Giustiniano II

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Gennaro Meccariello
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Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
Coin of Justinian II (by Classical Numismatic Group, Inc., CC BY-SA)
Moneta di Giustiniano II
Classical Numismatic Group, Inc. (CC BY-SA)

Giustiniano II Rinotmeto ("Naso mozzo") fu imperatore dell'Impero bizantino durante due distinti periodi: dal 685 al 695 e, di nuovo, dal 705 al 711. Si guadagnò il suo nomignolo dopo il primo periodo di regno e prima del suo esilio, quando l'usurpatore Leonzio gli mozzò il naso. Impopolare fra i suoi sudditi, che egli vessò costantemente con una pesante tassazione, soffrì, a ragion veduta, di una pessima reputazione a causa della sua crudeltà e dell'ingiustificata sete di vendetta verso chi fosse sospettato di avergli fatto torto. Giustiniano, oltre a ciò, prese parte in prima persona alle campagne militari. Pur essendo stato uno dei pochi imperatori a riconquistare il proprio trono, il fatto che ne fosse esautorato per due volte da usurpatori ribelli, che non avevano alcuna relazione con la corte imperiale, è oltremodo significativo. Essendo invaso dalla follia, attaccò apparentemente in modo casuale, alcune città ed ordinò l'esecuzione di chiunque, anche soltanto vagamente era indiziato di essere un minaccia per lui. In un'occasione giunse addirittura a ridere del fatto che una tempesta avesse distrutto la sua flotta. È per tali motivi che il suo secondo regno è ricordato come uno dei più brutali e terrificanti della storia bizantina.

Successione

Giustiniano apparteneva alla dinastia eracliana e nacque nel 668, da Costantino IV (r. 668-685) ed Anastasia. Alla morte di Costantino, causata nel 685 dalla dissenteria, il figlio, suo legittimo successore, ereditò un Impero molto problematico. Di positivo c'era il fatto che Costantino, tra il 674 ed il 678, era riuscito, in qualche modo, a liberare Costantinopoli dall'assedio del Califfato Ummayade. Durante il Califfato di Muawiya (r. 661-680) gli Arabi avevano ottenuto importanti conquiste territoriali in Asia minore e nell'Egeo, ma in seguito alla distruzione della loro flotta da parte dei Greci, nel 678, il Califfo fu costretto a siglare una pace trentennale con i Bizantini. Fu la prima importante sconfitta subita dagli Arabi, fin dalla nascita dell'Islam. Nel 679 Muawiya fu costretto a cedere le isole dell'Egeo, che aveva precedentemente conquistato, ed in più gli fu addebbitato un pesante tributo annuale da pagare.

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IL NUOVO IMPERATORE AVEVA SOLTANTO SEDICI ANNI QUANDO SI INSEDIÒ SUL TRONO DI BISANZIO.

Tuttavia, in altri scenari di guerra, i Bizantini non furono altrettanto vittoriosi. Infatti gli Slavi e i Bulgari nei Balcani e gli Arabi stessi in nord Africa, si erano fatti strada nei territori dell'Impero. I trattati con gli Avari e i Longobardi, così come alcune conquiste in Cilicia e l'istituzione di un protettorato sull'Armenia, diedero l'impressione che i Bizantini stessero almeno correndo ai ripari, ed avviandosi al contempo a superare il declino in cui si trovavano da almeno mezzo secolo. Tuttavia c'era ancora molto lavoro da fare.

Il giovane Imperatore sembrava essere determinato nel voler eguagliare il suo omonimo Giustianiano I (r. 527-565), che era stato uno dei più memorabili governanti bizantini, ma, così come ha scritto lo storico J.J. Norwich, non era affatto della stessa levatura:

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Perspicace e vigoroso, aveva tutte le qualità di un abile governante. Sfortunatamente, però, egli aveva ereditato quella vena di follia che aveva oscurato gli ultimi anni di regno di Eraclio e si era presentata nuovamente nella vecchiaia di Costante. E, benché Costantino IV, fosse morto prima che potesse manifestarsi, in suo figlio Giustiniano prese piede rapidamente, trasformandolo in un mostro i cui soli attributi erano una patologica diffidenza verso ogni cosa intorno a lui ed un'inestinguibile sete di sangue. (Pag. 102)

Byzantine Empire, 717 CE
L'Impero bizantino nel 717
Hoodinski (CC BY-SA)

Il nuovo imperatore aveva soltanto sedici anni quando salì al trono, ma, ciononostante, ebbe la fortuna di qualche precoce vittoria militare in Armenia, Georgia, nei Balcani ed in Siria. In seguito, quando le truppe arabe rompendo gli accordi di pace stabiliti, minacciarono in modo più pesante i territori Bizantini in Asia Minore, Giustiniano fu costretto a spostare delle guarnigioni da altri luoghi, per affrontare la nuova minaccia. In conseguenza di ciò, le conquiste del Nord, furono gradualmente perse. Entrambe le sventure dell'Imperatore venivano dalla debolezza militare, ma al momento, c'erano problemi più urgenti da affrontare all'interno dello stesso Impero.

