Battaglia di Kursk

Il più grande scontro tra mezzi corazzati della Storia

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
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La battaglia di Kursk, combattuta tra il luglio e l'agosto del 1943, vide l'impiego di circa 6.000 carri armati e fu il più grande scontro tra mezzi corazzati della Storia, che terminò con una vittoria decisiva per l'Armata Rossa nel corso della Seconda guerra mondiale (1939-45). I sovietici, grazie alle informazioni di cui erano in possesso prima della battaglia, alle eccellenti difese approntate e alla loro superiorità numerica, sconfissero due gruppi d'armate dell'Asse che avevano tentato di tagliare un saliente creato dall'Armata Rossa sul fronte orientale. La vittoria a Kursk, nella quale alcuni storici comprendono la presa di Orël e Kharkov, avvenuta immediatamente dopo lo scontro, fu "il punto di svolta decisivo della guerra tedesco-sovietica, che diede l'iniziativa permanente alle forze sovietiche" (Dear, 516).

Red Army Tank Column, Kursk
Colonna di carri armati dell'Armata Rossa, Kursk
Unknown Photographer (Public Domain)

La guerra sovietico-tedesca

Adolf Hitler (1889-1945), capo della Germania nazista, aveva attaccato l'URSS il 22 giugno del 1941 con l'operazione Barbarossa. Le prime vittorie, come quella ottenuta nella battaglia di Kiev del 1941, avevano portato alla conquista di enormi territori e alla cattura di 2 milioni di soldati dell'Armata Rossa, che però continuava a combattere. Stalin reagì alle sconfitte iniziali e alla brutalità della campagna facendo appello alla "guerra patriottica", nella quale tutti i cittadini dovevano offrire al nemico una "resistenza implacabile". I sovietici vinsero il loro primo scontro nel gennaio del 1942 durante la battaglia di Mosca, seguita dalla tenace resistenza nell’assedio di Leningrado e dalla distruzione della 6ª Armata tedesca a Stalingrado. Mentre gli invasori venivano respinti verso ovest, l'Armata Rossa colpì nuovamente nell'estate del 1943 dando vita al più grande scontro di mezzi corazzati della Storia.

Consapevoli della minaccia posta dai due gruppi d'armate nemici, i sovietici rinforzarono vigorosamente le loro posizioni.

I due eserciti

Kursk, situata vicino al confine tra Russia e Ucraina, era un centro stradale e ferroviario di grande importanza. Intorno alla città si era formato un saliente che i tedeschi intendevano eliminare. Hitler voleva una grande vittoria sul campo di battaglia, che avrebbe rinsaldato il morale dopo la sconfitta di Stalingrado. Il saliente era lungo 190 chilometri per 120 di profondità, ed era stato creato per facilitare la successiva offensiva dell'Armata Rossa. Le forze dell'Asse si divisero in due grandi gruppi, uno a nord e uno a sud di Kursk, comandati rispettivamente dai feldmarescialli Günther von Kluge (1882-1944) ed Erich von Manstein (1887-1973). Hitler ordinò l'inizio dell'operazione Cittadella il 4 maggio, con l'obiettivo di eliminare il saliente; l'attacco però fu spostato prima a metà giugno e poi fissato per il 5 luglio. Questi ritardi furono dovuti alla necessità dell'Asse di radunare rinforzi nella zona che, alla fine, furono comunque inferiori alle richieste dei comandanti sul campo. Un altro motivo dietro la posposizione dell'attacco fu che molti dei comandanti più anziani dubitavano delle possibilità di successo dell'operazione. La perdita di tempo si rivelò un fattore importante. Consapevoli della minaccia posta dai due gruppi d'armate nemici, l'Armata Rossa rinforzò vigorosamente le sue posizioni a nord e a sud di Kursk fin dall'inizio di maggio.

I sovietici avevano denominato i due fronti all'interno del saliente "fronte centrale" (a nord) e "fronte di Voronež" (a sud), ed erano comandati rispettivamente dal maresciallo Konstantin Rokossovskij (1896-1968) e dal generale Nikolaj Vatutin (1901-1944). Inoltre, a nord del saliente si trovavano il "fronte occidentale" e quello di Brjansk, mentre più a sud c'era il "fronte sudoccidentale". Tutti questi fronti si sarebbero chiusi intorno al nemico nel corso della battaglia.

