suggerito che potesse essere ebrea solo in base al passo della Bibbia, che il suo eunuco, incontrato dall'evangelizzatore Filippo, legge dal libro di Isaia. A Meroe non ci sono prove dell'esistenza di una comunità ebraica, ma tali comunità esistevano in numero ridotto sparse in tutto il regno di Kush. Il passo biblico è stato citato anche per dimostrare che Amantitere regnava da sola, in quanto si afferma che il suo eunuco aveva "grande autorità" e si occupava del suo tesoro, ma queste affermazioni difficilmente provano l'autonomia della regina, così come la lettura di Isaia da parte dell'eunuco non depone a favore dell'ipotesi che appartenesse al giudaismo. Non si sa nulla del suo regno, ma le testimonianze fisiche dell'epoca mostrano un alto grado di agiatezza.

Amanikhatashan (ca. 62 - 85 d.C.): Non si consce nulla del suo regno, se non l'aiuto militare fornito a Roma durante la prima guerra giudaico-romana del 66-73 d.C. Amanikhatashan inviò la cavalleria kushita, ma molto probabilmente anche gli arcieri, poiché i suoi arcieri erano leggendari per la loro abilità. Uno dei primi nomi egiziani della regione di Kush era infatti Ta-Sety ("Terra dell'arco") proprio in riconoscimento alla loro bravura. Non si sa nient'altro del suo regno ma, come altre Candace successive, era molto probabilmente fungeva da somma sacerdotessa pere la dea egizia Nut. Nut era la dea del cielo che personificava la volta celeste ed era madre delle divinità più importanti Osiride, Iside, Set, Nefti e Horus il Vecchio. Sebbene la scrittura egizia sia caduta in disuso durante il regno di Ergamene, divinità egizie come Amon, Nut e altre continuarono a essere venerate. È possibile, anche se non è chiaro, che Amanikhatashan sia stata la figura religiosa più potente di Meroe in quanto sacerdotessa di Nut.

Maleqorobar (ca. 266 - 283 d.C.) e Lahideamani (ca. 306 - 314 d.C.): Nulla si sa dei regni di queste due regine. Sono conosciute per aver governato su Meroe durante il suo declino, ma non è venuto alla luce nessun altro dettaglio. La ricchezza e il prestigio di Meroe cominciarono a diminuire verso il 200 d.C., quando Roma elevò il regno di Axum in Etiopia a suo principale partner commerciale e Meroe fu relegata in secondo piano. La ragione precisa per cui Roma scelse questo corso non è chiaro, ma un motivo potrebbe essere l'eccessivo sfruttamento del territorio circostante la città, che ne depauperava le risorse. Le foreste erano state consumate per fornire combustibile all'industria del ferro e i campi si erano impoveriti di sostanze nutritive a causa dell'agricoltura costante e del pascolo eccessivo del bestiame. Nel 330 d.C. circa, Meroe fu invasa da Axum, probabilmente sotto il suo re Ezana, e saccheggiata e rimase desolata dal 350 d.C.

Relief from the Interior of the Funerary Chapel of a Meroe Queen
Rilievo dall'interno della cappella funeraria di una regina a Meroe
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Conclusione

Nel 1834, quando Giuseppe Ferlini saccheggiò i tesori di Meroe, non trovò acquirenti perché il mercato europeo si rifiutava di credere che un regno africano nero avesse prodotto opere così incredibili. L'Egitto era ormai da tempo "reso bianco" ed era considerato distinto dai regni a sud, come Kush, che era associato all'Africa nera. Da quando menzionato nella Bibbia, l'Egitto, come la Palestina, è stato abitualmente raffigurato come abitato da bianchi da europei e americani che si sono sentiti a proprio agio nel venerare un Gesù bianco e nell'onorare un Mosè bianco, ma non hanno mai visto la necessità di estendere questa considerazione anche al meridione del continente africano.

Quasi cento anni dopo, quando George A. Reisner scavò a Meroe, concluse che la classe dirigente di Meroe era composta da persone di pelle chiara che regnavano sulla popolazione nera "ignorante", elevata solo grazie all'esposizione dei monarchi alla cultura egizia. Reisner giunse a questa conclusione per le stesse ragioni razziste per cui gli europei bianchi dell'epoca di Ferlini rifiutarono i suoi manufatti. Anche a metà del XX secolo d.C. era inconcepibile per la comunità degli studiosi che un popolo dalla pelle nera potesse aver creato una civiltà come il regno kushita di Meroe.

Lo stesso ragionamento è stato seguito per quanto riguarda le donne governanti di quel regno. È stato suggerito che la Candace fosse una correggente con un re maschio e che i casi di una donna che regna da sola siano semplicemente casi di una reggente che tiene il trono per il figlio. Questo scenario è certamente possibile - come si è detto, la scrittura meroitica non è stata decifrata e la storia di Meroe è tutt'altro che chiara - ma per quanto riguarda la monarchia sembra abbastanza evidente che le donne non solo governassero, ma permettessero al regno di prosperare. Le Candaci di Meroe, infatti, sono tra le monarche più potenti e di successo del regno di Kush e la loro abilità di comando era pari, o superiore, a quella di qualsiasi re.

Info traduttore

Giuseppe E. Bertagna
Owner of the translation agency GEB Traduzioni which provides services in localization and translation of various languages.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2018, marzo 19). Candace di Meroe [The Candaces of Meroe]. (G. E. Bertagna, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16874/candace-di-meroe/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Candace di Meroe." Tradotto da Giuseppe E. Bertagna. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 19, 2018. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16874/candace-di-meroe/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Candace di Meroe." Tradotto da Giuseppe E. Bertagna. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 19 mar 2018, https://www.worldhistory.org/The_Candaces_of_Meroe/. Web. 18 lug 2025.