Politica interna

Giustiniano fu bravo a consolidare le sue conquiste territoriali e ad associare all'Impero bizantino le differenti popolazioni da cui provenivano i suoi sudditi, costrigendone molti a spostamenti coatti. In particolare i Mardaiti, una comunità cristiana indipendente dell'Asia Minore, fu dispersa quasi dappertutto nell'Impero. I Ciprioti furono esiliati da Cizico, lo strategico porto sulla costa meridionale del mar di Marmara. Anche gli Slavi furono presi di mira, venendo spostati in gran numero dai Balcani al Tema (Provincia) opsiciano, nel Nordovest dell'Asia Minore. Infine, è probabile che Giustiniano sia stato il creatore del nuovo Tema dell'Ellade (composto dal Peloponneso ed alcune regioni della Grecia centrale) e della Kleisoura (valico di montagna e il suo distretto militare) di Strymon, ad Est di Tessalonica, nella Macedonia greca.

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Nonostante tutto questo sconvolgimento, o forse proprio per questo, l'agricoltura in molte parti dell'Impero era realmente florida. Il ceto dei proprietari terrieri conosceva, infatti, un periodo di favorevole crescita, raggiungendo alti livelli di benessere, tanto che l'Impero poteva contare su di un ampio serbatoio di uomini cui attingere per i ranghi militari. Poi Giustiniano, alzando la tassazione ad un livello insopportabile, condusse quasi alla rovina gli appartenenti a tale ceto. Ciò portò 20.000 soldati slavi alla defezione in favore degli Arabi, ed in conseguenza di ciò, alla perdita dell'Armenia. Per tale mancanza di fedeltà, l'Imperatore individuò un nuovo capro espiatorio: le familgie slave in Bitinia, dalle file delle quali migliaia di uomini, donne e bambini furono massacrati e gettati in mare.

Così come avevano fatto molti dei suoi predecessori, l'Imperatore fu fortemente interessato agli affari ecclesiastici. Giustiniano fu uno strenuo difensore dell'Ortodossia, perseguitando, in particolar un gruppo, i Pauliciani, una setta Armena assidua nel distruggere icone. Anche il Monotelismo, una dottrina che sosteneva che Gesù aveva, o ha, soltanto la volontà divina e non anche quella umana, fu condannata. Giustiniano convocò il Concilio Trullano II (Conosciuto anche come il Quinisesto), che si tenne a Costantinopoli tra il 691 ed il 692. Il Concilio decretò 102 canoni sulla disciplina e sulla liturgia. In particolare, uno di questi, prevedeva l'uguaglianza tra il Papa di Roma ed il Patriarca di Costantinopoli. Quando Papa Sergio I si rifiutò di accettarli, Giustiniano cercò di farlo arrestare.

Jesus Christ Pantokrator
Icona di Gesù Cristo Pantocratore (detta del Monte Sinai)
Hardscarf (CC BY-NC-SA)

Ancora una volta, i dissidi tra la chiesa d'Occidente e quelle d'Oriente erano dovuti a chi aveva la facoltà di stabilire che le norme come i decreti dei Concili, fossero irrilevanti per la Cristianità, quasi quanto i divieti che riguardavano le acconciature più vistose dei capelli o le pene per chi consultava i maghi e gli indovini. Ci fu una decisione, quella del divieto di ballare in onore degli dei pagani, che nello specifico avrebbe dovuto colpire i costumi popolari, con il fine, inoltre, di porre un freno al teatro in maschera, tipo di spettacolo a lungo associato a Dionisio. Sembra insomma che vivere sotto Giustiniano iniziasse ad essere poco divertente.

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Il modo in cui Giustiniano fosse devoto è meglio illustrato nelle sue monete auree, le prime che rappresentarono Cristo come immagine principale.