Marshal Zhukov
Maresciallo Zhukov
Mikhail Mikhaylovich Kalashnikov (Public Domain)

Grazie anche all'aiuto dei 300.000 civili che abitavano nella zona, l'Armata Rossa aveva sfruttato il tempo concesso dai tedeschi per allestire un gran numero di trincee difensive. Furono creati anche dei campi minati: in alcune aree, all'incirca ogni 2 chilometri, vennero sistemate 2.500 mine antiuomo e 2.200 mine anticarro. I campi minati erano spesso strutturati in modo tale da canalizzare gli attaccanti in punti specifici, dove venivano bersagliati da un elevato fuoco d'artiglieria. In totale, intorno al saliente vennero posizionate 943.000 mine. Una mina poteva far saltare i cingoli di un carro armato; l'equipaggio, in circostanze ottimali e senza danni alle ruote, impiegava circa un'ora per sostituire la sezione danneggiata. Il numero e la profondità dei campi minati a Kursk furono un fattore decisivo per l'esito della battaglia.

Un altro punto di forza dell'Armata Rossa era l'artiglieria. Il più grande pezzo sovietico era l'obice M1937 (ML-20), che aveva una canna da 152 mm in grado di sparare un proiettile a oltre 17.000 metri. Un gruppo di artiglieri esperti poteva sparare un colpo ogni 15 secondi. In ultimo, l'aeronautica militare sovietica, per anticipare gli attacchi della Luftwaffe (forze aeree tedesche), dispiegò i suoi velivoli in diversi aeroporti, proteggendoli con anelli concentrici di batterie contraeree.

Le forze di terra dell'Asse durante la battaglia di Kursk - le più importanti delle quali erano la 9ª Armata al comando del generale Walter Model (1891-1945) a nord e la 4ª Armata corazzata del generale Hermann Hoth (1885-1971) a sud - erano costituite da circa 2.400 carri armati, 1.800 aerei e 700.000 soldati. I due fronti sovietici consistevano di 3.400 carri armati e cannoni d'assalto, 2.100 velivoli e 1,3 milioni di soldati (Dear, 517). Inoltre, i sovietici avevano ammassato sei armate di riserva a est di Kursk. Secondo il piano dell'Asse, Model e Hoth avrebbero dovuto caricare attraverso le difese nemiche effettuando una manovra a tenaglia per intrappolare l'Armata Rossa, ricongiungendosi alla fine a Kursk. Il progetto era ambizioso al di là di ogni speranza a causa dell'inferiorità numerica di uomini e carri armati degli attaccanti e per la forza e profondità delle difese che essi avrebbero dovuto superare. Model fece rapporto ai suoi superiori dicendo che, anche se l'obiettivo fosse stato raggiunto, le perdite sarebbero state talmente pesanti da vanificare l'eventuale vittoria. Hoth era altrettanto pessimista data la sua mancanza di riserve, le ottime difese del nemico e il numero insufficiente di fanteria dell'Asse per mantenere qualsiasi guadagno territoriale ottenuto dalle divisioni corazzate.

Red Army Advance, Kursk
Avanzata dell'Armata Rossa, Kursk
Mil.ru (CC BY)

La guerra corazzata

All'inizio della Seconda guerra mondiale, l'URSS aveva un gran numero di carri armati, che però erano afflitti da diversi problemi. La maggior parte dei carri sovietici era stata costruita negli anni Trenta e quindi, nel 1941, quando ci fu il bisogno di utilizzarli, erano divenuti obsoleti in confronto ai superiori carri armati tedeschi. Le unità corazzate sovietiche divennero bersagli facili per il nemico nel 1941 a causa della loro debole potenza di fuoco, armatura sottile, una cronica mancanza di pezzi di ricambio e l'applicazione di tattiche scadenti. La situazione migliorò con l'arrivo dei carri T34 e KV dal 1942. L'URSS inoltre era in grado di produrre mezzi corazzati in quantità maggiori rispetto al nemico. Nel 1943, l'Armata Rossa iniziò a fare un uso molto più efficace dei carri armati sul campo di battaglia, impiegandoli in unità molto più grandi, così come facevano i tedeschi.

Il Panzer Tiger tedesco da 56 tonnellate aveva un enorme cannone da 88 mme un'ottica eccelente.

I carri armati T34 da 26 tonnellate erano superiori a qualsiasi mezzo che l'Asse poteva mettere in campo, e potevano resistere alla maggior parte dei cannoni anticarro; inoltre, nell'estate del 1943, il divario tecnologico con i carri tedeschi era stato colmato. A Kursk, i T34 erano dotati di un cannone da 76,22 mm e raggiungevano una velocità massima di 35 km/h su terreno accidentato. In sintesi, il carro T34 "aveva un semplice motore diesel da 500 CV, buona corazza, ottima potenza di fuoco, e una mobilità superba su neve e fango" (Boatner, 702). Sfortunatamente per l'Armata Rossa, non c'erano ancora abbastanza T34 e così, per necessità, i sovietici dipendevano ancora dagli obsoleti carri armati T70.

Anche i carri armati tedeschi erano armi impressionanti. Il parco di mezzi corazzati tedeschi, composto principalmente da Panzer III e Panzer IV, era stato ampliato dai nuovi carri Tiger e Panther. Il Panzer Tiger da 56 tonnellate aveva un enorme cannone da 88 mm e un'ottica eccellente, che gli permettevano di sferrare colpi letali per qualsiasi carro sovietico e restare comunque fuori dal raggio d'azione del nemico. L'armatura particolarmente spessa del Panzer Tiger costituiva un ulteriore vantaggio. Le debolezze di questo carro armato erano la relativa mancanza di mobilità, il peso eccessivo durante l'attraversamento di ponti temporanei e lo scarso numero disponibile.

Captured Panther Tank, Kursk, 1943
Carro armato Panther catturato a Kursk, 1943
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Kursk vide il debutto del Panther sul campo di battaglia, ma erano disponibili solo 200 esemplari. Il Panther (versione PzKpfw V Ausf D) aveva un cannone da 75 mm, ma in quel momento soffriva di problemi meccanici e ai cingoli, nonché di una cronica mancanza di pezzi di ricambio, in particolare per motori, trasmissioni, batterie e ruote. Queste carenze fecero sì che troppi Panther non poterono partecipare alle operazioni nella prima settimana di battaglia.

Un'altra nuova ed efficace arma in dotazione alle forze dell'Asse era il cacciacarri Ferdinand da 65 tonnellate che, seppur non particolarmente mobile, impiegava un cannone da 88 mm molto efficace in situazioni difensive. Il Ferdinand era ben protetto da una spessa corazza frontale da 200 mm, ma a Kursk molti di questi mezzi vennero impiegati male in funzione di carri per l'assalto frontale, e così molti vennero persi a causa delle mine e non poterono essere recuperati dal campo di battaglia perché erano semplicemente troppo pesanti da trainare per un solo semicingolato.

Dunque, come nella maggior parte delle battaglie della Seconda guerra mondiale, anche a Kursk i carri impiegati da entrambi gli schieramenti erano un miscuglio di mezzi vecchi e già collaudati, di carri più recenti su cui i comandanti riponevano grandi speranze e di mezzi che erano ormai un onere per gli equipaggi che avevano la sfortuna di utilizzarli ancora, poiché correvano il rischio di restare intrappolati dal fuoco nemico, sia che venisse dall'aria, dalle armi anticarro in dotazione alla fanteria, dall'artiglieria o da altri carri armati.

Battle of Kursk, July 1943
Battaglia di Kursk, 1943
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

L'inizio della battaglia

Lo spionaggio militare britannico era venuto a conoscenza dei dettagli del piano dell'offensiva tedesca e avvertì i sovietici. Il 5 luglio, poche ore prima del momento prestabilito dalle forze dell'Asse per muoversi, l'Armata Rossa iniziò un bombardamento indiscriminato e quindi in gran parte inefficace. L'artiglieria tedesca rispose, ma la mancanza di cannoni a lungo raggio non le permise di minacciare i pezzi pesanti sovietici situati nelle retrovie del saliente.

La Luftwaffe ottenne il dominio dell'aria grazie ai radar, ma questo vantaggio fu continuamente contestato per tutto il mese di luglio dall'elevato numero di aerei impiegato dai sovietici: come accaduto in altre aree, l'incapacità dell'Asse di rimpiazzare le perdite e di effettuare sufficienti rifornimenti di carburante dove era necessario si rivelò cruciale, nonostante il tasso di abbattimento fosse di 4:1 rispetto alla controparte sovietica.