Il modo in cui Giustiniano fosse devoto è meglio illustrato nelle sue monete auree, le prime che rappresentarono Cristo come immagine principale. La sagoma barbuta e con i capelli lunghi divenne, di lì in seguito, un modello per tutta la monetazione imperiale. Le iscrizioni sulle monete di Giustiniano dicevano sul verso: "Gesù Cristo, Re di quelli che comandano" e sul retro, dove si vedeva l'Imperatore che manteneva una croce: "Giustiniano sovrano, servitore di Cristo". Durante il secondo regno di Giustiniano, le monete rappresentarono Cristo in modo più insolito, senza barba e con capelli corti e riccioli.

Esilio

In seguito, nel 695, il regno di Giustiniano vide una fine rovinosa, quando un usurpatore, l'ambizioso generale e comandante della Provincia dell'Ellade Leonzio (r. 695-698), ne occupò il trono. Il generale, che all'epoca era il più anziano dell'esercito, fu sostenuto dal diffuso malumore che la pesante tassazione causava presso gli agricoltori e dallo sdegno dell'aristocrazia per il costante ricatto impostole dalla cerchia più vicina all'Imperatore, ricatto che era guidato dall'eunuco e spietato castigatore, Stefano di Persia.

Leonzio, che era già stato imprigionato tra il 692 ed il 695 per le sue mire usurpatrici, si prese la sua rivincita in un primo momento portando Giustiniano in catene, al ludibrio del popolo, nella pista dell'ippodromo di Costantinopoli. Poi gli mozzò ingnominiosamente il naso, una punizione che fu scelta in modo da evitare che tornasse al potere, poiché esisteva una convenzione secondo la quale l'Imperatore doveva essere esente da difetti fisici. Giustiniano, di lì in avanti noto come "Il naso mozzo" (Rinotmeto), fu esiliato a Cherson, in Crimea. Gli altri che gli erano stati vicini nell'esercizio del potere, non furono altrettanto fortunati, poiché dopo essere stati trascinati per le strade della capitale dietro a dei carri, furono arsi vivi nel Forum Bovis.

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L'infruttoso regno di Leonzio durò soltanto tre anni, toccando il fondo a causa di una devastante epidemia di peste e con la perdita di Cartagine a favore degli Arabi, nel 697. Nel 698 fu lui ad essere, a sua volta, detronizzato da un altro usurpatore, Apsimar, il capo militare del Tema Cibirreoto, a sud dell'Asia Minore. Paradossalmente, Apsimar era stato inviato proprio da Leonzio alla riconquista di Cartagine ma, avendo mancato l'obiettivo, era ritornato con la medesima flotta in armi utilizzandola, al contrario, per cacciare l'Imperatore. Nel consueto "Chi la fa l'aspetti" degli intrighi di palazzo a Bisanzio, anche Leonzio fu esiliato e gli fu mozzato il naso. Tiberio III, così volle farsi chiamare Apsimar, non ebbe miglior fortuna del predecessore, dovendo affrontare sia una fallita invasione della Siria, che la caduta in mani arabe del Nord Africa.

Secondo Regno

Trovandosi l'Impero in cattive acque, Giustiniano ebbe l'opportunità di agire per ritornare al potere. L'Imperatore si avvalse, in modo determinante, del sostegno sia di suo genero, il Khan di Bulgaria Tervel (r. 701-718), cui l'Imperatore aveva promesso in sposa la figlia, sia dei Khazari, la tribù di Turchi seminomadi che vivevano sulla sponda opposta del Mar Nero. Il Capo Khazaro Ibuzir divenne cognato dell'Imperatore, allorquando il pretendente Imperatore per la seconda volta, ne sposò la sorella, Teodora. Nel 705 Giustianiano e la sua famiglia acquisita, misero sotto assedio Costantinopoli. Tiberio aveva prudentemente provveduto a rinforzare le vecchie mura della città dal lato del mare, ma appena tre giorni dopo essersi accampati fuori le mura Teodosiane, gli assedianti riuscirono a farvi breccia attraverso il condotto di un acquedotto. Presa completamente alla sprovvista, la guarnigione del palazzo fu costretta alla resa, e Tiberio fuggì in Bitinia. Giustiniano, indossando un finto naso in oro, ritornò sul trono nella sala aurea, che egli stesso aveva fatto costruire nel palazzo. Quindi, compiendo un gesto assolutamente inedito, incoronò la sua sposa straniera, che divenne l'Imperatrice Teodora.