Model a nord

Le forze corazzate dell'Asse avanzarono e Model ordinò di prendere il villaggio di Ol'khovatka, ma i suoi carri si fermarono a un passo dall'obiettivo. Le mine sovietiche e i capisaldi lungo le trincee, pullulanti di armi anticarro, rallentarono notevolmente l'avanzata tedesca e ridussero fortemente il numero effettivo dei mezzi corazzati nemici. La cronica mancanza di un numero adeguato di veicoli specializzati nello sminamento divenne un problema serio per l'Asse a Kursk. La maggior parte delle mine dovettero essere rimosse manualmente e la presenza di minerali ferrosi nel terreno seminò il caos tra i rilevatori di metallo dei dragamine. Al comando di Rokossovskij, i carri armati dell'Armata Rossa, molti dei quali ben protetti in fossati appositamente costruiti, aprirono il fuoco contro il nemico: ne scaturì uno scontro a fuoco paragonabile a quello di due unità di artiglieria che si sparano a vicenda. Questo modo di impiegare i carri però fu altamente inefficace e fu una rarità nella battaglia di Kursk, in cui la grande maggioranza degli scontri tra carri fu costituita da una serie di schermaglie su piccola scala.

Disabled T34 Tank, Kursk
Carro armato T34 inservibile, Kursk
Bundesarchiv, Bild 101I-219-0553A-36 / Koch (CC BY-SA)

Model perse rapidamente la maggior parte dei suoi carri Panther e Tiger. Incapace di penetrare oltre la seconda linea difensiva sovietica, il generale tedesco fece rapporto a von Kluge il 9 luglio affermando che era impossibile raggiungere Kursk. Fino a quel momento, nel settore nord le forze dell'Asse avevano avuto 22.000 perdite, tra cui 4.700 caduti. L'Armata Rossa invece, in quello che aveva denominato "fronte centrale", aveva avuto 34.000 perdite, di cui 15.000 tra morti e dispersi. Model, dotato ancora di 500 tra carri armati, cacciacarri e casematte montabili, ora doveva preparare le sue truppe per l'inevitabile controffensiva sovietica.

Hoth a sud

Nel frattempo, Hoth mosse i suoi carri armati per attaccare il fronte di Vatutin con l'obiettivo di prendere la città di Obojan'. Nell'assalto furono coinvolte le divisioni corazzate d'eccellenza Waffen SS-Das Reich e SS-Totenkopf, nonché la Großdeutchland, una divisione di Panzergrenadier. Vatutin aveva a disposizione complessivamente 625.000 uomini e poteva contare su una riserva di 570.000 soldati. Queste truppe, così come quelle del settore a nord, erano ben trincerate e protette da estesi campi minati. Vatutin aveva molte più unità di artiglieria e anticarro rispetto a qualsiasi offensiva dell'Asse che aveva dovuto affrontare fino a quel momento nel corso della guerra. L'Armata Rossa aveva anche una cospicua riserva di carri armati, che poteva impiegare dove c'era più bisogno in base al corso della battaglia.

Nonostante gli ostacoli, il terreno paludoso e la necessità di costruire ponti temporanei, grazie anche al supporto sul fianco destro di due divisioni al comando del generale Werner Kempf (1886-1964), Hoth sfondò la prima linea di difesa sovietica ottenendo un buon avanzamento su un fronte ampio. L'avanzata era lenta, e le perdite di carri dovute alle mine ebbero un forte impatto a causa della mancanza di pezzi di ricambio: in questa situazione, un piccolo danno poteva causare la perdita del veicolo. Anche la fanteria dell'Asse, che doveva ripulire i molti villaggi e piccoli centri fortificati dai sovietici, si stava impantanando. Allo stesso modo di quanto accadeva nel settore nord, i piloti tedesco distrussero più aerei di quanti ne persero, ma l’aeronautica sovietica poteva permettersi perdite che invece erano insostenibili per la Luftwaffe. Nella seconda settimana di luglio, le forze aeree tedesche non avevano abbastanza velivoli per fornire un'adeguata copertura aerea per le avanzate di Kempf e Hoth.

Tending the Wounded, Kursk
Cura dei feriti, Kursk
Pavel Troshkin (Public Domain)

Alla fine, i tedeschi vennero fermati il 12 luglio da un'enorme forza sovietica a sudest di Obojan' nel corso della battaglia di Prochorovka: si trattò del più grande scontro di carri armati della guerra fino a quel momento, in cui si affrontarono circa 300 carri tedeschi e 900 carri sovietici, anche se divisi in 25 sacche separate distribuite su un fronte di 25 chilometri. Gli equipaggi tedeschi, specialmente quelli dei Panzer Tiger, spesso infliggevano al nemico danni superiori rispetto ai loro nemici sovietici, ma alla fine la superiorità numerica di quest'ultimi ebbe la meglio. La velocità e la mobilità dei mezzi dell'Armata Rossa costituì un altro vantaggio.

Prochorovka non cadde nelle mani dell'Asse e la terza linea difensiva sovietica nel saliente di Kursk rimase intatta. Nel settore meridionale, von Manstein aveva perso circa il 60% dei suoi mezzi corazzati subendo 33.700 perdite, di cui 6.600 morti o dispersi, senza aver raggiunto nessun risultato strategico. Tra morti e feriti, l'Armata Rossa in questo settore ebbe 117.000 perdite, di cui 53.000 tra morti o dispersi. Pur avendo avuto perdite maggiori, i sovietici riuscirono a fermare l'offensiva dell'Asse e a ottenere l'iniziativa nel corso della guerra tedesco-sovietica.

L'avanzata sovietica

Hitler fu costretto a sospendere l'operazione Cittadella il 13 luglio non solo a causa della resistenza dell'Armata Rossa sul campo di battaglia, ma anche per eventi che stavano accadendo altrove. Gli Alleati erano sbarcati in Sicilia il 10 luglio, e così Hitler dovette ritirare delle divisioni corazzate da Kursk per rafforzare la penisola italiana in vista della futura invasione.

Red Army Soldiers
Soldati dell'Armata Rossa
Imperial War Museum (CC BY-NC-SA)

Nel corso di luglio e agosto, i sovietici effettuarono le loro controffensive su più fronti lanciando l'operazione Kutuzov a nord e l'operazione Rumjancev a sud. I comandanti sovietici avevano deliberatamente piazzato in prima linea delle truppe più deboli nelle trincee intorno al saliente di Kursk, come per esempio battaglioni di carcerati, e così, ora che il loro nemico si era logorato, indebolito e affaticato, potevano impiegare per le loro controffensive le migliori truppe di fanteria e riserve completamente fresche. Lungo tutti i fronti, compresi quelli a nord e a sud del saliente di Kursk, l'artiglieria sovietica bombardò le difese dell'Asse: “le truppe tedesche sul fronte orientale non erano mai state al centro di una tale potenza di fuoco" (Forczyk, 77). I mezzi corazzati e la fanteria dell'Armata Rossa, dotate di un forte supporto aereo, attaccarono il nemico e lo costrinsero a combattere una ritirata tattica.

Alla fine di luglio, le linee dell'Asse si erano stabilizzate ma il tentativo di opporre resistenza a Orël fallì. Il 31 luglio, Model iniziò la ritirata da Orël e l'Armata Rossa lo inseguì, ma il 18 agosto i sovietici avevano superato le loro stesse linee di rifornimento, e così dovettero fermare l'operazione Kutuzov. Nel frattempo, la massiccia offensiva verso sud aveva portato alla riconquista della strategica città di Kharkov. In seguito, i sovietici vinsero le battaglie di Orël e Kharkov, rispettivamente a luglio e agosto; gli storici sovietici molto spesso abbinano questi due scontri con gli eventi della battaglia di Kursk.

Il risultato finale di queste sanguinose battaglie estive fu che Hitler aveva combattuto e perso la sua ultima grande offensiva sul fronte orientale. Gli eserciti dell'Asse semplicemente non avevano né gli uomini né il materiale per affrontare un nemico che stava crescendo in dimensioni e fiducia. Per tutto il 1944, gli invasori vennero costantemente scacciati dal territorio sovietico. Alla fine, Berlino venne occupata nell'aprile del 1945, portando al suicidio di Hitler e alla resa della Germania.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è uno scrittore a tempo pieno oltre che ricercatore, storico ed editore. Altri suoi interessi riguardano l'arte, l'architettura, e la scoperta delle idee che le civiltà condividono. Laureato in filosofia politica, è direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2025, aprile 28). Battaglia di Kursk [Battle of Kursk]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2704/battaglia-di-kursk/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Battaglia di Kursk." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il aprile 28, 2025. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2704/battaglia-di-kursk/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Battaglia di Kursk." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 28 apr 2025, https://www.worldhistory.org/article/2704/battle-of-kursk/. Web. 17 lug 2025.