Justinian II & Tiberius
Giustiniano II e Tiberio
Sailko (CC BY-SA)

Nel secondo periodo di regno (705-711) l'Imperatore dimostrò di essere un feroce tiranno e, come prima cosa, si occupò della vendetta. Tiberio fu inseguito e catturato, mentre Leonzio fu richiamato dall'esilio. Entrambi furono condotti in catene nell'ippodromo, fatti oggetto di lancio di escrementi e quindi giustiziati. Subito dopo Giustiniano si dedicò all'esercito e a quei generali che avevano fiancheggiato Tiberio, il più in vista dei quali era il il fratello dell'ex Imperatore, Eraclio, ma molti altri furono impiccati con una pubblica esecuzione lungo le mura Teodosiane della città. Il vescovo di Costantinopoli, che aveva coronato entrambi gli usurpatori, fu accecato ed esiliato. Altri ancora, ritentuti di dubbia lealtà, furono chiusi in dei sacchi e buttati in mare.

la situazione MILITARE non fu per nulla facilitata dalla decimazione, voluta dall'Imperatore, della quasi totalità dello stato maggiore dell'esercito bizantino, e quindi degli ufficiali più esperti.

Sul fronte militare, dal 709 al 711, Giustiniano non ruiscì, come era accaduto sempre fino ad allora, a fermare la preponderanza araba in quasi tutta l'Asia Minore. Naturalmente la situazione non fu per nulla facilitata dalla decimazione, voluta dall'Imperatore, della quasi totalità dello stato maggiore dell'esercito bizantino, e quindi degli ufficiali più esperti. Tyana in Cappadocia cadde in mani arabe nel 709. A seguito di un attacco contro Ravenna, che con inspiegabili motivazioni, fu condotto vittoriosamente nello stesso anno, Giustiniano radunò tutti i nobili della Città, facendoli trasportare a Costantinopoli, per poi giustiziarli. Nonostante tale attacco fosse avvenuto non molto distante da Roma, Costantino, il nuovo Papa, si recò a Costantinopoli nel 711, ricomponendo i dissidi avutisi dopo il Concilio Trullano II. Quella fu l'ultima volta che un Papa visitò Costantinopoli, fino al viaggio di Paolo VI del 1967.

La cordiale parentesi di amicizia fu interrotta dallo stesso Giustiniano, che volle farsi nuovi nemici attaccando Cherson, forse per vendicarsi del periodo di esilio trascorso proprio in quella città, benché da lì in avanti quasi tutte le decisioni dell'Imperatore sembrarono essere dettate dalla follia. La città fu saccheggiata, sette tra i nobili più influenti furono arsi vivi, mentre ad altri fu legato un peso alle gambe e furono gettati in mare. Inoltre, sulla rotta del ritorno, durante una tempesta, l'intera flotta di Giustiniano colò a picco. In tale occasione si disse che l'Imperatore rise, apprendendo la notizia.

Nel 711 esplose una grave ribellione guidata dal generale Filippico Bardane, ed ancora una volta Tervel si mosse venendo in aiuto dell'Imperatore con una spedizione di 3.000 uomini. A Tervel era già stato promesso il titolo di Cesare, garantito da un favorevole accordo, ma non riuscì ad opporsi all'onda del cambiamento, e Giustiniano fu detronizzato per la seconda volta.

Morte e Eredi

Fillippico, sostenuto dai Cazari, che avevano appena riconquistato Cherson con l'aiuto delle truppe bizantine e spinto dalla notizia che l'altra parte della Crimea aveva ormai disconosciuto la legittimità del governo di Giustiniano, conquistò il potere nel 711. Col fine di assicurasi che non ci sarebbe stata una terza possibilità per Giustiniano, l'Imperatore fu giustiziato il 4 novembre 711. Poco dopo, suo figlio e coreggente Tiberio fu ugualmente ucciso, insieme con la maggior parte dei consiglieri del padre. Tuttavia Filippico avrebbe regnato meno di due anni ed i Bizantini avrebbero visto, di lì in avanti, un'infinita giravolta di imperatori e sempre di più disatrose sconfitte militari all'estero. Tale fase sarebbe continuata finché Leo III, giungendo al potere nel 717 e governando fino al 741, portò la tanto la tanto auspicata stabilità.

Info traduttore

Gennaro Meccariello
Gennaro è uno studioso di storia locale ed è appassionato di storia. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Benevento, è interessato in particolar modo alla storia medievale, alla storia delle istituzioni ed alla storia contemporanea.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2018, gennaio 25). Giustiniano II [Justinian II]. (G. Meccariello, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16563/giustiniano-ii/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Giustiniano II." Tradotto da Gennaro Meccariello. World History Encyclopedia. Modificato il gennaio 25, 2018. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-16563/giustiniano-ii/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Giustiniano II." Tradotto da Gennaro Meccariello. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 25 gen 2018. Web. 28 apr 2024.